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“Il cortile: l'animatore amico e assistente”

Il cortile, luogo di amicizia, se animato da giovani carichi di desiderio di incontrare i ragazzi. Don Bosco cerca sempre uno spazio ampio, il “CORTILE”, per il gioco dei ragazzi. Gira tutta Torino per trovare un benedetto cortile dove poter lasciare in pace i suoi ragazzi (Valdocco). Lì fonda il suo primo oratorio. Attorno al cortile sorgono la Chiesa, il teatro, le sale per gli incontri, le sale giochi, la scuole e i laboratori.


“Il cortile: l’animatore amico e assistente”

da Quaderni Cannibali

del 22 aprile 2009

Don Bosco e il cortile

Don Bosco cerca sempre uno spazio ampio, il “CORTILE”, per il gioco dei ragazzi. Gira tutta Torino per trovare un benedetto cortile dove poter lasciare in pace i suoi ragazzi (Valdocco). Lì fonda il suo primo oratorio. Attorno al cortile sorgono la Chiesa, il teatro, le sale per gli incontri, le sale giochi, la scuole e i laboratori. Nella pedagogia di don Bosco il ragazzo viene incontrato attraverso il gioco e l’incontro in un cortile pieno di vita.

 

Dalla lettera del 1884

“… Era una scena tutta vita, tutta moto, tutta allegria. Chi correva, chi saltava, chi faceva saltare. Qui si giuocava alla rana, là a barrarotta ed al pallone. In un luogo era radunato un crocchio di giovani che pendeva dalle labbra di un prete, il quale narrava una storiella. In un altro luogo un aniamtore il quale in mezzo ad altri giovanetti giuocava all’asino vola ed ai mestieri. Si cantava, si rideva da tutte le parti e dovunque animatori e preti e intorno ad essi i giovani che schiamazzavano allegramente. Si vedeva che fra i giovani ed educatori regnava la più grande cordialità e confidenza. Io ero incantato a questo spettacolo e Valfrè mi disse: «Veda: la familiarità porta amore, e l’amore confidenza. Ciò è che apre i cuori e i giovani palesano tutto senza timore ai maestri, agli assistenti ed agli animatori. Diventano schietti in confessione e fuori di confessione e si prestano docili a tutto ciò che vuol comandare colui dal quale sono certi di essere amati»…”.

 

«Osservi i giovani in ricreazione»

[…] Osservai e vidi che ben pochi preti e aniamtori si mescolavano fra i giovani e ancor più pochi prendevano parte ai loro divertimenti. Gli aniamtori non erano più l’anima della ricreazione. La maggior parte di essi passeggiavano fra di loro parlando, senza badare che facessero i ragazzi; altri guardavano la ricreazione non dandosi neppur pensiero dei più piccoli; altri sorvegliavano così alla lontana senza avvertire chi commettesse qualche mancanza; qualcuno poi avvertiva, ma in atto minaccioso e ciò raramente.

[…] «La causa del presente cambiamento dell’oratorio è che un certo numero di giovani non ha confidenza con gli educatori. Anticamente i cuori erano tutti aperti agli animatori, che i giovani amavano ed ubbidivano prontamente. Ma ora gli educatori sono considerati come maestri e non più come padri, fratelli ed amici; quindi sono temuti e poco amati. Perciò se si vuol fare un cuor solo ed un’anima sola per amore di Gesù bisogna che si rompa quella barriera della diffidenza e sottentri a questa la confidenza cordiale»

[...] «Come dunque far rompere questa barriera?».

«Familiarità coi giovani specialmente in ricreazione. Senza familiarità non si dimostra l’amore e senza questa dimostrazione non vi può essere confidenza. Chi vuol essere amato bisogna che faccia vedere che ama. Gesù Cristo si fece piccolo coi piccoli e portò le nostre infermità. Ecco il maestro della familiarità»”

don Bosco

 

Il centro dell’oratorio è la persona di don Bosco, carica di passione e di amore per i ragazzi.

 

I ragazzi andando all’oratorio cercavano don Bosco… le uniche cose fisse erano: don Bosco e i suoi animatori. Una volta conquistati dall’affetto e dall’amicizia di don Bosco e dei suoi animatori, i ragazzi si affezionano all’ambiente, all’oratorio e non lo mollano più.

L’importante è che il ragazzo sappia di trovare in cortile un prete con i cuore amico e un giovane animatore che lo attenda con cuore di amico.

 

I ragazzi devono accorgersi di essere amati dai loro animatori.

 

Anzitutto ESSERCI… e in quale modo!

 

presenza fisica

•       vicino ai ragazzi, a 10m dagli altri animatori

•       puntualità e fedeltà agli orari

 

presenza di simpatia

•       mai stanco o seccato di stare con i ragazzi

•       cerco la presenza tra di loro nei momenti e nei posti più svariati

•       occhio quelli più simpatici!

 

presenza di sostegno

•       con grinta in tutte le attività

•       sono il primo che parte nelle proposte più diverse, anche se a volte costa

 

presenza guida

•       non siamo maestri, ma modelli

•       non siamo perfetti, additiamo la meta verso cui noi stessi stiamo camminando

 

presenza proposta

•       non do ciò che ho, ma ciò che sono

•       usare la forza della preghiera

 

presenza servizio

•       l’animazione è cosa di cuore

•       fare le cose più umili per il loro bene

 

presenza aiuto

•       so che i ragazzi sono fragili, li aiuto, sono il fratello maggiore

 

 

PICCOLI SUGGERIMENTI PRATICI

 

Come entrare facilmente nel mondo dei ragazzi?

•       amare ciò che loro amano

•       condividere la loro vita quotidiana

•       abbassarsi al loro livello

•       pregare per coloro che ci danno più fastidio

 

 

Come essere considerati amici e non maestri?

•       Condividere soprattutto il gioco

•       Non ricattare con mezzi scolastici

 

 

Come essere considerati pur essendo degli amici?

•       Anzitutto essere persone mature

•       Far capire ai ragazzi il tempo e il modo di esprimersi

•       Esigere con fermezza quello che ci si prefigge

•       Attendere il silenzio senza procedere

 

 

Rischi?

•       Non dimostrare simpatie; se ci sono siano per i meno dotati

•       Mai ridicolizzare i difetti, soprattutto quelli fisici

•       Avere un lungo senso di pazienza e di gradualità

•       Saper usare la giusta lode e il riconoscimento

•       Saper perdere e dimenticare (dote…avere poca memoria)

•       Mai castighi pubblici, mai generali.

 

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