"Passione, Musica, Educazione" è la rubrica che dà voce ai giovani appassionati di musica, raccontando le loro esperienze, sogni e il ruolo che la musica ha nella loro crescita personale. Un viaggio tra talenti, storie e valori, dove la musica non è solo arte, ma anche vita.
Puoi raccontarci qualcosa di te? Quanti anni hai, dove vivi e cosa fai nella vita?
Sono Alberto, in arte Proph, e ho 34 anni. Originario di Rovigo, mi sono trasferito nel trevigiano 8 anni fa, per lavoro. Attualmente sono preside in una scuola salesiana di Mogliano Veneto, ma mi piace innanzitutto pensarmi come professore di lettere, una grande passione lavorativa che mi ha entusiasmato fin dal primo momento in cui ho messo piede in classe.
Quando e come hai scoperto la tua passione per la musica?
Ho coltivato il sogno della musica per diversi anni, già dal Ginnasio del liceo classico, e ho sempre pensato di aver qualcosa da dire, da raccontare, da trasmettere. In primis con il rap, vero genere underground dei primi anni 2000, poi con il rock, il funk e il pop. I miei non erano grandi fan della musica, in qualche modo è come se fosse successo un po’ tutto per caso: è stata la musica a trovare me e a travolgermi, perché mi ha sempre fatto sentire libero.
Hai un artista o un genere musicale che ti ha ispirato particolarmente?
Le fonti di ispirazioni negli anni sono cambiate molto: a 15 anni ascoltavo Eminem dalla mattina alla sera, poi ho conosciuto i Linkin Park grazie al mio folle compagno di banco del liceo e da lì è stata una diga in frantumi: ho preso in mano una chitarra e non mi sono più fermato. Oggi sicuramente annovero tra i miei artisti preferiti Willie Peyote, i Pinguini Tattici Nucleari, Fast Animal and Slow Kids, Catfish and the Bottlemen…
Qual è il ruolo della musica nella tua vita quotidiana?
Oserei dire totalizzante, perché non esisterei senza. Ammetto che Spotify ha dato uno slancio inequivocabile, offrendomi quotidianamente l’opportunità di ascoltare playlist, conoscere band e artisti nuovi, sperimentare nuove influenze e nuovi generi. Solitamente mi sveglio la mattina e la prima cosa che faccio, dopo aver spento la sveglia, è premere “play”.
Quante canzoni hai prodotto finora e qual è quella più riuscita, secondo te?
Farei fatica ad esprimere un giudizio in merito, perché sono in costante crescita ed evoluzione, e sono molto autocritico: solitamente non sopporto l’idea di riascoltare i miei pezzi una volta che sono pubblicati, perché è come se appartenessero già al passato. Tra la band con cui ho suonato per alcuni anni (Divenio Callimaco) e progetto solista (Proph) penso di aver prodotto almeno una ventina di brani, e tra non molto pubblicherò ancora; eppure sono emotivamente molto legato ad “A Prescindere”, resa ancora più magica dal video spettacolare dei ragazzi di Record Studio.
In che modo pensi che la musica ti abbia aiutato a crescere come persona?
Mi ha aiutato sicuramente a leggermi dentro, ad ascoltarmi, a tradurre in parole ciò che provo, le emozioni e le esperienze, siano esse positive o negative, che mi fanno vibrare. Quasi tutti i testi prendono spunto da qualcosa che ho vissuto, sperimentato, toccato con mano: la musica mi dona l’occasione gratuita di imprimere tutto in qualcosa di concreto, che resti.
Hai mai imparato qualcosa di importante (valori, lezioni di vita) attraverso la musica o l'attività musicale?
Ho senz’altro imparato a dare un peso alle parole, a come si usano, a quanto sia pericolosa la banalità dei discorsi nella nostra quotidianità; siamo esseri umani che vivono necessariamente di relazioni, ma quanto è difficile scegliere con cura le parole quando siamo delusi, frustrati, arrabbiati, insoddisfatti.
Come la musica può essere uno strumento educativo per altri giovani?
Assolutamente sì! Credo che la musica abbia un potere incredibile, che è in grado di superare anche i castelli personali dentro cui ci arrocchiamo troppo spesso. È come se avesse un canale comunicativo diretto con la nostra coscienza e la nostra anima.
Quali sono i tuoi obiettivi o sogni legati alla musica?
Il vero obiettivo è quello di dar sfogo alla mia creatività, continuando a ricercare il gusto di una canzone ben scritta e ben arrangiata, che possa raccontare qualcosa di me, di te, di noi.
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