Suor Leonella Sgorbati, uccisa in Somalia nel 2006 verrà beatificata il 26 maggio a Paicenza. Dalle meditazioni della missionaria emerge una forte adesione al mistero eucaristico e la volontà di consegnarsi...
del 18 maggio 2018
Suor Leonella Sgorbati, uccisa in Somalia nel 2006 verrà beatificata il 26 maggio a Paicenza. Dalle meditazioni della missionaria emerge una forte adesione al mistero eucaristico e la volontà di consegnarsi...
«Il mio andare in Somalia è la risposta a una chiamata: tu Padre hai tanto amato la Somalia da donare il tuo figlio… E io dico con lui “questo è il mio corpo, questo è il mio sangue donato per la salvezza di tutti”».
Suor Leonella Sgorbati scrive queste parole nel suo diario il 27 febbraio del 2006.
Sette mesi dopo, il 17 settembre, a 65 anni, viene assassinata a Mogadiscio da due sicari che le sparano alle spalle, all’uscita dall’ospedale dove ha appena tenuto il suo corso per infermiere. Sette pallottole colpiscono lei e la guardia del corpo Mohamed Mahamud Osman, musulmano e papà di quattro figli, che muore nel tentativo di difenderla.
Una consorella, Marzia Ferra, racconta così i suoi ultimi istanti: «Era ancora viva, sudava freddo, ci siamo prese per mano, ci siamo guardate e prima di spegnersi come una candelina, per tre volte mi ha detto: “Perdono, perdono, perdono”». Una parola, ripetuta tre volte.
Il prossimo 26 maggio verrà proclamata beata nella cattedrale di Piacenza, sua terra d’origine. Il settimanale Credere (17 maggio) racconta la vicenda di questa straordinaria donna.
Suor Leonella, al secolo Rosa Sgorbati, era nata nel 1940 a Rezzanello di Gazzola (Piacenza). Missionaria della Consolata, dopo una vita trascorsa in missione nei Paesi africani, come infermiera specializzata, nel 2000 riceve una proposta dalla Somalia, dov’è rimasto solo un piccolo gruppo di sue consorelle che lavoravano come volontarie nell’Ospedale Sos, Kinderdorf International, l’ unica struttura sanitaria a Mogadiscio a offrire cure gratuite in ambito pediatrico. C’è bisogno di una scuola per infermieri e infermiere, che suor Leonella riesce ad aprire nel 2002.
Nel 2006, l’ anno della sua morte, si diplomano le prime 34 infermiere. Per solennizzare la celebrazione suor Leonella fa indossare agli studenti la “toga”.
L’avvenimento, mai avvenuto prima in Somalia, viene trasmesso dalla tv locale, e anche in Kenya. Qualcuno però comincia a dire che la suora sta facendo di tutti questi giovani dei cristiani. I più radicali, vedendo i ragazzi con le toghe, dicono che li ha già vestiti da “padri”. Non è chiaro se siano state queste voci il movente del suo assassinio.
Il dopo Ratisbona
C’è da dire che nel 2006 la Somalia è pervasa da fortissime tensioni. Dopo il 12 settembre, giorno del discorso di papa Benedetto XVI a Ratisbona (e cinque giorni prima dell’omicidio di Suor Leonella), scoppiano proteste in tutto il mondo islamico alimentate dai gruppi più radicali. «Una mattina suor Leonella, che si alzava molto presto per pregare, disse sconvolta alle sorelle che si doveva pregare e offrire molto per il Papa e per la Chiesa perché aveva sentito dalla radio che il mondo musulmano era in grande agitazione a causa di un discorso del Papa a Ratisbona», raccontano le sue consorelle.
Martiri di Somalia
Suor Leonella è una martire che si aggiunge alla lista degli italiani – consacrati e volontari laici – assassinati in Somalia: l’ ultimo vescovo residente a Mogadiscio, Salvatore Colombo, venne assassinato nel 1989; negli anni successivi sono state uccise le missionarie laiche Graziella Fumagalli (1995) e Annalena Tonelli (2003).
Consegnarsi a Maria
Dalle meditazioni della missionaria emerge una forte adesione al mistero eucaristico e la volontà di consegnarsi, sull’esempio di Maria:
«Contemplo Maria come la donna della totale appartenenza, è un dono senza ritorno, l’ appartenenza viene prima della possibilità di poter disporre! Lui può, noi abbiamo detto che apparteniamo a Dio ma è vero? È vero quello che io ho detto? Lui può disporre? Maria è la donna che appartiene totalmente a Dio, lui può disporre. Quando io dico che io e lui nell’Eucaristia “saldati” siamo una cosa sola, allora io non mi appartengo più, è una consegna totale, allora lui può disporre di me per l’ avvento del Regno».
Gelsomino Del Guercio
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