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Dall'Oratorio il “sapore” della vita di Cristo

Messaggio alla Diocesi di Milano per la Festa di Apertura degli Oratori 2005. «Sì, perché anche all'Oratorio, il principio di tutto ciò che muove e rende autentico e bello il nostro cammino umano e cristiano è la persona vivente di Gesù Cristo. Lui è il motivo e il centro e il vertice della nostra festa! L'Oratorio inizia sempre da Gesù...».


Dall’Oratorio il “sapore” della vita di Cristo

da Teologo Borèl

del 30 settembre 2005

 

Carissimi,

inizia un nuovo anno pastorale per tutta la Diocesi. E, con il nuovo anno, ricominciano negli Oratori le attività ordinarie, dopo quelle più speciali dell’estate scorsa. Tra di esse spicca la partecipazione di moltissimi giovani della nostra Chiesa ambrosiana alla XX Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia. A loro mi sono unito con grande gioia, per adorare il Signore, insieme con il papa Benedetto XVI.

Nei prossimi giorni desidero esserci anch’io, in ciascuno dei nostri Oratori, per l’appuntamento della Festa di Apertura, che sigla la ripresa autunnale. Perciò, a tutti rivolgo queste mie parole, certo che saprete cogliere l’affetto del mio cuore che batte sereno e felice al ritmo che gli Oratori sanno trasmettere: ritmo di gioia e di impegno, di amicizia e di preghiera, di vita e di Vangelo.

 

L’Oratorio inizia sempre da Gesù risorto

 

Se questi sono i passi con cui cominciamo un nuovo anno pastorale, allora l’inizio contiene già, in qualche modo, il suo compimento.

Sì, perché anche all’Oratorio, il principio di tutto ciò che muove e rende autentico e bello il nostro cammino umano e cristiano è la persona vivente di Gesù Cristo. Lui è il motivo e il centro e il vertice della nostra festa!

L’Oratorio inizia sempre da Gesù risorto, che continua a ripetere ai suoi: «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni…» (Atti 1, 8). Essere testimoni di Gesù, annunciare e testimoniare il Vangelo e così trasmettere la fede è il dono e il compito di ogni giorno anche per gli Oratori.

A ricordarlo in modo simpatico ed efficace è pure lo slogan di questo anno oratoriano: “Siete sale”. Queste parole di Gesù (cfr. Matteo 5, 13) sono rivolte anche a voi bambini, ragazzi e adolescenti e ai vostri educatori, catechisti e animatori. Insieme all’altra frase evangelica – «Voi siete la luce del mondo» (Matteo 5, 14)–, queste parole suonano come un marchio che indica l’alta qualità della vita di chi sa con certezza di appartenere a Gesù, che è il vero “sale della terra” e la vera “luce del mondo”.

All’Oratorio ci si aiuta tutti a vicenda a crescere con il “sapore” della vita di Cristo e ad essere capaci di dare il “gusto” vero del Vangelo alle esperienze  che si vivono, agli incontri che si fanno e alle attività che si svolgono: fino ad essere veri testimoni di luce, dappertutto.

 

Quando l’Oratorio non perde il suo “sapore”

 

Ciò può avvenire solo se l’Oratorio non perde il suo “sapore”! Finora, nelle mie varie visite, non ho mai incontrato Oratori scipiti. Al contrario, sono stato sempre sorpreso ed entusiasmato dalla carica vitale, educativa ed evangelica che lì si respira, frutto dell’impegno generoso, sapiente e lungimirante di molte persone che prendono parte all’azione materna della Chiesa, che genera ed educa nei credenti una vita nuova,  fragrante e luminosa. 

Prego che sia sempre così per tutti gli Oratori della Diocesi: che continuino ad essere comunità cristiane capaci, nel loro molteplice impegno educativo, di prendersi a cuore la libertà dei figli che Dio, con il Battesimo, dona alla Chiesa. Prego che sappiano accompagnarli – attraverso i cammini dell’iniziazione cristiana e della piena maturazione umana e spirituale – fino a che ogni ragazzo, adolescente e giovane sappia interpretare la propria vita come responsabilità, come impegno a vivere in fedeltà e in coerenza con il dono della fede ricevuto nel Battesimo. Prego ancora perché tutti possano sperimentare la bellezza e la gioia di “diventare” cristiani, di “essere” cristiani e di “vivere” da cristiani.

Sì, all’Oratorio si deve gustare il “sapore” della vita di Gesù e si deve scegliere la via luminosa delle Beatitudini come il cammino più affascinante e desiderabile che un ragazzo, un adolescente e un giovane possano intraprendere: il cammino della santità!

L’Oratorio, dunque, non perde il suo “sapore” – anzi lo intensifica – se non rinuncia mai, pur in mezzo alle situazioni difficili e complesse, alla missione che gli è propria: affiancare e aiutare i genitori per avviare, favorire e accompagnare la crescita di giovani uomini e donne testimoni di Gesù risorto nella vita quotidiana della società.

 

Lo stile “sale e luce” dell’Oratorio

 

Questa irrinunciabile tensione missionaria dell’Oratorio si esprime dentro ogni sua attività, ma, soprattutto, con il suo stile, fatto dall’insieme degli atteggiamenti, delle parole, dei gesti, dei comportamenti e degli ambienti che lì si incontrano normalmente.

Un Oratorio avrà lo stile “sale e luce” dei testimoni di Gesù se, in ogni occasione, i ragazzi saranno condotti a percepire e ad esprimere il senso profondo della gratuità, del servizio generoso, gioioso e disinteressato e della solidarietà operosa; se verrà assicurata sempre la qualità umana in tutti i rapporti personali e in ogni luogo e attività, facendo sì che ogni persona – nessuna esclusa  – sia sempre rispettata, stimata e valorizzata; se le parole e i gesti che circolano saranno improntati dai tratti della cordiale fraternità, della simpatica allegria, dell’accoglienza pronta e disponibile, della gentilezza schietta e operosa, oltre che dalla normale buona educazione, che è sempre da coltivarsi con bontà, pazienza e giusta fermezza.

“Sale e luce” dell’Oratorio sono anzitutto le parole della fede, luminose di verità e calde di amore, pronte a uscire dalle labbra degli educatori per entrare nel cuore dei ragazzi e sfociare nella loro vita.

Anche gli ambienti della preghiera e della riflessione devono ricevere una particolare cura, per garantire sempre all’Oratorio il suo vero “sapore”, così che tutti lo possano più facilmente riconoscere e “gustare”.

Per tutte le persone dell’Oratorio hanno pieno valore le parole che intitolano l’anno pastorale della Diocesi: «Risplenda la vostra luce davanti agli uomini» (Matteo 5, 16).

Le «opere buone» che si compiono in Oratorio rendono davvero “gloria al Padre che è nei cieli”, se continuano a uscire dal cortile o dalle aule del catechismo per raggiungere – con rispetto di tutti, ma anche con ferma convinzione personale – la piazza, le vie, le case, la scuola, gli ambienti dove vivono i ragazzi e le loro famiglie.

Agli occhi di chi ama e anima l’educazione dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani, il territorio con le sue istituzioni, con i suoi problemi, con le sue risorse e, soprattutto, con il suo tesoro – le persone! – è quella “casa” dove tutti possono ricevere luce buona e feconda dalla piccola grande “lucerna” dell’Oratorio, vera “città sul monte” (cfr. Matteo 5, 14), dove la vita dei giovani discepoli di Gesù si prepara e si educa. Non si nasconde, ma a tutti si mostra, donando luce, calore e speranza.

 

Con l’amore di Cristo e con il più vivo incoraggiamento per il nuovo anno oratoriano, saluto e  benedico ciascuno di voi.

 

 

Il vostro Arcivescovo

+Dionigi card. Tettamanzi

Diocesi di Milano

 

 

Milano, 25 settembre 2005

card. Dionigi Tettamanzi

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