Come Pregare in Famiglia

«Genitori,coltivate con fedeltà e generosità la preghiera coniugale e familiare! La preghiera è la voce della fede: senza preghiera, la fede è muta, sterile, si indebolisce e muore. La preghiera della casa prepara e prolunga quella della Chiesa...». Prende spunto da queste parole del Cardinale Tettamanzi, pronunciate in Duomo a Milano l'8 settembre scorso in occasione della presentazione della seconda tappa del Percorso pastorale diocesano, la consueta riflessione settimanale di don Vittorio Chiari.

Come Pregare in Famiglia

da Teologo Borèl

del 28 settembre 2007

Ho provato a raccogliere alcune delle difficoltà che i genitori hanno sollevato nei numerosi incontri che ho avuto con le famiglie della Diocesi ambrosiana per testimoniare che la sfida del Cardinale Dionigi Tettamanzi rivolta loro sul comunicare la fede tra le mura di casa non è tra le più facili ma neppure tra le impossibili. Uso un artificio letterario, immaginando la lettera di un papà alle quale risponde il Cardinale stesso, che cercherò di interpretare in modo corretto, per evitare una... scomunica!

 

 

EMINENZA CARISSIMA...

 

«...domenica scorsa, fuori dalla mia parrocchia, hanno distribuito una sua lettera. Già il titolo mi ha messo in crisi: “Famiglia, comunica la tua fede”. Si rende conto di quello che mi sta chiedendo come padre? Io lavoro otto ore al giorno, con qualche straordinario, per pagare il mutuo e mandare avanti la famiglia: moglie, che lavora part-time, e due bambini in età scolare. La piccola frequenta la scuola materna, l’altro le elementari. Di tempo me ne avanza davvero poco per educare e quel poco non mi permette di “comunicare la fede” come vuole lei.

 

Forse perché ho vergogna: non ho mai pregato in casa con mia moglie e i miei figli e non saprei come iniziare adesso. Comunque, sono abbastanza tranquillo: ho assicurato loro l’istruzione religiosa. Il piccolo va alla scuola materna della parrocchia. Ci sono le suore e con le suore non c’è scampo: tutti imparano a memoria le preghiere, che non hanno imparato a casa. Il più grande deve fare la prima comunione e lì ci pensano le catechiste dell’oratorio, che segnano le presenze e se un giorno marca assenza, arriva la telefonata a mia moglie, minacciando di non ammetterlo, se mancasse altre volte. Non le pare che faccia già abbastanza o devo fare di più? Mi risponda, se può».

 

Naturalmente, non avendo il Cardinale, tempo per rispondere, rispondo al suo posto, sperando che il nostro Arcivescovo sia ben contento che qualcuno gli dia una mano per raggiungere i suoi fedeli.

 

 

CARO PAPÀ...

 

“...sono contento che hai letto almeno il titolo della mia lettera! Vorrei tanto raggiungere con il mio messaggio tutti i papà della diocesi per invitarli a riflettere su questo compito, che è proprio della famiglia: educare e comunicare la fede. E’ in casa che i figli respirano l’amore di Dio Padre. Perché vergognarsi di pregare insieme ai suoi cari, di parlare di Dio?

 

Una cosa è certa: se come padre vuoi bene ai figli, rendi possibile il loro incontro con Dio. Questo è già un primo annuncio di fede, che non puoi delegare ad altri. Ma se non ami i tuoi figli, se sei in lotta con tua moglie, è quasi meglio non parlare loro di Dio: se ne farebbero un’idea sbagliata. Ricordo Aldo che si arrabbiava nel sentire che Dio era padre: “Non me ne parli, diceva, a me fa venire in mente mio papà, quando ubriaco, la sera, torna a casa e picchia tutti, anche la mamma!”.

 

Se vivi bene il tuo ruolo di padre, anche se stenti a pregare con loro, hai già dato molto! Ma tu sai che non è facile amarli con tutto quello che ne consegue: avere pazienza, ascoltare, intervenire, esigere, perdonare, incoraggiare, ridare speranza, fiducia, sostegno! Senza comunione con Dio, senza preghiera, tutto diventa più difficile. Un piccolo passo lo puoi compiere per loro, non esige grande fatica: prova a fare il segno della Croce quando vi mettete a tavola per cenare o prima che si addormentino, la sera! Non sono solo i preti che possono benedire nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, ma anche i papà. Sono certo che i tuoi figli si addormenterebbero felici! Parola di Cardinale!». 

don Vittorio Chiari

http://www.chiesadimilano.it

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