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Beato il “fratello universale” Charles de Foucauld

“Il modo in cui il fratello Charles de Foucauld imitò Gesù di Nazareth ci ha sedotto”, affermano quanti compongono l'ampia e varia famiglia spirituale di questo piccolo grande uomo del deserto, costituita oggi da undici congregazioni religiose e otto associazioni di vita spirituale sparse in tutto il mondo.


Beato il “fratello universale” Charles de Foucauld

da Teologo Borèl

del 10 novembre 2005

BIOGRAFIA

CHARLES DE FOUCAULD (Fratel Carlo di Gesù) nasce a Strasburgo in Francia, il 15 settembre 1858. Orfano a 6 anni, è cresciuto assieme a sua sorella Marie dal nonno, del quale seguirà la carriera militare.

Nell’adolescenza si allontana dalla fede. Conosciuto come amante del piacere e della vita facile, rivela, nonstante tutto, una forte e costante volontà nei momenti difficili.

Intraprende una pericolosa esplorazione in Marocco (1883-1884). La testimonianza della fede dei musulmani risveglia in lui questo interrogativo: Ma Dio, esiste ? — «Mio Dio, se esistete, fate che Vi conosca ».

Rientrato in Francia, colpito dalla discreta ed affettuosa accoglienza della sua famiglia, profondamente cristiana, si mette in ricerca e chiede ad un sacerdote di istruirlo. Guidato da Don Huvelin ritrova Dio nell’ottobre del 1886.Ha 28 anni. « Come credetti che c’era un Dio, compresi che non potevo far altro che vivere per Lui solo ».

Un pellegrinaggio in Terra Santa gli rivela la sua vocazione: seguire ed imitare Gesù nella vita di Nazareth. Vive 7 anni alla Trappa, prima a Nostra Signora delle Nevi, poi ad Akbès in Siria. In seguito vive solo, nella preghiera, nell’adorazione, in una grande povertà, presso le Clarisse di Nazareth.

Ordinato sacerdote a 43 anni (1901), nella Diocesi di Viviers, si reca nel deserto algerino del Sahara, prima a Beni Abbès, povero tra i più poveri, poi più a Sud a Tamanrasset con i Tuaregs dell’Hoggar. Vive una vita di preghiera, meditando continuamente la Sacra Scrittura, e di adorazione, nell’incessante desiderio di essere, per ogni persona il « fratello universale », viva immagine dell’Amore di Gesù.« Vorrei essere buono perché si possa dire: Se tale è il servo, come sarà il Maestro? ». Vuole « gridare il Vangelo con la sua 14 vita».La sera del 1° dicembre 1916 è ucciso da una banda di predoni di passaggio.

Il suo sogno è sempre stato quello di condividere la sua vocazione con altri: dopo aver scritto diverse regole di vita religiosa, ha pensato che questa « Vita di Nazareth » potesse essere vissuta da tutti ed ovunque.Oggi la « famiglia spirituale di Charles de Foucauld » comprende diverse associazioni di fedeli, comunità religiose ed istituti secolari di laici o sacerdoti sparsi nel mondo intero.

 

INTERVISTA

 

Il 13 novembre prossimo, durante la Messa presieduta dal Cardinale Saraiva Martins, la Chiesa beatificherà nella Basilica di San Pietro in Vaticano Charles de Foucauld, proponendo la sua figura come esempio da imitare per i cristiani che vogliono seguire Gesù.

 

Colui che ha voluto essere “fratello universale”, soprattutto dei più indifesi, ha voluto fondare una congregazione religiosa che si ispirasse al suo carisma. In Francia lo seguirono solo 49 persone, nell’Unione dei fratelli e delle sorelle del Sacro Cuore di Gesù, per la quale ottenne l’approvazione delle autorità religiose.

 

Oggi seguono le sue orme migliaia di persone in undici congregazioni religiose e otto associazioni di vita spirituale. Sono gruppi spirituali composti da laici, sacerdoti, religiosi o religiose e vivono il Vangelo in tutto il mondo, aiutati dalle intuizioni di Charles de Foucauld.

 

Antonio Rodríguez Carmona, di questa famiglia spirituale, professore di Sacra Scrittura presso la Facoltà di Teologia di Cartuja di Granada (Spagna) e consulente della Santa Sede per i rapporti con il mondo ebraico, ha descritto la vita e i tratti salienti del nuovo Beato che la Francia e l’Africa donano al resto del mondo.

 

Ci parli di Charles de Foucauld e delle sue radici.

 

Nacque a Strasburgo il 15 settembre 1858 in una famiglia nobile. Compì gli studi primari e intermedi a Strasburgo e a Nancy.

 

La sua famiglia gli offrì un ambiente religioso, ma nei centri di studio incontrò anche un ambiente neutro, che unito al suo temperamento irrequieto e alla mancanza di un’adeguata direzione educativa fece sì che vivesse una gioventù estremamente dissoluta.

 

Perse la fede a sedici anni e rimase in uno stato di indifferenza per più di dodici. Arrivato alla maggiore età, entrò in possesso di una consistente eredità, che dilapidò.

 

Nel 1878 entrò nell’esercito come sottotenente alla volta dell’Africa, nell’epoca in cui la Francia colonizzava l’Algeria.

 

In seguito si congedò per dedicarsi ad esplorare il Marocco, dove compì un viaggio di tremila chilometri, travestito da rabbino ebreo. Frutto del viaggio fu un importante studio geografico del Paese, che gli valse la medaglia d’oro della Società di Geografia.

 

Cosa ha significato questo viaggio per il suo itinerario spirituale?

 

Quel viaggio lo ha messo in contatto diretto con l’Islam e il deserto, è stato l’inizio di un vero cambiamento nella sua vita.

 

Ha letto, ha riflettuto, ha pregato a modo suo. Un giorno è andato alla ricerca di padre Huvelin per parlare di questioni religiose e questi gli ha detto di mettersi in ginocchio e di confessarsi. E’ stata la grazia della conversione.

 

“Non appena ho creduto che c’era un Dio, mi sono reso conto del fatto che non potevo fare altro che vivere per lui”, ha ricordato in seguito Charles de Foucauld.

 

E dopo la conversione?

 

A partire da quel momento, tutta la sua vita è stata una ricerca seria e appassionata della volontà di Dio, che era il suo assoluto, imitando Gesù, soprattutto nella sua esistenza nascosta e povera.

 

Credeva che la volontà di Dio fosse il suo ingresso nella vita religiosa e scelse i trappisti (cistercensi), ordine religioso di vita austera, per cui nel 1890 entrò nella trappa di Notre Dame des Neiges in Francia. Lì seppe dell’esistenza di un’altra casa dell’ordine in Siria, ad Akbés, dove c’era una povertà estrema, e chiese di esservi trasferito; vi trascorse sei anni. Non era completamente soddisfatto. Nonostante la vita austera dei monaci, avevano al loro servizio lavoratori poveri della regione, che vivevano in condizioni precarie.

 

I suoi superiori lo inviarono a Roma, dove studiò Teologia (ottobre 1896), ma quando stava per compiere la professione perpetua decise di abbandonare l’ordine. Insoddisfatto, cercava una più autentica vita di Nazareth, imitando Gesù, che trascorse a Nazareth la maggior parte della sua vita conducendo un’esistenza da operaio, nascosta ma redentrice.

 

Abbandonò l’ordine e si insediò a Nazareth come domestico delle Clarisse, vivendo in una casetta nell’orto e dedicandosi totalmente alla contemplazione e alla povertà. Sognava di avere dei compagni che condividessero la sua vita e decise di redigere la regola dei Piccoli Fratelli del Sacro Cuore di Gesù.

 

Già si profilano le caratteristiche del suo carisma per la Chiesa…

 

Sì, la lunga permanenza a Nazareth lo spinse a cercare un altro luogo più povero dove portare avanti lo stesso stile di vita e rendere presente Gesù attraverso la sua vita nascosta. Per questo nel 1901 si recò prima in Francia per ordinarsi sacerdote e decise poi di stabilirsi in Marocco, sebbene in seguito, di fronte all’impossibilità di farlo, si trasferì in Algeria, a Beni-Abbés, vicino alla frontiera marocchina.

 

Lì visse la sua vocazione di vita di Nazareth, nascosta e povera, al servizio degli uomini, soprattutto dei più bisognosi. Trascorreva lunghe ore in adorazione dell’Eucaristia, viveva come fratello di tutti, accogliendo i malati e i poveri senza distinzione di razza o religione. Da lì viaggiò molto l’Algeria, sempre alla ricerca dei più poveri.

 

Cos’è che definisce la novità del suo carisma nel momento vissuto allora dalla Chiesa e dal mondo?

 

Questo di “Fratello Universale” è un aspetto importante della sua spiritualità: una chiamata ad incarnare l’amore e il servizio tra i più poveri e abbandonati attraverso l’amicizia e la testimonianza silenziosa. Questo amore, portato alle sue ultime conseguenze, chiede di condividere la condizione sociale dei più poveri, il lavoro manuale, il servizio incondizionato.

 

Attirato dal desiderio di entrare in contatto con le tribù Tuareg, nel 1905 si stabilì a Tamanrasset, nel Sahara, dove condusse una vita simile a quella di Beni Abbés. Per preparare il cammino a futuri missionari portò a termine una serie di studi linguistici di grande valore scientifico.

 

E’ lì che morì il 1° dicembre 1916, nel contesto della Prima Guerra Mondiale. Catturato da una banda ribelle, venne vigilato da un ragazzo mentre gli altri saccheggiavano la sua casa. Il ragazzo, nervoso perché credeva che stessero arrivando i soldati, lo uccise sparandogli alla testa.

 

Può illustrarci alcuni tratti della sua spiritualità?

 

Il carisma del fratello Charles si riassume nel motto “Jesus-Caritas”. Alla base c’è l’assoluto di Dio Padre-amore, che prende sul serio e la cui volontà vuole realizzare. Tutta la sua vita è stata una continua ricerca della realizzazione di questa volontà, il che si è tradotto in una vita di crescente servizio.

 

Poiché Dio Padre si rivela in Gesù, quest’ultimo è stato il suo grande amore, colui che desiderava imitare, soprattutto nel periodo della sua vita nascosta e redentrice a Nazareth. L’adorazione dell’Eucaristia è fondamentale, perché rende presente Gesù-amore che si dona e invita a portare avanti nel mondo la sua dedizione nei confronti degli uomini, di tutti gli uomini, per cui un autentico adoratore deve essere fratello universale, soprattutto dei più deboli e abbandonati.

 

Per conoscere meglio la figura del fratello Charles, è molto utile l’opera di A. Chatelard, “El camino de Tamanrasset”, pubblicata a Madrid nel 2003 dall’Editorial San Pablo.

 

Charles de Foucauld non ha realizzato il suo desiderio di fondare una congregazione, ma il seme che ha gettato ha dato frutti abbondanti. Ci parli della Fraternità.

 

Il fratello Charles voleva fondare una congregazione che condividesse il suo carisma, per cui ha scritto varie regole, ma non è riuscito a realizzare il suo obiettivo in vita, tranne una piccola “Unione di Laici” che al momento della sua morte contava qualche decina di iscritti. Più tardi, a partire dal 1933, iniziarono a costituirsi gruppi che desideravano vivere i vari aspetti del carisma di fratello Charles, adottando varie forme (congregazione religiosa, istituto secolare, associazioni di laici, associazioni di sacerdoti, ecc.) e sottolineando ognuno un aspetto del carisma. Sono nati così come congregazioni i Piccoli Fratelli di Gesù, le Piccole Sorelle di Gesù, i Piccoli Fratelli del Vangelo, ecc.; come istituti secolari la Fraternità Jesus Caritas, come laiche consacrate la Fraternità Charles de Foucauld, come associazione di fedeli la Fraternità Secolare Charles de Foucauld, come associazione di sacerdoti diocesani la Fraternità Sacerdotale Jesus Caritas, ecc..

 

“Il modo in cui il fratello Charles de Foucauld imitò Gesù di Nazareth ci ha sedotto”, affermano quanti compongono l’ampia e varia famiglia spirituale di questo piccolo grande uomo del deserto, costituita oggi da undici congregazioni religiose e otto associazioni di vita spirituale sparse in tutto il mondo.

Zenit.org

http://www.carlosdefoucauld.org

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