Offrono a migliaia di giovani attività legate al gioco, allo sport, alla formazione, al doposcuola o ai pellegrinaggi...
del 16 marzo 2017
Offrono a migliaia di giovani attività legate al gioco, allo sport, alla formazione, al doposcuola o ai pellegrinaggi...
In Italia, da Nord a Sud, ci sono oltre 8mila oratori che offrono a migliaia di giovani attività legate al gioco, allo sport, alla formazione, al doposcuola o ai pellegrinaggi. È questa la fotografia scattata dalla Ipsos di Nando Pagnoncelli e presentata durante il convegno nazionale di Pastorale Giovanile che si è concluso a Bologna. La ricerca è stata condotta da ottobre del 2015 ad aprile 2016, inviando dei questionari agli incaricato diocesani.
Gli oratori in Italia sono legati maggiormente alla dimensione parrocchiale (il 96,7% al Nord, il 91% al Centro e l'87% al Sud), e si concentrano maggiormente al Nord. Al Centro e al Sud si evidenza la presenza dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Quasi la metà delle diocesi intervistate – 52% – ha un coordinamento diocesano per gli oratori e dove quest'ultimo non è presente la maggior parte ritiene molto utile averlo (74%). Circa le proposte di formazione indirizzate agli oratori queste sono presenti nel 73% delle diocesi. Il 49% di queste organizzano incontri con i responsabili «più volte l'anno», il 24% «una volta l'anno» e il 27% «mai».
In Italia, secondo i dati raccolti dalla ricerca, si possono delineare cinque velocità: "Diocesi attive" (44% del totale), con un coordinamento diocesano, proposte di formazione indirizzate agli oratori e incontri con i responsabili degli oratori almeno una volta l'anno. "Diocesi solo coordinamento e formazione" ( il 14%), che hanno un coordinamento diocesano, proposte di formazione indirizzate agli oratori ma non organizzano incontri con i responsabili degli oratori. "Diocesi con coordinamento o formazione" (il 18%), che hanno un coordinamento diocesano oppure proposte di formazione indirizzate agli oratori e incontri con i responsabili degli oratori almeno una volta l'anno. "Diocesi solo incontri" (L'11%), che non hanno un coordinamento diocesano, non hanno proposte di formazione indirizzate agli oratori ma organizzano incontri con i responsabili degli oratori almeno una volta l'anno. "Diocesi poco attive" (il 14%), che non hanno un coordinamento diocesano, non hanno proposte di formazione indirizzate agli oratori e non organizzano incontri con i responsabili degli oratori. La ricerca, inoltre, rivela che l'88% delle diocesi ha un'apertura quotidiana degli oratori, soprattutto nel Nord (94%).
Per quanto riguarda le attività svolte negli oratori, il gioco libero e l'animazione di gruppo sono presenti nella totalità delle diocesi intervistate. Quasi ovunque si svolgono l'oratorio estivo, le feste speciali, campi scuola. Subito dopo ci sono le attività sportive e il doposcuola. Le attività di solidarietà o missionarie sono presenti nel 33% delle diocesi. Nel 25% invece, si praticano attività legate alla tutela dell'ambiente.
Non ci sono figure professionali nella gestione degli oratori: il 63% delle diocesi non ne ha. Nel 37% delle diocesi che invece hanno a disposizione educatori, il Nord fa da padrone con il 66% (il 24% solo in Lombardia). Molto indietro il Sud con il 3%.
"L'oratorio non è un lusso, non è uno svago ma un luogo specifico dell'educazione della Chiesa nel tempo contemporaneo e uno strumento pastorale strategico per preadolescenti e adolescenti che vivono la fase più delicata come recenti episodi di cronaca ci hanno dimostrato». Lo ha detto all'agenzia Sir Marco Moschini, professore associato di Filosofia teoretica presso l'Università di Perugia dove è direttore del corso di perfezionamento, progettazione, gestione e coordinamento dell'oratorio-. In questa indagine l'oratorio viene percepito così come pensato dalla Chiesa, con una certa profezia, anche alla luce della Nota pastorale (2013) sul valore e la missione degli oratori, intitolata 'Il laboratorio dei talenti'. L'oratorio è uno strumento pastorale strategico poiché consente alla Chiesa di svolgere la sua vocazione educativa. Uno degli aspetti che emerge è la territorialità: gli oratori – ha spiegato Moschini – sono legati alle parrocchie e presenti soprattutto al Centro-Nord. Non esiste un modello unico di oratorio, ma questo si configura alle necessità del territorio, si adegua con originalità a tutti i luoghi. Abbiamo oratori di strada e quelli molto più strutturati. Tutti esprimono la loro vocazione educativa nella prossimità come esorta Papa Francesco".
"Una fotografia piena di luci ma anche di ombre. Tuttavia le luci prevalgono perché la realtà degli oratori è presente e positiva nel nostro Paese. Essa colma, con i suoi servizi, un vuoto nei confronti delle giovani generazioni. È un luogo estremamente rassicurante per i genitori. L'oratorio mette al centro la persona per contribuire alla sua crescita", commenta invece all'Agenzia Sir Nando Pagnocelli. "L'oratorio è uno snodo che intercetta le domande delle famiglie, dei giovani, dei bambini, e anche degli enti pubblici che ruotano attorno all'oratorio. Molto spesso, infatti, le amministrazioni pubbliche – che sappiamo vivere una situazione di difficoltà economica – fanno conto sugli oratori per poter organizzare attività sportive, culturali e sociali, sul territorio". "L'oratorio – prosegue Pagnoncelli - accoglie, integra, abitua i giovani italiani e stranieri alla convivenza, senza chiedere in cambio nulla. Questo credo che sia un elemento che emerge soprattutto negli oratori lombardi. Negli oratori ci sono tanti ragazzi stranieri, magari di seconda generazione, ben integrati nelle scuole e negli oratori. Abbiamo osservato che c'è un'attività molto favorevole ad accoglierli senza in nessun modo urtare le credenze religiose dei Paesi da cui provengono. Questo si vede in particolare negli oratori lombardi". Un elemento emerso è la disomogeneità: "Talora manca un coordinamento nelle singole diocesi e questo è il dato più preoccupante che emerge dalla ricerca Ipsos. La metà delle diocesi afferma esplicitamente che non esiste un'attività di coordinamento degli oratori e dove non c'è lo si reclama. Per essere all'altezza delle sfide della società contemporanea nei confronti dei giovani molti oratori si dotano di momenti di formazione per gli animatori. Significativo il dato che il 37% delle diocesi afferma di avere oratori che fanno riferimento a figure professionali esterne retribuite. Il calo delle vocazioni farà sì che ci saranno sempre meno sacerdoti che potranno dedicarsi a tempo pieno agli oratori mentre cresceranno forme interessanti di coinvolgimento dei laici. Questi ultimi saranno chiamati sempre più ad avere ruoli di responsabilità anche in ambito di oratori".
Redazione Donboscoitalia
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