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Madre Ivonne Reungoat: la Mazzarello di oggi! da Giovani per i Giovani

Mi chiamo sr. Yvonne Reungoat, ho 63 anni, vengo dalla Francia. Da giovane non mi piacevano le mezze misure. Studiavo Lettere all'Università. Una volta conosciute le Figlie di Maria Ausiliatrice, ho deciso che la mia vita sarebbe stata come la loro. Tutta spesa per i giovani. Da poco sono madre superiora dell'istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.


Madre Ivonne Reungoat: la Mazzarello di oggi! da Giovani per i Giovani

da GxG Magazine

del 10 febbraio 2009

Hobby particolari

Direi che il mio vero hobby è l’incontro con le persone. Un incontro senza orologio perché centrato sulle loro esigenze.

 

La cosa più bella che ti hanno detto è…

L’attitudine al dialogo e all’incontro.

 

Sei felice?

Sì, la mia vita ha un senso: Dio mi ama e mi chiama a portare lo stesso amore ai giovani!

 

Il tuo motto è

NULLA SENZA AMORE (S. Francesco di Sales).

 

Quale stella ti ha guidata fin qui?

La stella che sveglia l’aurora e mette le ali all’amore.

 

M. Mazzarello direbbe oggi a un giovane…

Tu sei importante. Dio ti ama: fidati di Lui!

 

 

Cosa significa essere “madre”?

Essere “madre” non si comprende a parole, si vive quando hai generato dei figli. Sono “madre” per elezione. Mi sento “madre” perché fin da ora mi impegno a generare speranza e amore in coloro a cui sono mandata: le FMA, le comunità educanti e, in esse, specialmente i giovani.

Essere madre significa accogliere, farsi carico, avere cura, non stancarti di andare là dove c’è una vita da accendere, un barlume di speranza da attivare, un briciolo di amore da seminare.

 

Non ti fa paura il tuo nuovo incarico?

Sì, se penso alle mie forze. No, se ricordo le parole di don Bosco: “La vera Superiora è Maria Ausiliatrice. Tu ne sarai solo la vicaria”. Ho la certezza che Maria mi prende per mano per accompagnarmi nel mio nuovo servizio di amore alle FMA e ai giovani. In questo servizio so di essere sostenuta dalla preghiera e dall’affetto di tante persone che mi incoraggiano, sognano e scommettono insieme a me un futuro abitato dall’amore. Tra queste persone, i giovani dell’MGS.

 

“Splendete come astri nel mondo” che cosa ti suggerisce?

Una vita nella trasparenza evangelica. L’astro è Gesù: nel mondo dobbiamo testimoniare la sua luce, far risplendere il suo amore, senza compromessi e paure.

 

Perché sei diventata FMA?

Per dare tutta la mia vita a Gesù. Quando ho incontrato le FMA sono rimasta colpita dallo spirito di famiglia e dalla felicità che splendeva sul volto delle persone che ho incontrato sul mio cammino di giovane donna. Ho pensato che anch’io avrei potuto vivere e donare gioia a mia volta.

 

Ti costa essere lontana dai giovani?

Sì, mi costa, ma voglio anche precisare che sono soltanto fisicamente lontana. I giovani sono il motivo della mia vita, delle mie fatiche e delle mie gioie. È per loro che sono FMA. Essi sono costantemente presenti in ogni piccola o grande scelta.

Devo però confidare che quando posso essere anche fisicamente presente tra loro godo molto. Mi sento da loro incoraggiata, sostenuta, interpellata a rispondere alle loro domande di vita e di senso.

 

Tu sei francese, ma hai prestato il tuo servizio per molto tempo in Africa. Cosa vuol dire essere missionaria?

Sentire una grande passione per Gesù e annunciarlo fino ai confini della terra. La prima comunità di Mornese dove è nato il nostro Istituto è spesso raffigurata intorno al mappamondo. Un piccolo sperduto paese offriva alle giovani FMA un orizzonte missionario mondiale. Quell’imma-gine è stata sempre presente nel mio cuore e mi ha spinta ad andare missionaria in Africa.

 

Come fai a conciliare il dover ascoltare il mondo ed il voler ascoltare le singole persone di cui il mondo è abitato?

Non c’è contraddizione tra queste dimensioni. Quando ascolti il mondo, ascolti anche la voce, magari inespressa o tacita, di singole persone che domandano fiducia e amore. E poi, se sei attenta alla vita da custodire e far crescere, essa riserva sempre momenti di incontro speciale con singole persone: basta a volte una parola, uno sguardo, un cenno di intesa. Basta amare!

 

Ci racconti la cosa pi√π bella che hai fatto?

Affidarmi alla volontà di Dio. Mi sono sentita portata da Lui. Ogni volta, dinanzi a scelte impegnative, ho avvertito la forza della sua presenza. È stato così per la scelta di diventare FMA. Sentivo la gioia di realizzarle la mia vocazione, il fascino di donarmi completamente a Qualcuno da cui mi sentivo amata.

 

Cos’è la preghiera?

È silenzio, ascolto, dialogo, incontro, comunione, gioia e responsabilità di appartenere a Qualcuno, scoperta di ritrovare intorno a te fratelli e sorelle da amare. è una relazione continua con Colui che è l’amore della mia vita.

 

Un sogno da realizzare?

Che l’amore preveniente di Dio giunga ad ogni persona attraverso comunità educanti testimoni affidabili e credibili.

 

Chi è per te Gesù

Persona vivente che dona significato e speranza alla mia esistenza; Colui che ha cambiato il corso dell’umanità, ci vuole tutti felici e ce ne ha indicato la via.

 

Colore preferito

Il verde della speranza. Ma poi amo anche il giallo, colore della gioia. In verità mi piacciono tutti perché ognuno è se stesso e dà armonia all’unità. In questo senso preferisco il bianco, la sintesi di tutti i colori, che non esclude però la bellezza delle sfumature dei diversi colori.

 

Qual è il messaggio che ogni giovane vorrebbe sentirsi rivolgere?

“Ti voglio bene: sei la ragione della mia esistenza”.

 

 

A cura di suor Francesca Venturelli

srfrancesca@donboscoland.it

 

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