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Email & blog, è campagna digitale

La campagna referendaria entra nel vivo anche su Internet, e da una parte come dall'altra si usano tutti i mezzi a disposizione. Accanto ai siti ufficiali, spuntano come funghi iniziative 'ufficiose' che contribuiscono in modo capillare a diffondere idee con la preoccupazione prioritaria di raggiungere (e convincere) più gente possibile.


Email & blog, è campagna digitale

da Attualità

del 11 maggio 2005

La campagna referendaria entra nel vivo anche su Internet, e da una parte come dall’altra si usano tutti i mezzi a disposizione. Accanto ai siti ufficiali, spuntano come funghi iniziative 'ufficiose' che contribuiscono in modo capillare a diffondere idee con la preoccupazione prioritaria di raggiungere (e convincere) più gente possibile. Tra gli strumenti dei quali non si può più fare a meno un posto di primissimo piano lo occupa ormai la posta elettronica, per una questione di praticità e di efficacia: se si deve inviare la stessa comunicazione a più interlocutori è molto più facile farlo via email piuttosto che con mezzi tradizionali. Dunque, niente di più naturale che mandare un messaggio a tutti i propri contatti invitandoli a votare (o a non votare) e pregandoli di diffondere a loro volta il messaggio, in una catena di invii teoricamente senza fine. Gli esempi si sprecano, ma alcuni si impongono sugli altri.

Tra i navigatori del web è ormai arcinoto il caso dell’email diffusa a pioggia dai sostenitori dei referendum, con allegata una presentazione in PowerPoint (vale a dire, con una raccolta di schermate sfogliabili in successione sul proprio computer) che ha lasciato interdetti non pochi. In effetti, se già la materia è complessa questo messaggio elettronico tutto a eleganti foto di bimbi e slogan buonisti è fatto apposta per provocare un impatto emotivo su chi legge, non certo per aiutare a capire, o dialogare. Si inizia con affermazioni categoriche del tipo «in Italia c’è una nuova legge che impedisce ai bambini di venire al mondo», solo il primo di una serie di slogan da stadio, veri colpi bassi strappalacrime. Appello finale all’internauta: «Aiutaci a far sì che la gente sappia». Verrebbe da dire: come sottrarsi a tanta accoratezza? A questa propaganda referendaria si contrappongono alcune presentazioni speculari, ma di tutt’altra origine. Un paio sono opera del Movimento per la Vita e, quanto a struttura e scelta delle immagini, somigliano molto a quanto diffuso dai sostenitori dei referendum, ma a tesi capovolte. Dal sito del Movimento per la Vita di Genova (http://www.genova.mpv.org/ home_Seconda.htm) si possono scaricare una presentazione curata dall’organismo nazionale e una firmata dai giovani del «Movimento» genovese. A differenza dei messaggi pro-referendum, questi puntano a far pensare per aiutare a capire qual è la posta in gioco. Si mette in evidenza quello che i radicali non dicono, cioè che la legge 40 «cerca di garantire al bambino, a ogni bambino generato, il diritto alla vita, alla famiglia, all’identità genetica».

C’è anche un’altra presentazione sempre PowerPoint a sostegno della legge 40, che si può scaricare dal sito Stranocristiano.it (http://www.stranocristiano.it/battaglie/fecondazione_assistita.htm). L’ha preparata un medico anestesista, in risposta agli slogan referendari, e per questo l’ha intitolata «Davvero?». Il documento contiene una serie di citazioni da articoli scientifici nei quali diversi esperti in neonatologia mettono in evidenza i rischi cui vanno incontro i bambini nati con tecniche di fecondazione artificiale. Affascinante l’immagine conclusiva, colta durante l’intervento su un feto di 21 settimane all’interno dell’utero materno, per correggere un problema di spina bifida: a spuntare dall’utero è la minuscola manina del bimbo che afferra un dito del chirurgo.

Oltre alle catene di email sono all’opera in questi giorni strumenti meno artigianali e più tecnicamente raffinati, come le mailing list, che consentono la diffusione del medesimo messaggio di posta elettronica a più utenti contemporaneamente. Il sistema si basa su una lista delle persone autorizzate a scrivere e una seconda lista di persone le quali riceveranno simultaneamente i messaggi. Tutti i messaggi inviati alla lista possono essere archiviati per successive consultazioni anche su un sito Web.

Un esempio è la lista che fa riferimento al sito http://www.fattisentire.net. Ad animarlo è un gruppo di persone molto determinate nel promuovere la scelta del non voto, che hanno adottato la strategia 'brevettata' da un portale spagnolo (http://www.hazteoir.org/) specializzato nel 'lobbying etico': si tratta di fare direttamente pressione via posta elettronica su partiti e singoli esponenti affinché si adoperino per la difesa di certi valori fondamentali per la società, come la tutela della vita umana e il sostegno alla famiglia. Chi riceve la posta di questa agguerrita realtà si sarà visto certamente recapitare, tra i messaggi inviati, anche uno slogan ripreso dall’editoriale del direttore di Avvenire che il 3 febbraio scorso scandiva «Il no è poco, noi non andiamo a votare». Slogan che è diventato un logo animato, poi ripreso da molti siti Web impegnati nella campagna per il non voto. Un’altra mailing list dedicata all’informazione in tema di referendum è «fecondazione_artificiale_legge_40», che si appoggia anche al blog (cioè al diario online) http://fecondazioneartificiale. splinder.com. Per aderire alla mailing list è sufficiente collegarsi ad http://it.groups.yahoo.com/group/fecondazione_artificiale_legge_40/.

Tra le iniziative che stanno riscuotendo un buon successo c’è quella lanciata dall’associazione «Samizdatonline», che ha aperto un blog (http://nonsivota.splinder.com) per lanciare una campagna in favore dell’astensione. La campagna è stata ideata in collaborazione con il Comitato Scienza & Vita, che ha proposto lo slogan «Sulla vita non si vota», mentre Samizdatonline vi ha messo il logo: una piccola animazione, che chi desideri aderire all’iniziativa può aggiungere facilmente al proprio sito. A oggi hanno fatto propria la proposta circa 80 siti. Anche dal blog «nonsivota» è possibile scaricare la presentazione «Davvero?», ma si può accedere anche a numerose altre risorse per fare campagna a favore del non voto: basta cliccare su uno dei collegamenti web che portano ai siti che sostengono l’iniziativa.

Sul sito http://www.referendumfecondazione.it, per esempio, si possono trovare volantini e manifesti. Ovviamente, anche sul sito del Comitato Scienza & Vita (http://www.comitatoscienzaevita.it) è disponibile molto materiale interessante per offrire un’informazione completa sul tema dei referendum e sui motivi per non votare.

Ci sono poi i newsgroup (o forum di discussione online), siti Web organizzati in modo da permettere agli utenti registrati di sviluppare vere e proprie discussioni che consistono in una serie di messaggi collegati l’uno all’altro, secondo il modello del 'botta e risposta'. Un esempio di forum che negli ultimi mesi ha visto concentrare molte energie sul tema dei referendum è quello raggiungibile digitando l’indirizzo http://www.portalecattolico.it, dov’è possibile reperire anche confronti molto accesi con i sostenitori dei referendum.Su Internet è facile imbattersi nelle iniziative lanciate da qualcuno e che hanno incontrato un tale favore da estendersi ovunque, senza ormai quasi più riferimenti alla 'fonte'. Ad esempio, gira in queste settimane una proposta nata dall’ascolto di Radio Maria: come alternativa al referendum del 12 giugno, infatti, l’emittente ha suggerito di recarsi a un santuario mariano. Come a dire: niente spiaggia, noi ci impegniamo veramente. Qualcuno prende al volo l’idea e la rilancia via email estendendola a tutti quelli che conosce, e invitandoli a loro volta a fare altrettanto per dare la massima diffusione alla scelta motivata del non recarsi alle urne il 12 e 13 giugno. In rete gli incroci di idee sono all’ordine del giorno, e così – navigando – càpita di scoprire che il pellegrinaggio notturno a piedi da Macerata alla Santa Casa di Loreto quest’anno si terrà proprio nella notte tra 11 e 12 giugno: http://www.pellegrinaggio.org/. Giusto per ribadire che il non voto è un impegno serio, non un’astuzia, e nemmeno un segno di disinteresse. Volete aggiungervi alla lista degli 'impegnati del Web' per il non voto? Mettetevi in contatto col blog http://gino.splinder.com/, o con il sito che Avvenire dedica alla campagna referendaria (www.impegnoreferendum.it).

 

http://www.avvenire.it

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