Riscoprire Maria

Maria come animatrice? Certo. E per tanti motivi. Come per gli animatori, molti la vedono come lontana dalla vita, una che gioca con situazioni facili e protette. Come per gli animatori, molti non la conoscono veramente.

Riscoprire Maria

 

Quando abbiamo pensato ad alcuni articoli per la formazione animatori non immaginavo che ne avrei scritto uno io. Ma poi è successo che, dovendo occuparmi del percorso biblico, ho lavorato molto sulla Ô¨Ågura di Maria, ho cominciato a parlare con entusiasmo di quanto riscoprivo su Maria. E molti mi hanno detto di regalare queste riÔ¨Çessioni anche a tutti gli animatori. Questo anche perché ogni volta Ô¨Ånivo un nuovo pezzo dicendo "...vedi è come per gli animatori!" oppure "...succedeva quando animavo in oratorio...".

Maria come animatrice? Certo. E per tanti motivi. Come per gli animatori molti la vedono come lontana dalla vita, una che gioca con situazioni facili e protette: è senza peccato, Dio le dice tutto. Come per gli animatori molti non la conoscono veramente.

Sono i particolari che ci fanno vedere la vita di Maria in un'altra luce. Cominciamo.

Maria è promessa sposa a Giuseppe. In realtà secondo il rito ebraico è già sua sposa a tutti gli eletti, solo che non vivono ancora insieme (avverrà dopo il matrimonio).Ma se è moglie avere un Ô¨Åglio da un altro uomo signiÔ¨Åca adulterio, signiÔ¨Åca essere lapidata.

Quando Maria dice sì è tutt'altro che ingenua. Maria rischia. E deve far capire il motivo delle sue scelte prima di tutti ai genitori. Non ha niente come prova se non quello che gli ha detto l'angelo: sua cugina Elisabetta sterile è incinta. Non c'è Facebook, cellulare, telefono.

Come si fa a esserne sicuri? Non si può. Bisogna provare. Immaginate la faccia di Anna e Gioacchino di fronte alla voglia di andare con la certezza di chi crede in qualcosa. Quanti animatori hanno insistito con i propri genitori e quanti si son senti ti dire: «Ci manca solo il letto in parrocchia!». E com’è difficile spiegare che ci si crede veramente, che fa parte di noi, che è qualcosa che ne vale la pena.

Maria è dalla parte degli animatori perché c'è passata. Maria sa. Sa anche che non si vede subito il risultato. Conosco il racconto della Visitazione (quando Maria va da Elisabetta) da oltre trent'anni eppure solo ora mi sono fatto una domanda: quanto ha camminato Maria per raggiungerla? Quanto dista Nazareth, dove lei abita, da Ein Karem dove vive la cugina? Oltre 100 km!

Non una passeggiata, anche perché ovviamente niente auto e niente bici. A piedi vuol dire circa 25 ore di cammino e quindi qualche giorno. Sola. Quando si anima bisogna iniziare, camminare e poi perserverare.

Perseverare. Immaginate la scena. Sta tre mesi dalla cugina e poi torna. Torna che quindi è in cinta di tre mesi e mezzo. Si inizia a vedere qualcosa. Cosa pensa la gente? Che cosa dirà Giuseppe? Giuseppe è uomo giusto e decide di non ripudiarla ma di annullare le nozze così facendo la salva dalla lapidazione. Poi però un angelo lo avverte del progetto di Dio e i due si sposano. Ma la gente? Cosa avrà detto la gente? Maria va avanti lo stesso. Ci crede e sa che quando si crede in qualcosa si paga di prima persona. Maria è vicina a tutti gli animatori quando pagano di persona perché sa cosa vuol dire continuare, nelle difficoltà, nelle incomprensioni, quando gli altri ti guardano con sufficienza o peggio con diffidenza.

Maria sa. Ma sa anche altro. Sa di essere collaboratrice al sogno di Dio. Così a Cana quando chiede a Gesù di fare qualcosa e si sente rispondere che non è ancora il momento di iniziare la sua missione, continua a chiedere mostrando una totale fiducia in Dio e dice ai servi semplicemente: «Fate tutto quel che vi dirà». Obbliga così al primo miracolo di Gesù. È lo stesso per gli animatori che "obbligano" Dio a compiere miracoli nei ragazzi che animano. Non è un miracolo il sorriso sano di un ragazzo? Non è un miracolo quando vivendo il tempo dell'estate li facciamo crescere? Non è un miracolo quando vediamo gesti di conversione?

Sa di potersi fidare. Sotto la croce stava Maria. Tanti anni fa ho vissuto l'esperienza del volontariato di fianco ai malati terminali. Sconvolgente. Posso dire per averlo toccato con mano che è vero che le madri soffrono con i figli. In maniera viscerale. Solo una madre può capire Maria sotto la croce. E Maria sotto la croce sta come ogni madre starebbe di fianco al proprio figlio, ma nello stesso tempo sta con un passo in più: il passo di chi il giorno primo della settimana va al sepolcro per prima. Come l'animatore che sa stare nei venerdì santi della vita ma con lo sguardo fisso alla domenica di Risurrezione.

Sa perdonare. Avete provato a immaginare una madre cosa può aver pensato degli amici di suo figlio, che fatta un'eccezione, l'hanno tradito o rinnegato o abbandonato?

Eppure Maria è con loro. Li accompagna, li sostiene finché diventati veramente grandi nella fede li fa partire per le loro strade. Come gli animatori. Che sanno per-donare, che altro non significa che donare un'altra possibilità per ricominciare.

Si Maria è l'immagine perfetta per gli animatori. E per fortuna non è solo un'immagine!

Per questo riscopritela, pregatela e affidategli tutti i ragazzi che vi vengono affidati dalle famiglie e anche da Dio. E come lei possiate sempre dire: «Eccomi!». Alla vita, all'animazione.

 

 

Gigi Cotichella

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