Per distinguere realtà diverse. Il principio di un matrimonio aperto a tutte le coppie unisce ampiamente i francesi, mentre il principio dell'omogenitorialità li divide. Il progetto francese di legge sul “matrimonio per tutti” sta vivendo un'autentica “svolta della parola”.
"La parola matrimonio – scrive la psicanalista – chiede un incontro all’Académie Française. Se si stabilisce che vuol dire allo stesso tempo «unione di persone di sesso diverso» e «unione di persone dello stesso sesso», come può la nostra mente districarsi da questa confusione? Come spiegheremo ai bambini che “simile” e “diverso”, una realtà e il suo contrario, sono la stessa cosa, senza provocare mille domande e osservazioni, forse scoppi di risa, di cui sono capaci intelligenze come quelle che Freud amava, non ancora intimidite da un’educazione che impedisce loro di riflettere? L’Académie Française potrebbe pregare il legislatore d’inventare un’altra parola piuttosto che privarci di una delle specificità più importanti del linguaggio, ossia quella di distinguere realtà diverse grazie alla diversità dei vocaboli pertinenti. Sarebbe molto strano se non si trovasse nei cassetti della nostra vecchia cultura, e sugli schermi di quella giovane, un modo per rimediare a questa confusione".
"Il principio di un matrimonio aperto a tutte le coppie unisce ampiamente i francesi – scrive la filosofa Sylviane Agacinski – mentre il principio dell’omogenitorialità li divide. La capacità di chiunque di essere un buon genitore non è in discussione. Del resto, molti omosessuali hanno figli con un partner dell’altro sesso, e non pretendono di fondare la loro paternità o la loro maternità sulla loro omosessualità. Al contrario, l’omogenitorialità significherebbe che l’amore omosessuale fonda la genitorialità possibile e permette di sostituire l’eterogeneità sessuale del padre e della madre con l’omosessualità maschile o femminile dei genitori. Le formule, divenute correnti, di genitori gay e lesbici significano la stessa cosa".
"Il timore che si può esprimere qui – conclude Agacinski – è precisamente che due genitori dello stesso sesso simbolizzino, ai loro occhi [dei bambini uniti a due madri o a due padri], come a quelli dei loro figli adottivi (e ancor di più a quelli che sarebbero procreati con l’aiuto di materiali biologici), un diniego del limite che ciascuno dei due sessi è per l’altro, limite che l’amore non può cancellare".
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