Il Vangelo commentato dai giovani e dai salesiani. Prenditi un tempo di meditazione sulla Parola di Dio.
Stephen Andrews
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 23, 35-43
In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c'era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L'altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Questa pagina del Vangelo è un pugno allo stomaco e un abbraccio al cuore. Gesù è sulla croce, inchiodato, umiliato, deriso. Intorno a lui c’è solo gente che lo guarda con superficialità o scherno. I capi religiosi lo ridicolizzano, i soldati lo trattano come uno qualunque, un malfattore lo insulta. Tutti vogliono vedere se ha davvero potere, se può salvarsi. Cercano spettacolo. Ma Gesù non reagisce. Non fa magie, non fugge, non si vendica. Ama. E basta.
L’unico che cambia il tono è l’altro crocifisso, quello che passa alla storia come “il buon ladrone”. Non lo chiama per fare miracoli, non gli chiede di scendere dalla croce, non gli propone uno scambio. Gli chiede una cosa piccolissima e immensa: «Ricordati di me». Non servono grandi discorsi, basta il cuore nudo. E Gesù lo accoglie subito: «Oggi sarai con me nel paradiso». Non “domani”, non “se ti comporti bene”. Oggi. Perché il paradiso comincia da lì: da un cuore che si affida.
Questo brano ci mostra che anche nei momenti più bui possiamo scegliere: restare nel cinismo, nell’ironia amara di chi non crede più a niente, o dire con semplicità: “Gesù, ricordati di me”. E se ci pensiamo, siamo un po’ tutti appesi a qualche croce: difficoltà, fragilità, dubbi. Ma possiamo scegliere che tipo di voce far emergere: quella che accusa e si lamenta, o quella che spera e si affida.
Hai mai chiesto a Gesù, con sincerità, di ricordarsi di te? Non quando tutto va bene, ma quando ti senti stanco, perso o fallito? Oggi potrebbe essere il giorno per farlo.
Versione app: 3.42.1 (6c3a2bdd)