CRONACHE DALLA SCOGLIERA - Storia di una pietra che imparò l’amicizia - giorno 1...

Che vuol dire Stella Maris? Cosa c’entra una stella marina con un ragazzo che non c’è più? La pietra non lo sa. Allora, ascolta.

CRONACHE DALLA SCOGLIERA

Storia di una pietra che imparò l’amicizia

 

Giorno 11

7 marzo 2020  

 

Il cielo si è fatto nero, le stelle si sono addormentate. Solo Stella è ancora sveglia, attenta. Kyma si è fermata con noi e ci culla, piano, mentre ascoltiamo i ragazzi parlare. Ricordano: qualche anno prima, Alberto aveva ricevuto una telefonata. Era un volontario di Stella Maris, un centro aperto da alcuni religiosi per accogliere i giovani immigrati nella zona ancora malfamata del porto. Diceva che mancava cibo per gli ospiti del centro, non sapevano cosa fare. Alberto, allora, si era messo al telefono di casa e aveva iniziato la sua maratona di chiamate a tutte le persone che potevano aiutare. I ragazzi si erano subito precipitati nelle loro cucine, avevano spazzato via ogni alimento dalle dispense. Ricordano i volti delle madri, esterrefatte. Alberto era passato a prendere quello che gli altri avevano raccolto, l’aveva portato a Stella Maris. Quella sera, degli affamati avevano potuto mangiare. Da quella volta, spesso era capitato di dover aiutare gli immigrati del centro, e tutti lo facevano volentieri. Ma, soprattutto, trascorrevano tante ore ad ascoltarli - in italiano, in inglese, in qualsiasi lingua. Si trovavano di fronte a marinai di colore, sbandati, stanchi. Il loro primo istinto era quello di scappare; non riescono ancora a credere che nella loro città possano esistere situazioni come questa. Raccontano le storie e i nomi delle persone che hanno incontrato, come quella volta, che avevano aiutato un ragazzo del Ghana a trovare dei pantaloni che gli andassero bene. Qualcuno sorride. Stanno tutti in silenzio e guardano l’orizzonte, nero. Forse pensano alle persone che sono state salvate da questo mare e che loro hanno potuto aiutare. Io ripenso a quando ho regalato quella goccia a Stella.  

 


testi: Anita Marton 

grafiche: sr. Giulia Collodel 

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