del 24 marzo 2009
Santità,
mi spetta il graditissimo dovere di salutarla a nome di tutti i giovani presenti e di quanti essi rappresentano.
La sua presenza fra noi rappresenta una gioia e un onore per tutti i giovani. Essi riconoscono quanto sia grande e premurosa l’attenzione con cui Sua Santità accompagna la vita e il lavoro apostolico dei giovani, dato che non c’è un momento - per così dire - del suo magistero in cui i giovani non siano presenti:  basti pensare all’ultima Giornata mondiale della gioventù a Sydney, ai momenti come questo e a tutte le visite che Sua Santità effettua nei diversi Paesi del mondo. Realmente i giovani Le debbono molto.
Voglia, Santità, accettare la testimonianza del nostro profondo rispetto e il saluto che a nome dei giovani di Angola e São Tomé le rivolgo in un momento di un tanto nobile significato.
In quest’ora in cui così forte è il desiderio dell’incontro con il Papa, i giovani angolani e di São Tomé vogliono manifestare tutta la loro gratitudine e ribadire il loro proposito di evangelizzare il mondo giovanile, così come hanno fatto tanti giovani nel corso dei secoli.
I giovani vogliono dire a Sua Santità di essere disposti a far proprie le sfide dell’ultima Giornata mondiale della gioventù, coraggiosi e audaci nello stile di vita di Gesù Cristo e nella proclamazione del suo Vangelo. Vogliono percorrere questo cammino e imparare da san Paolo l’ardore missionario:  “Guai a me se non predicassi il Vangelo!” (1 Corinzi, 9, 16) e ripartire con rinnovato slancio e una grande fiducia in Colui che ci chiama e ci invia.
I giovani, inoltre, vogliono affermare di essere sensibili alla tensione fra il bene e il male presente nel mondo, in particolare nella nostra società angolana. Nel loro intimo, soffrono nell’assistere al trionfo della menzogna, della corruzione, dell’ingiustizia, della droga, della prostituzione giovanile e dell’aborto. Soffrono perché si sentono incapaci di far trionfare la verità, l’onestà, la giustizia sociale, la purezza e il rispetto per la vita.
Tuttavia, al di là di queste tensioni, i giovani possiedono un’attitudine quasi connaturale all’evangelizzazione. Come è noto, l’evangelizzazione è inattuabile senza l’entusiasmo giovanile, senza la giovinezza del cuore, senza un insieme di qualità di cui la gioventù è prodiga:  gioia, speranza, trasparenza, sincerità, audacia, creatività. Sì, la loro sensibilità e generosità spontanea, il loro tendere a tutto ciò che è bello fanno di ogni giovane dell’Angola e di São Tomé un alleato naturale di Cristo. Tutti sono consapevoli che soltanto in Cristo troveranno una risposta ai propri problemi e inquietudini.
Infine, i giovani vogliono affermare di avere il cuore aperto al messaggio che Sua Santità trasmetterà loro. Attendono da lei una parola d’orientamento che li confermi nella loro vocazione e li incoraggi nella loro missione, in quest’ora di ricostruzione nazionale.
Rinnovo a Sua Santità il mio saluto rispettoso che accompagna la testimonianza di gratitudine e di apprezzamento per l’eccelso onore della prova d’affetto e di considerazione che questo incontro rappresenta per tutti i giovani dell’Angola e di São Tomé. A nome loro accolgo e do il benvenuto a Sua Santità augurandole che si senta a suo agio tra di noi.
Molte grazie, Santo Padre! “Bem haja!”.
 
 
Dopo il saluto del presule è stata una ragazza a rivolgersi a Benedetto XVI con un messaggio a nome dei giovani dell’Angola. Questa la nostra traduzione italiana delle sue parole.
 
Benedetto colui che viene nel nome del Signore e che ci visita come un sole nascente, colmando di giubilo i nostri cuori!
Esultammo di gioia quando ci fu comunicata la venuta di Sua Santità nel nostro Paese, nel contesto della sua prima visita in Africa, a distanza di diciassette anni da quella effettuata dal suo predecessore, Giovanni Paolo II, nel giugno 1992.
Santo Padre, ci sentiamo onorati per la sua presenza in mezzo a noi nella qualità di Buon Pastore, colui che conosce le sue pecore e dà la vita per loro (Giovanni, 10, 11). È con fede che la accogliamo! È con speranza che la riceviamo!
Santo Padre, la sua visita va letta nella logica della missione che Gesù le ha affidato, quando disse: “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Matteo, 16, 18).
Nostro padre buono, noi giovani angolani, in quanto forza operativa della Chiesa e dell’Angola, risorta dalle macerie della guerra con le sue conseguenze e con le sfide che caratterizzano la pace nascente, siamo disposti a contribuire con la nostra energia, intelligenza e sapienza divina per la crescita armoniosa della Chiesa e del Paese e per mettere in pratica nella nostra vita la fede e i sacramenti. Tuttavia, Santità, siamo consapevoli che il percorso non è facile, perché incontriamo molte difficoltà, soprattutto causate da manifestazioni che vanno in direzione contraria ai valori evangelici, quali la disoccupazione, la sottoccupazione, la corruzione, l’alcolismo, la droga, la prostituzione, l’Hiv-Aids, l’aborto, la disonestà.
Santo Padre, le chiediamo: ci illumini, ci aiuti, ci consigli, ci orienti con la sua sapienza affinché riusciamo a superare queste difficoltà. Questa visita, Santo Padre, ci lascia assolutamente estasiati! Non riusciamo a trovare un’espressione di gratitudine che risulti adeguata! Per questo, con Maria ci limitiamo a esclamare:  il Signore ha fatto in noi meraviglie, santo è il suo nome!
Rivolgiamo a Dio il nostro canto di lode per questo dono d’amore, la sua presenza qui in Angola, e a Lui affidiamo la sua missione. Conti su di noi! Conti sulle nostre preghiere!
Di lei, Santo Padre, ammiriamo la disponibilità, la semplicità, l’umiltà e la sapienza con cui dirige la Chiesa di Cristo.
Per questo motivo, dinanzi a cotanta virtù, noi giovani dell’Angola, da Cabínda al Cunene, diciamo: Santo Padre, grazie!
AA.VV.
Mucha Suerte Versione app: 3.9.1.2 (19e53ac)