«Essere padre è un dono grandissimo conclude siamo la roccia su cui la famiglia può crescere e sostenersi, come una pianta rampicante. L'anno scorso è mancato mio papà, Fernando. Lo sento sempre presente e vicino, e così cerco di essere io con i miei figli. Per quanto si provi a pianificare tutto, la vita rimane imprevedibile. L'importante è non avere riserve, devi sempre dare tutto quello che puoi. Se esiste un segreto, credo che sia proprio questo»
di Camilla Bovo, tratto da ilgazzettino.it
MONSELICE Nel giorno della Festa del Papà l'Ulss6 Euganea racconta la storia di Franco Muraro, infermiere strumentista in sala operatoria all'ospedale Madre Teresa e papà di cinque figli. Franco, 50 anni, vive a Monselice con la moglie Rosa Lucia, collega in servizio al reparto di Oculistica, e i loro ragazzi. «La primogenita Selene racconta ha 23 anni e studia odontoiatria, con lei condivido molto della mia esperienza sanitaria. Samuele, 22 anni, è iscritto a ingegneria meccanica, ha il pallino della birra fatta in casa che gli do una mano a produrre. Matteo, 16, frequenta l'istituto tecnico informatico, è bravissimo, col mio aiuto sta imparando a guidare la moto, ho sempre voluto che fossero autonomi. Francesco, 12, è patito di matematica e scienze, gli ho insegnato il teorema di Pitagora e i calcoli con le potenze. Il sabato sera è invece tutto dedicato a Beatrice, 13 anni, con sindrome di Down: dopo cena ci sediamo sul divano a guardare i film della Marvel con bibite e popcorn. Per lei che sta continuando ad andare a scuola nonostante le restrizioni, è il momento più speciale della settimana. E lo è per tutti noi».
EQUILIBRIO Barcamenarsi tra i faticosi turni di lavoro e una famiglia così numerosa è una prova continua di equilibrio, che Franco affronta con il cuore pieno di gioia e gratitudine. La storia della famiglia Muraro è cominciata 25 anni fa quando, al rientro da un concorso per infermieri, Franco conobbe in treno Rosa Lucia. Da allora non si sono più lasciati. «Eravamo così giovani, commenta Franco la prima gravidanza è stata una sorpresa. Due ragazzi che si sono scelti, sposati, sempre voluti bene, al punto da decidere di avere un secondo figlio: in quattro ci sentivamo come la famiglia del Mulino Bianco. Il progetto di avere altri bambini è maturato un po' alla volta, quando ormai eravamo fuori dalla routine di pannolini e biberon. Il terzo figlio era così buono e bello che ci è venuta voglia di farne un quarto, Beatrice. La sua sindrome di Down non ce l'aspettavamo. Con lei ogni giorno è una sfida, ma crescerla in una famiglia numerosa è anche un'opportunità, la sua presenza ci migliora tutti. Il quinto figlio lo consideriamo una rivincita sulla vita: siamo andati in camper ad Assisi per chiedere la benedizione. Il travaglio ha avuto delle complicanze, durante il parto mia moglie stringeva un'immagine di San Domenico Savio, alla fine è nato un bambino meraviglioso e super intelligente. L'abbiamo chiamato Francesco Domenico». Tra i mille impegni di ogni giornata, la famiglia si riunisce a cena, con la tv spenta, «così tutti possono raccontare la loro. Ci piace molto, la famiglia cresce e si auto sostiene come una piccola società». Sempre uniti, è stata affrontata anche l'emergenza sanitaria, con Franco spostato in rianimazione, a contatto con i pazienti covid.
IL VACCINO «All'inizio c'era tanta paura di contagiarsi, prima di tornare a casa facevo una doccia bollente, la famiglia mi dava la forza di andare avanti dice Franco - Malgrado le precauzioni, con la seconda ondata mi sono positivizzato. Ricordo i giorni di isolamento in camera, i figli che mi passavano il cibo alla porta. Porto ancora gli effetti del long-covid', ma sono tornato in sala operatoria. Quando sono arrivati i primi vaccini per gli operatori sanitari, ho dato subito la mia adesione. Mi sono vaccinato al V-Day' di dicembre, la vaccinazione è una responsabilità civile. È l'unico strumento che possa metterci in salvo, creare panico non serve, se hai paura non reagisci e non vai avanti né indietro. Lasci solo altro spazio per diffondersi alla malattia». Anche oggi, 19 marzo, Franco si dividerà tra lavoro e famiglia. «Essere padre è un dono grandissimo conclude siamo la roccia su cui la famiglia può crescere e sostenersi, come una pianta rampicante. L'anno scorso è mancato mio papà, Fernando. Lo sento sempre presente e vicino, e così cerco di essere io con i miei figli. Per quanto si provi a pianificare tutto, la vita rimane imprevedibile. L'importante è non avere riserve, devi sempre dare tutto quello che puoi. Se esiste un segreto, credo che sia proprio questo»
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