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Con i tuoi occhi

Stupende parole piene di tenerezza. E Dio le sta dicendo a un popolo, Israele, a cui, pure, tantissime volte ha rimproverato la sordità e la cecità spirituali, l'infedeltà, l'ingratitudine.


Con i tuoi occhi

da Quaderni Cannibali

del 31 gennaio 2008

Con i tuoi occhi.

 

Mi guardo

con i tuoi occhi,

o Dio.

E mi vedo

un prodigio.

 

 

 

Commento...

 

“… Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo” (Is 43,4) Stupende parole piene di tenerezza. E Dio le sta dicendo a un popolo, Israele, a cui, pure, tantissime volte ha rimproverato la sordità e la cecità spirituali, l’infedeltà, l’ingratitudine. A questo suo popolo, così debole e fragile, Dio, nella sua infinita misericordia, assicura un amore fedele, uno sguardo sempre “innamorato” e parole di benevolenza: “Popolo mio, tu spesso sei infedele, mi abbandoni, tendi a fare di testa tua, non mi ascolti, non ti lasci guidare da me, cerchi la  tua felicità e la tua realizzazione in cose che si rivelano poi un male per te. Eppure, ugualmente tu sei prezioso ai miei occhi, sei, per me, degno di stima e io ti amo”.

 

Nel popolo d’Israele possiamo vedere “rappresentato” l’uomo, ogni uomo che viene in questo mondo. E nel rapporto fra Dio e il suo popolo, caratterizzato da un continuo tradimento da parte di Israele e da un altrettanto continuo perdono da parte di Dio, possiamo vedere il rapporto fra Dio e l’uomo, questo essere che fa fatica ad accettare la sua condizione di creatura e che tende a rompere il legame con il suo Creatore, per “gustare” e “vivere” la “libertà”, acquistando solo dopo tanti “disastri” esistenziali la tragica consapevolezza degli errori commessi.

 

Quante vite distrutte da angosciosi sensi di colpa, che pesano e schiacciano come macigni! Quanta poca stima di sé hanno tante persone, che non riescono a “vedere” tutte le potenzialità, tutte le ricchezze che hanno dentro, poiché fissano il loro sguardo solo sui propri difetti, sui propri fallimenti! Quale tremendo complesso d’inferiorità può bloccare e distruggere una persona, che “sente” intorno a sé soltanto ostilità e disistima e che, piano piano, finisce con il “vedersi” con gli occhi negativi di chi, dall’alto della sua orgogliosa, presunta “superiorità”, la umilia fino ad annullare la personalità!

 

Completamente diverso è l’agire di Dio. Egli ama infinitamente l’uomo che ha creato e vuole che questa sua creatura sia felice, in una piena realizzazione di sé.

 

Nel bellissimo salmo 139, al v. 14, l’autore esplode in un grido di gratitudine e di gioia: “Ti lodo, Signore, perché mi hai fatto come un prodigio”. Non è, questa, l’esclamazione di esultanza di un uomo forte, potente, eccezionale, ma di un uomo “normale”, un uomo, soltanto un uomo, un essere umano che, guardando se stesso con gli occhi di Dio, si vede come lo vede Dio, percepisce se stesso con lo stesso amore con cui Dio lo ha creato e continua a “guardarlo”. “Sei tu che hai creato le mie  viscere e mi hai vissuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere..” (Salmo 139,13-14).

Si, io sono una stupenda opera, Signore. Tu mi hai fatto come un prodigio. Mi guardo con i tuoi occhi e mi “vedo” quel meraviglioso prodigio che tu hai progettato e creato.

 

Se tu, Signore, mi guardi con amore e i tuoi occhi, posandosi su di me, sorridono, come posso io non amarmi? Se tu mi stimi infinitamente, come posso io non avere una profonda stima di me stesso? Lo so, io sono fragile, come quei fiori di campo talmente leggeri, quasi impalpabili, che il più lieve soffio può fare dissolvere nell’aria, ma, nella mia debolezza, nella mia fragilità, io mi sento forte, mi sento “ricco” dentro, perché tu, Dio, amandomi, mi stimi infinitamente, nonostante i miei limiti, i miei errori, i miei fallimenti. Chi ama, infatti, non può non stimare la persona amata, perchè non si ferma ai suoi difetti, alle sue debolezze, ai suoi errori, ma va sempre “oltre”, riuscendo, con gli occhi dell’amore, a vedere in essa delle realtà da stimare che gli altri non riescono nemmeno lontanamente a immaginare possano esistere in quella persona.

 

Ecco, Signore, tu mi “vedi” sempre come il prodigio che hai pensato e realizzato; è il tuo amore che mi rende, ai tuoi occhi, prezioso e degno di stima. Per questo, qualunque cosa io sia, qualunque cosa io faccia, tu continui a guardarmi con occhi pieni d’amore e in ogni istante mi ripeti: “Figlio mio, ricorda, e siine certo, che tu sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima e io ti amo. Sempre!”

Maria Rita Campobello

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