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L'ho udito all'orecchio, lo grido dai tetti

A cinquantasei anni un grido: "Grazie Gesù". Cosa capita di così eccezionale nell'animo di una persona da costringerla a rileggere l'interezza di una vita fino al punto d'abbracciare una religione esigente com'è il cristianesimo? Intervista a Magdi Allam...


L'ho udito all'orecchio, lo grido dai tetti

da Attualità

del 17 settembre 2008

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Attaccato e divorato dal cancro, Gabriel Marquez, scrittore sud-americano, s'aggrappò alla poesia per tratteggiare il suo testamento. E lo lanciò, scialuppa tra mille scialuppe, nel mare di internet: 'Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata'. Non nominò poderi, terre e appezzamenti. Immobili, soldi liquidi e investimenti ma spalancò l'anima per spartire la fatica appassionante della ri-salita. Perché la vita è ri-salita: sali, t'aggrappi, t'innalzi, t'ingigantisci, cadi. E riparti. La vita, la montagna, la carriera. La fede è risalire. Impediti a dormire perché è impossibile essere latitanti quando si è ricercati da Dio. Ne fece le spese il Giona della Scrittura Sacra che apprese su di sé quello che il pavido don Abbondio imparò dal Cardinale Borromeo: sottrarsi alla propria missione non procura salvezza, mentre l'assumerla è il solo azzardo che valga la pena di correre. Rischiando l'accecamento, tanto forte è la sua lucentezza. Agostino di Tagaste lo scrisse con la sua convertita freschezza: 'Meravigliosa è la profondità delle tue rivelazioni: il gettarvi lo sguardo dà i brividi' (Confessioni, 12,14). Ma chi esce da quell'abisso di luce raccoglie il mantello della profezia.

Lui era Allam Magdi, figlio di donna Safeya. Egiziano con l'Italia nel cuore. Fino a sceglierla come sua patria. Musulmano moderato, laico, liberale, non praticante. Giornalista. Il 22 marzo 2008 dall'Alto arriva un taglio netto: non sarà più Magdi Allam, bensì Magdi Cristiano Allam. Raddrizzato il nome: vecchio trucco dell'Uomo di Nazareth. In quel nome aggiunto la sfida indomita di un uomo che in Gesù di Nazareth ha scoperto il contesto armonioso e naturale nel quale abbeverare i fiori che lo hanno sempre affascinato: i diritti umani, la sacralità della vita, la non negoziabilità di certi valori. Preoccupato più dalla debolezza dell'Occidente che dalla forza dell'Islam, urla con coraggio l'esigenza di ritrovare l'anima, il rischio del silenzio, la pavidità della collusione. Minacciato pesantemente a morte, la sua vita dà ragione a quello che scrisse un giorno A. Kiarostami, un regista israeliano: 'Come può vivere una vecchia tartaruga 300 anni ignara del cielo?' Un uomo che ha accettato di farsi spogliare dalla Parola di Dio. Sillabe pesantissime che ti riducono all'essenziale. Ti privano del guardaroba. Ti tolgono di dosso gli abiti che finora hai considerato assoluti. Ti fanno sentire povero. Come una bisaccia vuota. Pronta ad essere riempita di cielo.

Perché la fede è ri-salita. Straziante. Lancinante. Luminosa.

 A cinquantasei anni un grido: 'Grazie Gesù'. Cosa capita di così eccezionale nell'animo di una persona da costringerla a rileggere l'interezza di una vita fino al punto d'abbracciare una religione esigente com'è il cristianesimo?

Sono due percorsi distinti, anche se certamente interagiscono all'interno dello stesso cammino. Non ho abbracciato il cristianesimo per aver rinnegato l'islam. Ciò che mi ha convinto della bontà della fede cattolica è stato essenzialmente l'incontro con tanti autentici testimoni di fede che per me in quel momento hanno rappresentato il Gesù Vivente. Persone che mi hanno coinvolto nell'insieme della mia umanità trasmettendo delle opere buone senza nessuna intenzione di proselitismo. Erano religiosi, laici italiani cattolici che ho conosciuto a Il Cairo (Egitto), la mia città natale,  frequentando per 14 anni consecutivi la scuola e il collegio italiano (prima la scuola comboniana e poi dai salesiani). Questo incontro e questa trasmissione della fede tramite delle opere buone hanno emulato le gesta di Gesù e mi hanno inizialmente trasmesso una concezione profondamente etica della vita. Una vita in cui i valori sono sempre stati al centro della mia formazione.

 Ora sei membro vivo della comunità cristiana, un giardino che ospita il grano e la zizzania con l'imperativo divino di non estirparli frettolosamente. Cosa ti preoccupa maggiormente: la forza dell'Islam o la rassegnazione dell'Occidente cristiano?

Sono due facce della stessa medaglia che mi preoccupano assai. Attualmente il male profondo che imperversa all'interno dell'Occidente cristiano è un relativismo etico, valoriale culturale e religioso che porta a mettere tutto e il contrario di tutto nello stesso piano. E a considerare tutte le religioni uguali a prescindere dai loro contenuti. E' il male del politicamente corretto, quell'approccio che ci porta a non dire e a non fare nulla che possa urtare la suscettibilità altrui o far scaturire un atteggiamento aggressivo da parte dell'altro. La combinazione tra il relativismo e il politicamente corretto è di fatto la perdita della propria anima, della certezza della verità e della propria libertà e dignità finendo per non guardare più in faccia la verità. O, tutt'al più, a tenerla nascosta dentro per paura della reazione che potrebbe aversi manifestandola pubblicamente. L'Europa è un gigante dai piedi d'argilla: solo dandosi un'anima potrà capire chi è e dove vuole arrivare. Mi convinco sempre più che il futuro dell'Occidente dipenda dal radicamento della verità in noi e dalla voglia di essere protagonisti della nostra storia. Vinceremo la perdita di valori recuperando la sapienza, il passato, la bellezza. Mettendo da parte la povertà di spirito, la pavidità, la collusione ideologica con coloro che non vogliono il nostro bene.

 Il tuo battesimo poteva essere l'occasione bella di scambiarsi gli auguri di Pasqua festeggiando una Risurrezione attualizzata. S'è trasformato, invece, in una fucina di critiche, di maldicenze, di superficiale lettura di un'esperienza travagliata di fede.

Vorrei chiarire questo: la gran parte delle reazioni che ho ricevuto tramite le email, gli sms, le telefonate sono state tutte positive. C'è stata purtroppo una parte di cristianità che ha espresso delle critiche. Critiche che talvolta affondano una radice dell'ignoranza. Ed è singolare che di questa ignoranza si siano resi paladini persino pastori della chiesa che hanno auspicato che il mio battesimo potesse avvenire quasi in sordina. Ora: io ero ignorante perché ero un neofita,  perché ho imparato man mano e continuerò ad imparare. Però una cosa ho constatato: è vero che il battesimo è un fatto personale, ma non è un fatto privato. E' un fatto pubblico. Quindi la pubblicizzazione del battesimo e la sua affermazione sono parte integrante di un'autentica fede cristiana. Auspicare che il battesimo avvenga quasi in sordina è vergognarsi di essere cristiani. Mi ha preoccupato maggiormente questa reazione critica più che le condanne a morte che ci sono state dopo il mio battesimo da parte degli estremisti musulmani, anche di quei musulmani che abitualmente vengono definiti come moderati.

Il titolo del tuo penultimo libro 'W Israele' è sufficiente per emettere nei tuoi confronti una condanna a morte. L'ennesima. Eppure è un inno alla vita. Unito ad un riscontro: con l'Islam potremmo intavolare un dialogo solamente quando riconoscerà la sacralità della vita.

La bizzarria del destino ha voluto che fosse un musulmano laico a battersi in prima linea, anche a rischio di morire, per difendere il diritto alla vita dello Stato ebraico. Quello che ho voluto evidenziare riferendomi ad un processo reale avvenuto negli ultimi 50 anni, è che se non si rispetta pienamente la sacralità della vita e il diritto alla vita di tutti senza alcuna eccezione, si partoriscono criminali. Fin tanto che si fa un'eccezione a delinquere, quella eccezione si trasforma in una falla che finisce per mettere in moto un mostro ideologico che cammina man mano con gambe proprie e che fagocita nella sua predicazione di odio, di violenza e di morte sempre nuovi soggetti: inizialmente Israele, poi il popolo ebreo, i cristiani, i musulmani laici moderati.

 F. Nietzsche di Lui disse: 'Ha veduto più in là di tutti'. Il nostro E. Olmi scrisse: 'L'incontro con Gesù mi ha aperto prospettive straordinarie'. I contemporanei di Gesù esclamarono: 'Nessuno ha mai parlato come parla quest'uomo'. Chi è per il cristiano Allam Gesù di Nazareth?

Per me è Dio che si fa uomo per condividere con l'uomo delle esperienze di vita e per fargli toccare con mano la bontà del suo messaggio tramite delle opere buone. Facendoci comprendere che la dimensione della testimonianza - quella testimonianza che coinvolge tutto l'insieme della nostra umanità (che non è solo falsa umanità, ma anche affetti, sentimenti e fede profonda) - e l'azione, che si traduce nella realizzazione del bene comune e dell'interesse della collettività, costituiscono la manifestazione genuina dell'essere cristiani.

 Si ribaltano le prospettive: da intervistatore ad intervistato. Chi è Magdi Cristiano Allam?

E' una persona di buona volontà che ha sempre perseguito la  verità e ha sempre lottato per la libertà nella convinzione che, così come dice il Vangelo,  'La verità vi farà liberi'.  Certo che verità e libertà siano due realtà, due lati della stessa medaglia che non possono essere disgiunti.

 La professione era umilissima: ferroviere e saggista. Ma le parole del convertito francese Leon Bloy (1846 – 1920) divennero dense di tempestosa profezia: 'Verrà un giorno in cui gli uomini saranno così stanchi degli uomini, che basterà loro parlar di Dio per vederli piangere'. Magdi Cristiano Allam ha raccolto la sfida. Convincendosi e convincendo.

'Sapienti sat' ('questo basta a chi capisce') solevano dire gli antichi romani. Grazie Ges√π!

 

don Marco Pozza

http://www.sullastradadiemmaus.net

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