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Adorare il Padre in Spirito e Verità

Nel brano di Vangelo odierno, tratto dall'incontro di Gesù con la Samaritana, risuona quell'espressione misteriosa: I veri adoratori del Padre “devono adorarlo in Spirito e Verità”. Mi pare che voglia dire due cose, bellissime...


Adorare il Padre in Spirito e Verità

da Teologo Borèl

del 08 novembre 2008

Letture:  

1 Re 8, 22-30                             

1 Pietro 2, 4-9                                

Giovanni 4, 19-24

 

0. Non c’è viaggio turistico attraverso l’Europa che non faccia tappa in qualche chiesa, testimonianza di fede, di cultura, di vita cristiana, di una comunità che ha lasciato questo “segno”. Come non ricordare le basiliche paleocristiane, le cattedrali medioevali, le chiese rinascimentali di cui la nostra Italia è ricchissima? Sono simboli permanenti della presenza di Dio nello spazio e attraverso questo simbolo si attua il dialogo tra finito e infinito, tra l’uomo e il suo Dio.

Non per nulla nell’Antico Testamento il luogo dove veniva custodita l’Arca dell’Alleanza (segno della presenza di Jhawé) si chiamava “tenda del convegno”, cioè la casa dell’incontro tra due persone, tra due libertà, tra due volontà, quella divina e quella umana.

Questa domenica celebriamo una festa che vede al centro una chiesa, quella di S. Giovanni in Laterano a Roma.  Perché?

 

1. Storia e significato: il palazzo del Laterano, proprietà della famiglia imperiale, diventò nel sec. IV abitazione ufficiale del Papa. La basilica adiacente, dedicata al divin Salvatore, fu la prima cattedrale del mondo. Dedicata poi anche ai due santi Giovanni (il Battista e l’Evangelista), fu considerata la Chiesa-madre di Roma e il centro simbolico della comunione di tutte le Chiese sparse nel mondo. “La presidenza nella carità” della Chiesa di Roma (tema tanto caro a S. Ignazio di Antiochia), diventa così il tema di fondo dell’odierna liturgia. Una festa che ricorda l’unità della Chiesa, quell’unità per cui Gesù ha pregato prima di morire e che trova nella figura del Papa un segno di visibilità, un centro di comunione per tutta la Chiesa.

Vorrei dire qualcosa che ti faccia amare di più quel piccolo spazio di universo che è avvolto dalle mura della tua chiesa, quella del tuo quartiere, della tua parrocchia, quella vicino a casa tua, quella dove ti senti “a casa”.

Per fare questo occorre superare due concezioni estreme:

q       La concezione magica, materialista che ritiene che solo in chiesa possiamo incontrare Dio, parlare con Lui….  Nella prima lettura trovi una splendida preghiera di Salomone pronunciata in occasione del trasporto dell’Arca dell’Alleanza nel nuovo Tempio di Gerusalemme. Il saggio re si interroga: “Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruita!” Possiamo cercare e trovare Dio non solo tra le quattro mura della chiesa,ma nella natura, “nel cielo stellato che è sopra di me e nella legge morale che è dentro di me” (E. Kant).

q       La concezione spiritualista la quale nega ogni presenza divina nella corporeità, nella spazialità. Va ricordato che Dio benedice, feconda e santifica ogni realtà umana e cosmica: “Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: Lì sarà il mio nome” continua Salomone nella sua preghiera. Dio, l’infinito e l’eterno, pur essendo “altro” rispetto al mondo, “non ha avuto vergogna del seno di una vergine” (Cfr. Te Deum!!!) e si è fatto uomo!  Quindi può ben marcare con una presenza speciale il tempio materiale della chiesa.

 

2. La chiesa, corpo di Cristo: la seconda lettura è di una bellezza strepitosa. È l’apostolo Pietro che parla della vita concreta del cristiano alla luce del mistero della Pasqua del Signore: è Lui “la pietra viva, rigettata dagli uomini (= condannato a morte e crocifisso), ma scelta e preziosa davanti a Dio” (= Risorto e costituito Signore del tempo e della storia). È Lui la pietra angolare su cui si fonda e su cui cresce la costruzione del tempio e i cristiani sono a loro volta “pietre vive impiegate per la costruzione di un edificio spirituale”.  Essi con Cristo formano un “popolo nuovo, che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce”.

Mi auguro che tu abbia tempo per lasciare entrare nel tuo cuore queste parole, che sono la nostra realtà di cristiani. Mi scriveva in questi giorni un amico che per il lavoro che svolge ha la possibilità di avere una vasta percezione di come va il mondo: “Stiamo entrando in un tempo di persecuzione della Chiesa un po’ dappertutto e con vari modi: uccisioni (in India sono già 500 gli uccisi perché cristiani!), emarginazione, derisione,  accuse false…”.  “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia!” Hanno perseguitato il Maestro e “perseguiteranno anche voi!” “Nessuno ha un amore più grande di chi dà la vita per i suoi amici”.

 

3. Pietre vive: questa è la bella definizione che s. Pietro dà dei cristiani, uniti a Gesù. Cosa significa? Mi sembra che troviamo lo stesso concetto nel Vangelo di Giovanni, quando leggiamo: “Io sono la vite, voi i tralci…. Senza di me non potete fare nulla… Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto”.

La pietra è viva e il tralcio porta frutto se hanno un legame vitale con la pietra d’angolo (Cristo) e con la vite (Gesù). Occorre “rimanere nel suo amore”, cioè avere fede nel suo amore, credere al suo amore per noi. Nota che non si tratta di un restare statici, rassegnati, pigri; è una appartenenza operosa, gioiosa, consapevole e, proprio per questo, ricca di riconoscenza quella che ci viene richiesta

È venuto il momento di sapere nei fatti e nel cuore che siamo PIETRE VIVE! Che il corpo di Cristo che è la Chiesa è fatto di pietre vive, di me, di te, di tanti cristiani che “restano nell’amore di Gesù”.

Come si fa?

 

4. “Adorare il Padre in Spirito e Verità” : nel brano di Vangelo odierno, tratto dall’incontro di Gesù con la Samaritana, risuona quell’espressione misteriosa: I veri adoratori del Padre “devono adorarlo in Spirito e Verità”. Mi pare che voglia dire due cose, bellissime:

q       Occorre adorare il Padre nella profondità del proprio cuore (spirito) e nella ricchezza delle opere (verità), memori di quanto ci dice lo stesso Evangelista: “Non amiamo con la lingua, ma nei fatti e nella verità”. Si crea allora un legame tra chiesa e vita,  tra quanto abbiamo celebrato nella liturgia e quanto siamo chiamati a realizzare nel nostro quotidiano

q       Occorre adorare il Padre nello Spirito Santo per mezzo di Gesù (è Lui la Verità). È così vero questo che tutte le preghiere della Chiesa sono indirizzate al Padre per Cristo nello Spirito! È la novità della preghiera trinitaria, animata dallo Spirito: noi non sappiamo neppure cosa chiedere, ma lo Spirito prega in noi, abita in noi, ci apre gli occhi e il cuore.

don Gianni Ghiglione

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