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CRONACHE DALLA SCOGLIERA - Storia di una pietra che imparò l’amicizia - giorno 8

La pietra non conosce molte cose; e questo le dispiace. Come fa una stella marina a sapere così tanto della vita, lei che non ha mai sentito il vento e il sole?


CRONACHE DALLA SCOGLIERA

Storia di una pietra che imparò l’amicizia

 

Giorno 8

4 marzo 2020  

 

 

Come stai, Stella?  
Oh, bene, adesso!  
Sono felice, finalmente gli uomini si sono alzati per fare qualcosa di buono.  
Non lo fanno, in genere?  
Dipende. Sono i più piccoli che si danno davvero da fare. Quelli più grandi si aspettano sempre qualcosa in cambio e allora, se non sono certi di ricevere qualcosa a loro volta, se ne stanno fermi a guardare e a giudicare quello che fanno gli altri.  
Ma è una cosa falsa!  
Cosa?  
Dico, in realtà, a fare del bene si riceve sempre qualcosa in cambio. Forse si arrabbiano perché non ricevono quello che vorrebbero, però sempre ritorna qualcosa in dietro.  
E oggi cos’hanno ricevuto quelli che vi hanno ributtato in mare?  
Guarda davanti a te.  
…  
Senza parole, vero? Oggi il tramonto del cielo non è rosso quanto il mare, rossissimo di stelle. È uno spettacolo che non si vede tutti i giorni, non trovi?  
…  
Che hai? Perché non parli?  
Non vedi che sto piangendo, stupidina? Anche le pietre si emozionano. E poi stavo pensando a una cosa…  
…  
Questo vostro spettacolo non ci sarebbe stato senza la tempesta, senza che veniste catapultate all’asciutto, senza che vi asciugaste quasi del tutto. Senza questo dolore, non ci sarebbe il vostro rosso tra le onde…  
Vedo che hai capito come funziona la vita. Ti credevo più intelligente.  
Io credevo di esserlo, ma mi sbagliavo. Sembra tanto come la lacrima della ragazza…  
Com’è che hai detto che si chiamava, lei?  
Non lo so, l’onda non me l’ha saputo dire.  
Perché la chiami “l’onda” e non la chiami con il suo nome?  
Perché non lo so.  
Potevi chiederglielo, tonta di una pietra che non sei altro!  
E tu, perché non mi chiami con il mio nome, cara Stella?  
Hai ragione, scusa… Come ti chiami, pietra?  
Ho il nome più semplice per una pietra come me, simile al tuo per una stella come te. Mi chiamo Petra. E volevo dirti anche un’altra cosa.  
Di’ pure!  
Vorrei tanto diventare tua amica.  
Anch’io lo vorrei, Petra.  
…  
E voglio anche ringraziarti, perché senza la strana danza del tuo cuore, io adesso non sarei viva.

 


testi: Anita Marton 

grafiche: sr. Giulia Collodel 

 

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