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Proposte per vivere con san Francesco di Sales [2° parte]

Riflessioni e studi di don Paolo Mojoli su San Francesco di Sales: seconda parte.


Proposte per vivere con san Francesco di Sales [2° parte]

 

Siamo alla seconda puntata del nostro percorso di riscoperta della fede in compagnia di san Francesco di Sales.  Un itinerario che si propone di essere “teologico”, cioè – letteralmente – che riguarda Dio; che dovrebbe portarci tutti quanti a dire una parola almeno un pochino più matura a riguardo di nostro Signore.  Ma proviamo a chiederci chi è il vero teologo? Solo uno che riflette e si interroga; o qualcosa di più, di meglio e di maggiormente entusiasmante? È necessariamente un prete, una suora o anche un laico… ma che vive in mezzo ai fumi delle sacrestia o alle polveri delle biblioteche?  Invece, secondo Francesco di Sales e gli antichi Padri della Chiesa, «nessuno è vero teologo se non Dio» stesso. Parlare di fede, meditare su Dio… non significa altro che lasciare che Lui stesso trasformi i nostri occhi per vedere con i suoi, le nostre labbra per parlare con le sue, le nostre mani per agire con quelle di Cristo Signore.  Non ci capiterà allora come quei «molti letterati che, dopo grande rumore di studi, sono costretti alla vergogna di non capire quello» che i santi scrivono «con tanto acume sulla pratica del santo amore».  Con la sua penna delicata e risoluta, Francesco segna uno scarto tra le donne innamorate di Dio e quelle persone, spesso anche ecclesiastici, che magari si agitano e si applicano tanto, ma non sono disposti né a lasciarsi convertire, né tantomeno trasfigurare dalla presenza del Signore. Francesco assicura che gli scritti spirituali «vengono composti più felicemente dalla devozione degli amanti che dalla dottrina dei sapienti, per questo lo Spirito Santo ha voluto che molte donne facessero meraviglie in questo campo», cioè la fede e la teologia. Persone che magari non hanno studiato tanto, ma la loro vita, i loro stessi occhi, spargono un sapore senza misura: è il dono della sapienza! Mentre inizia il suo capolavoro teologico, intitolato proprio Trattato dell’amor di Dio, Francesco ci assicura che «nella santa Chiesa tutto appartiene all’amore, vive nell’amore, si fa per amore e viene dall’amore».  Le quasi 800 pagine di questo libro si situano proprio al cuore della vita della Chiesa; nel punto che fa da cardine all’apertura della porta della storia: le vicende, tanto varie, che toccano le nostre vite, le famiglie a cui apparteniamo, la Famiglia salesiana, la Chiesa stessa… possono essere lette ed  interpretate, documentate ed espresse solo alla luce di Cristo: «Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l'uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione» (CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Gaudium et spes , n. 22). Il Cuore del mondo, pulsante, vivo e vivificante… anche se trafitto, è proprio quello di Gesù. Il suo ritmo sia sempre anche il nostro, come ci mostra don Bosco nelle foto degli ultimi anni: sconvolto dalla fatica, ma trasfigurato nel mistero pasquale di passione, morte e risurrezione.

 

 

don Paolo Mojoliti

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