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CRONACHE DALLA SCOGLIERA - Storia di una pietra che imparò l’amicizia - giorno 7

Una pietra ha il cuore? Una lacrima può essere indelebile? Gli uomini sanno fare del bene? Una storia può stravolgere una vita? Forse sì. Forse…


CRONACHE DALLA SCOGLIERA

Storia di una pietra che imparò l’amicizia

 

Giorno 7

3° marzo 2020  

 

Stella continua a sbiadire, ha sete di vita. Io le faccio sentire il rumore del mio cuore, un po’stonato rispetto ai flussi del mare, spero le possa far bene. Lei dice che sembra una canzone e le verrebbe voglia di ballare. Io non so come si faccia a ballare, ma spesso le onde hanno ballato attorno a me, ed era bello. Stella chiude piano gli occhi, io ho paura che non li riapra più, ma non voglio dirglielo. Continua a battere il mio cuore, e ha ancora un po’ il gusto di quella lacrima. Una lacrima può essere indelebile? Non se ne va più, anche se l’ho regalata a Stella; proprio perché l’ho regalata a Stella, ora non se ne va più via. Stella deve vivere. Deve ascoltare con me la storia di Alberto e di quella ragazza triste ma serena. Com’è possibile? Come fa ad esserci tempesta e bonaccia in un cuore solo? La pietra accanto a me mi sta parlando. Dice di fare attenzione, che fa male. Fa male cosa? Un dolore profondo mi turba dalle radici, noi pietre abbiamo radici. Mi sento senza una parte di me, ma sono tutta intera. Guardo lì accanto al naso e Stella non c’è più, non c’è più alcuna stella sulle rocce vicine a me. Qualcuno ha strappato via le stelle, ma chi, se il bambino gioca sulla spiaggia con il secchiello? Mi guardo attorno e vedo tutti quegli uomini e donne e ragazzi e bambini e palette e mani che, delicate, una ad una prendono le stelle e le gettano in mare. Una ad una, ed adesso non ne rimane più nessuna. Tutti tornano sotto il sole, tra gli aperitivi e i cappelli di paglia, e quel bambino non lo sa di essere stato la goccia che ha fatto cambiare le cose, la goccia che ha ridato vita al rosso più bello del mare. Forse la sua mamma l’ha visto con quella stella in mano ed ha voluto fare lo stesso con un’altra, e poi un’altra ancora. Vedete che voi umani qualcosa di buono lo sapete fare, magari proprio quando non vi rendete conto di stare aiutando qualcuno? Ma serve che ve lo dica una povera pietra, che siete degli esseri speciali?  

 


testi: Anita Marton 

grafiche: sr. Giulia Collodel 

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