Donboscoland

Le rimpatriate 'post-Colonia'.

A distanza di oltre due settimane dal raduno di Marienfeld, è facile sorridere dei disagi. Più difficile è non fermarsi alla nostalgia. E infatti c'è già chi ha messo in cantiere momenti di confronto e rilancio...


Le rimpatriate 'post-Colonia'.

da Teologo Borèl

del 09 settembre 2005

Sono questi i giorni delle rimpatriate 'post-Colonia'. Un momento di preghiera, una pizza, il clima di festa, centinaia di foto per rivivere passo passo 'quelle giornate' sono gli ingredienti che non possono mancare. A distanza di oltre due settimane dal raduno di Marienfeld, è facile sorridere dei disagi. Più difficile è non fermarsi alla nostalgia. E infatti c'è già chi ha messo in cantiere momenti di confronto e rilancio. Nella diocesi di Udine, ad esempio, i diversi gruppi di pellegrini si sono attivati per 'restituire' alle rispettive comunità il mandato conferito alla vigilia della partenza. «Si tratta di condividere con chi è rimasto a casa quanto si è sperimentato in Germania - spiega don Ivan Bettuzzi -. La prossima settimana, poi, incontreremo gli animatori che hanno accompagnato i giovani. Vogliamo recuperare i contenuti proposti dal Papa per costruire un itinerario annuale che culminerà con il Convegno nazionale di Verona 2006». Un po' dovunque i referenti della pastorale giovanile - preti, religiosi e laici - sono già al lavoro per progettare il dopo-Colonia, il cammino ordinario che scandirà i prossimi mesi. Piemonte e Val d'Aosta da tempo hanno in calendario un convegno regionale (sabato 24 settembre). Suggestivo il titolo-slogan: «Siamo tornati per adorarlo». «L'obiettivo - riferiscono gli organizzatori - è di elaborare le sollecitazioni che la Gmg ha lanciato per ripartire insieme, facendo tesoro di un'esperienza così coinvolgente». Anche le Marche prevedono un momento di verifica, ma a novembre: «Il cammino di preparazione verso la Gmg - puntualizza don Francesco Pierpaoli, incaricato regionale per la pastorale giovanile - è stato portato avanti insieme dalle tredici diocesi delle Marche. Questo ha favorito la comunione tra i giovani (più di 2700), che si è rafforzata a Colonia e che ora ci portiamo a casa come dono. Su questa base intendiamo costruire nuovi percorsi». Tra le iniziative in programma anche il rafforzamento del legame tra la regione pastorale e una parrocchia albanese dove opera un sacerdote marchigiano fidei domun che ha accompagnato ventidue giovani a Colonia. E non sono solo le diocesi a essersi lasciate mettere in discussione dalla Gmg. Lo testimonia don Giorgio Bezze, assistente per il settore giovani dell'Azione Cattolica: «La Giornata mondiale è sempre stata la tappa di un cammino. C'è un 'prima', e ci dev'essere un 'dopo': la formazione ordinaria che si sperimenta in comunità e gruppi. L'esperienza di Colonia ha offerto a tutti lo stimolo a rendere i giovani più protagonisti nella Chiesa e ha messo in evidenza l'esigenza di creare sempre nuovi spazi di confronto. La fede deve passare attraverso un'umanità piena». All'insegna della continuità anche i progetti del Movimento giovanile salesiano, che lavora a un confronto con i giovani animatori di tutta Italia nell'estate 2006 nei luoghi di don Bosco. «In Sicilia per esempio - spiega Marco Pappalardo, catanese e delegato nazionale dell'Mgs - inizieranno tre percorsi a regionali su formazione all'impegno socio-politico, affettività vissuta nel fidanzamento e vocazione». Colonia dunque ha innescato una reazione a catena di iniziative e proposte. Un cantiere aperto, in piena attività. Fateci sapere quel che state progettando.

Patrizio Righero

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