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Correggere...

Una prima forma per ammonire è dare il buon esempio: se i miei amici bestemmiano, io non lo faccio; se al supermercato tanti rubano, io non rubo; se i miei colleghi si mettono in mutua stando benissimo, io non lo faccio..... Non essere camaleonti, ma cristiani...


Correggere...

da Teologo Borèl

del 06 settembre 2008Letture:           

Ezechiele 33, 7-9               

Romani 13, 8-10                

Matteo 18, 15-20

 

 

 

In linea con la parola “sinfonia” sopra riportata, vediamo che tre sono le parti del discorso di Gesù riportato nel cap. 18 (faresti bene a leggerlo tutto con calma!):

-      nella prima viene sottolineata nella Chiesa l’umiltà e il suo centro di interesse, che sono i ‘piccoli’ (vv 1-14);  

-     nella seconda è il ‘fratello che ha peccato’ che attrae l’attenzione di bene della comunità: come ricuperarlo? (il tema odierno!);

-     nella terza parte (sarà il vangelo di domenica prossima) l’accento è su chi è stato offeso.  

1.                 “Dov’è tuo fratello?”: è questa la domanda che troviamo nelle prime pagine della Bibbia ed è rivolta a Caino che ha ucciso il fratello Abele. Dio si fa difensore del fratello ucciso! E di lì in poi tutta la Bibbia è una lenta educazione a farsi carico del fratello, del vicino, del povero, dell’orfano, della vedova… L’amore a Dio, grazie alla predicazione dei profeti, si salda a poco a poco con quello del prossimo, fino a diventare il cuore della Legge. Tuttavia il prossimo per l’ebreo resta fondamentalmente quello del proprio clan, della propria nazione. Gli altri sono pagani,  idolatri, … gente con cui è meglio non avere a che fare.

Gesù estende il concetto di prossimo ad ogni persona. Via steccati, pregiudizi… e Lui per primo ne dà l’esempio: parla con la Samaritana, addita il samaritano della parabola come modello di amore per il prossimo, esce dai confini di Israele, incontra la Cananea, il centurione romano… Ha parole di misericordia con i peccatori e le peccatrici, accetta inviti a pranzo da gente di malaffare…. Gesù dice nei fatti e anche nelle parole che ogni persona è prossimo: è così per il Padre suo che “fa piovere sui giusti e sugli ingiusti e fa splendere il sole sui buoni e sui cattivi!”

“Occhio agli schemi” era il titolo dell’omelia di domenica scorsa e qui ritorna lo stesso tema. Prova a pensare cosa dice il mondo circa le relazioni con il prossimo:

·        “fatti i fatti tuoi!” che diventa addirittura segno di discrezione, di correttezza, di non invadenza. Di solito invece è segno di menefreghismo, di un egoismo mascherato, di amore alla quiete personale

·        l’altro, se interessa, è perché può diventare terra di “conquista”, ne posso trarre un utile di diverso genere (pensa a cosa non fa la pubblicità per catturare clienti)

·        la cosa importante è che stia bene io. Gli altri? Che si diano da fare… e poi posso mica diventare il salvatore del mondo! Si arrangino.

E Ges√π? Il suo pensiero lo conosci bene:

·        l’altro è Gesù! “Quello che avrai fatto al più piccolo dei miei fratelli lo avrai fatto a me!”

·        sei responsabile dell’altro, cioè ne devi rispondere in qualche modo, perché l’altro ti interpella

·        nelle relazioni vale la regola: “assenza di proprietà!” e invece occasione di dono e di condivisione. 

 

 

*       Una prima forma per ammonire è DARE IL BUON ESEMPIO: se i miei amici bestemmiano, io non lo faccio; se al supermercato tanti rubano, io non rubo; se i miei colleghi si mettono in mutua stando benissimo, io non lo faccio….. Non essere camaleonti, ma cristiani che senza vergogna cercano di vivere il Vangelo. L’esempio a volte vale più di una predica e può smuovere il cuore più di un ceffone o di una sgridata

 

*      DIRE UNA PAROLA BUONA: e qui iniziano i guai. Perché?

-       Perché intanto bisogna saperla dire. “La verità che non è caritatevole sgorga da una carità che non è vera” (S. Francesco di Sales). Non basta la verità, anzi a volte la verità può essere nociva se non è accompagnata da grande delicatezza, empatia, tenerezza.

-       Perché non conosco la reazione dell’altro che può avvertire una “pericolosa invasione di campo”, può sentirsi umiliato e giudicato e quindi offeso, può ritenere non vera  l’osservazione….

-       Perché posso sentirmi rispondere “Medico, cura te stesso”. Anche Gesù ci ammonisce: “Togli prima la chiave dal tuo occhio e allora potrai levare la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello”. È una forma di difesa che non ci deve intimorire più di tanto.

 

L’imperativo “ammoniscilo” non è un rinfacciargli il peccato, ma un aiuto a esaminarlo in tutti i suoi aspetti, a capire il non senso di quanto ha fatto e a sentire la necessità di intraprendere un  cammino di conversione. Solo quanto ciò si realizza si può dire di aver riguadagnato al bene il fratello.

Scrive T. Radcliffe: Noi guardiamo le persone nel modo giusto solo quando le guardiamo con misericordia!  Correggere un fratello o sorella è un grande atto di carità!

 

Purtroppo siamo in mezzo ad un sacco di PERSONE MUTE! Sbaglia chi fa il male, ma anche chi non fa nulla e tace!

 

-      Genitori che non danno buon esempio ed esigono dai figli quello che loro non fanno. Scusano sempre, anche quando la mancanza è evidente. Certi colloqui Genitori-Insegnanti sono “drammatici” … per i figli!

-      Educatori: che per il quieto vivere non riprendono i giovani, non indicano il bene come meta possibile e seducente… Ho incontrato educatori che per non perdere “popolarità” tacevano su cose gravi!

-       Amici: “se gli dico questo, lui cessa di essere mio amico…” Pochi hanno capito che la sincerità è uno dei criteri per verificare se un’amicizia è vera o falsa. Lo stesso vale per i Fidanzati: una certa paura, una certa superficialità o un errato concetto dell’amore blocca i due nel dirsi con affetto difetti e cose sgradite. La cosa verrà a galla poco dopo il matrimonio, ma in forma violenta, che ferisce. Anche qui gli esempi abbondano

 

Correggere l’altro è difficile. Non si pratica più la correzione fraterna neppure nelle case di “perfezione”, cioè nelle comunità religiose….

Voglio offrirti non una correzione, ma un invito al bene, su cui tante volte sono tornato. Eccolo

-    Il male è spesso sfacciato, non ha paura di manifestarsi. Mons. Fisichella al Meeting di Rimini ha detto che “mai come oggi la Chiesa è violentata e sbeffeggiata… C’è nel nostro paese chi tenta di isolare e ridicolizzare la fede cristiana. L’obiettivo è quello di emarginare il ruolo della Chiesa sulla scena pubblica. 

-   Gesù invece ci ricorda che il bene va “gridato fin sui tetti”. L’invito è quello di diffondere il bene, le iniziative di bene, le esperienze positive e belle che vivi.

 

2. “Se tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo”: così inizia il Vangelo di oggi. Dunque lo sbaglio dell’altro non mi può lasciare indifferente. Provo su questa frase di Gesù a meditare con te a voce alta. 

 

0. Inquadratura del Vangelo odierno: in questo anno liturgico (anno A) siamo invitati a riprendere in mano e a rileggere il Vangelo di Matteo. Tu sai che questo Vangelo è incentrato su 5 grandi discorsi di Gesù, 5 pilastri che costituiscono la fisionomia del cristiano e della Comunità cristiana. Dopo il Discorso della montagna (cc 5-7) che ci ha presentato la “Legge del Regno”, il Discorso apostolico (cc 9-10) che ha tracciato le linee portanti dell’attività missionaria e il Discorso parabolico (cap 13) che ha esposto in immagini l’annuncio del Regno e il suo svilupparsi nella storia fino alla venuta gloriosa del Figlio dell’uomo, ecco ora il Discorso comunitario (cap 18). È certamente il più semplice e il più armonioso; un autore ama definirlo una “sinfonia in tre movimenti”.  Concluderà il Discorso escatologico (cc 24-25) che parlerà dell’importanza della vigilanza, dell’attesa e del giudizio di Dio sul mondo e sulle persone.

 

don Gianni Ghiglione

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