Il club degli Imperatori

Il film è a tratti discontinuo e non appassiona fino in fondo. La sceneggiatura è debole e, a causa dell'ambientazione in un collegio americano negli anni '70, sembra quasi riproporre una trama analoga a L'attimo fuggente, senza avere, però, saputo cogliere l'atmosfera del college. La sfida intorno a cui ruota parte del film...

Il club degli Imperatori

da Quaderni Cannibali

del 14 ottobre 2003

   Classico film americano dove il protagonista si interroga sulla sue convinzioni e sul suo operato.  Professore di storia greca e romana nel collegio privato St. Patrick, William Hundert (Kevin Kline) crede fermamente nella storia e nella filosofia quali mezzi per insegnare agli alunni il rigore morale e l'amore per la democrazia. A sconvolgere, però, le sue convinzioni sarà Sedgewick Bell, figlio di un severo senatore. Il ragazzo, oppresso dalle pretese del padre, si dimostrerà bugiardo e calcolatore. Hundert, ingannato dal suo apparente interesse per lo studio, gli darà la possibilità di partecipare ad una prestigiosa competizione del collegio, preferendolo al vero finalista

 Il film è a tratti discontinuo e non appassiona fino in fondo. La sceneggiatura è debole e, a causa dell'ambientazione in un collegio americano negli anni '70, sembra quasi riproporre una trama analoga a L'attimo fuggente, senza avere, però, saputo cogliere l'atmosfera del college. La sfida intorno a cui ruota parte del film, poi, per un europeo, non ha molto senso e provoca solo una sorta di fastidio per quella che sembra essere quasi solo una grande mascherata. Kevin Kline, per quanto sia uno dei migliori attori americani, questa volta non riesce a fare partecipare lo spettatore ai tormenti del suo personaggio e i caratteri dei quattro ragazzi co-protagonisti risultano essere appena abbozzati.

Classico film americano dove il protagonista si interroga sulla sue convinzioni e sul suo operato.  Professore di storia greca e romana nel collegio privato St. Patrick, William Hundert (Kevin Kline) crede fermamente nella storia e nella filosofia quali mezzi per insegnare agli alunni il rigore morale e l'amore per la democrazia. A sconvolgere, però, le sue convinzioni sarà Sedgewick Bell, figlio di un severo senatore. Il ragazzo, oppresso dalle pretese del padre, si dimostrerà bugiardo e calcolatore. Hundert, ingannato dal suo apparente interesse per lo studio, gli darà la possibilità di partecipare ad una prestigiosa competizione del collegio, preferendolo al vero finalista

 Unica cosa pregevole è il dialogo finale chiarificatore tra il professore e l'ex-alunno ormai adulto. L'apparenza di facciata, chiarirà infatti Hundert, non porta né al vero rispetto né alla pace con se stessi.

Francesca Pascuttini

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