Da professori siamo "bombardati" dalle domande degli studenti ed è bello non abituarsi mai! Sono questioni inerenti alle discipline o all'attualità, ma anche su ogni argomento possibile, persino personale a volte...
Da professori siamo felicemente "bombardati" dalle domande degli studenti ed è bello non abituarsi mai! Sono questioni inerenti alle discipline o all'attualità, ma anche su ogni argomento possibile, persino personale a volte. È una sorta di contrappasso dantesco visto che, per mestiere, non manchiamo di "torturare" gli alunni con domande orali e scritte per un anno intero! In realtà questa è la scuola e così è pure la vita, piena di interrogativi, non sempre dalle risposte facili, certamente stimolanti.
Poi avviene che un gruppo di studenti della scuola media "Franchetti" di Palermo che con colleghe appassionate curano un laboratorio giornalistico, proprio leggendo le pagine del "Diario di Prof", ti contatti per un'intervista a più voci via web con tanto cuore e competenza. Una bella sfida, poiché non solo hanno posto domande importanti ed incalzanti ad un docente, ma anche ad uno che è pure giornalista! Emozionatissimi loro, incuriosito io da questa nuova possibilità di confronto con gli studenti. Ognuno si presentava tra il sorridente e il trepidante, poi la raffica delle domande ben preparate, accurate, studiate con intelligenza, misurate sull'interlocutore, mai generiche e banali. Talmente professionali che toccava a me ogni volta, cambiando il giovane giornalista, cercare di rompere un po' il ghiaccio chiedendo chi volessero essere da grandi e quali progetti per l'imminente estate.
Allora cercavo di prendere fiato tra le diverse questioni come: «Quale l'ultimo libro letto, quale leggerà prossimamente? Ha un sogno per il futuro? Si sente più insegnante o più giornalista? Come si fa a creare una buona relazione tra professore e alunno? Può dire di essere felice?». Non abbiamo guardato l'orologio ed è stato bello continuare nel pomeriggio la giornata scolastica in questo modo, invertendo i ruoli, lasciandosi coinvolgere in un significativo "gioco" che mi ha fatto riflettere, mi ha aiutato a riprendere aspetti significativi della mia vita, delle mie scelte, delle mie due professioni. La scuola riserva ottime sorprese ed i ragazzi sono una miniera di novità ed energia, si tratta solo di scommettersi un po' di più, di aprire il cuore, di avvicinare il nostro confine al loro con delicatezza ed interesse, di esserci il più possibile. Ho cercato di dare non le risposte giuste, ma quelle che sentivo più vere e genuine; davanti, oltre lo schermo del computer, c'erano volti e storie - seppure incontrati per poco - che erano lì per me, che si erano preparati per fare un'ottima figura, che avrebbero realizzato un progetto comune da tempo organizzato. Già, un lavoro di squadra ben strutturato dalle colleghe e dalla dirigente, perché il progetto scolastico fosse un percorso di valore, aperto all'altro, un tempo per crescere e continuare ad apprendere, per scoprire attitudini e confrontarsi, per vivere la scuola in una prospettiva ancor più interessante.
Alla fine mi hanno invitato a Palermo e inviata una loro foto di gruppo per non dimenticare...e così sarà!
Marco Pappalardo
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