La questione ambientale è una questione che riguarda tutti, che ci coinvolge da sempre: da quando veniamo al mondo a quando lasciamo questa vita.
La questione ambientale è una questione che riguarda tutti, che ci coinvolge da sempre: da quando veniamo al mondo a quando lasciamo questa vita. Spesso però non ci si prende cura del mondo che ci ospita e questo potrebbe essere dovuto ad una mancanza di contatto e connessione con quella che è la nostra madre terra fin da quando siamo piccoli. Magari dando questa possibilità di legame con la natura ai bambini l’interazione con l’ambiente potrebbe essere diversa. Sarebbe interessante promuovere un’educazione ambientale che comprenda non solo la dimensione scientifica, ma anche aspetti sociali, etici e spirituali. Essa deve perciò avere un approccio olistico, permettendo di riconoscere che la cura dell’ambiente è strettamente connessa alla cura della società e al benessere delle persone. Per permettere tutto questo potrebbe essere efficace stimolare gli interessi dei bambini attraverso laboratori pratici ed esperienze concrete che favoriscano un contatto diretto con la natura, permettano di far comprendere loro l’importanza che le azioni di un singolo hanno nella società emettendo così in evidenza il bene che si può creare se ognuno mette il proprio contributo e viceversa. È inoltre importante incoraggiare la collaborazione tra essi, promuovendo così la socialità e l’aiuto reciproco.
In accordo con quanto appena detto è Freinet, pedagogista ed educatore francese vissuto tra Ottocento e Novecento, che sostiene che la scuola debba educare alla socialità e, attraverso la socialità, la cultura popolare (l’insieme di tradizioni, saperi, idee, usanze che caratterizzano una comunità) sia il punto di partenza della socialità degli allievi, l’opera educativa deve perciò iniziare da essa. Se nelle scuole si cerca quindi di far diventare l’amore e l’attenzione per l’ambiente una cosa condivisa, proprio come una tradizione, questa fungerà da legame tra i bambini che ne saranno portatori nella società. Compito dell’educatore sembra quindi essere quello di cercare di far germogliare l’interesse autentico e la sensibilità di ogni bambino, in modo tale che possa continuare a dare i suoi frutti.
Come accennato prima, dar voce attraverso l’educazione non solo alla questione ambientale, ma anche al legame profondo tra la spiritualità e il nostro mondo naturale può avere risvolti assai positivi. Le tradizioni spirituali vedono tutto come interconnesso, l’uomo e la natura sono parte di un tutto interdipendente, come ad esempio le popolazioni indigene, che considerano la terra come una madre che nutre e sostiene la vita, avendo perciò un profondo rispetto e responsabilità nei confronti dell’ambiente; il buddismo, che sostiene la presenza di una connessione tra gli esseri viventi e la cura della natura, vista come un’entità sacra; la tradizione cristiana, quella più vicina a noi, in cui attraverso l’enciclica “Laudato Si” di Papa Francesco esorta alla cura del creato come parte integrante della fede e della pratica cristiana, riconoscendo che la crisi ambientale è anche una crisi sociale. Avvicinare i bambini a queste dimensioni facendogli fare pratiche come: giardinaggio, escursioni,osservazioni, piccoli rituali e cerimonie che celebrino la natura come per esempio ringraziare per il raccolto, pulizia dei parchi, piantumazione di alberi, conoscere come diverse tradizioni spirituali e religiose vedono la natura e promuovono la sua protezione, far loro ascoltare musica a contatto con la natura, far loro creare disegni o dipinti ispirati alla natura in modo da instaurare un legame emotivo con essa, vivere viaggi immaginari, facendo chiudere gli occhi e immaginare per esempio di essere un albero con radici profonde, un uccellino ecc.. e permettendo loro di toccare, annusare, sporcarsi liberamente e giocare. Anche se in quei momenti i bambini magari non sono totalmente consapevoli di star facendo qualcosa per entrare maggiormente in contatto con la natura avrà comunque effetti positivi. Ce lo suggeriscono anche due voci autorevoli: Maria Montessori, medico, pedagogista ed educatrice italiana, che nel suo metodo educativo sottolinea come l’interazione con l’ambiente naturale possa aiutare i fanciulli a sviluppare un profondo rispetto verso di esso; e Rachel Carson, biologa e zoologa americana, che nel suo libro "Il senso di meraviglia" enfatizza l’importanza di introdurre i bambini alla natura, per accentuarne il senso di meraviglia e curiosità che li porta a diventare adulti consapevoli e rispettosi dell’ambiente.
Voci diverse per sostenere una teoria meravigliosa che a partire da piccoli passi può diventare vita.
Giorgia
Circolo Laudato Si’ Padova
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