Quaresima

Il monte della tentazione

In questo percorso di Quaresima vogliamo presentare alcuni luoghi che segnano la vita cristiana. Oggi presentiamo il monte della tentazione.


Il monte della tentazione

Come riporta la Scrittura in Matteo (4, 1-11), Luca (4, 1-13) e Marco (1, 12-13), Gesù venne condotto nel deserto dallo Spirito Santo per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato 40 giorni e 40 notti, venne avvicinato dal tentatore, che lo sfidò tre volte – a trasformare una pietra in pane, a gettarsi dalla montagna e ad accettare l’offerta di tutti i regni del mondo in cambio della sua fedeltà.

La montagna di 365 metri è anche nota come Monte Quarantania, Jabal al-Qarantal in arabo. Il nome deriva dal latino “quarantena”, che indica il 40, numero dei giorni del digiuno di Gesù.

Monaci ed eremiti hanno vissuto all’interno delle grotte del Monte della Tentazione fin dai primi tempi del cristianesimo. Nel 340, sul sito delle rovine asmonee, un monaco di nome San Caritone fondò un monastero chiamato Laura di Douka, sul Monte della Tentazione. Il monastero, costruito trasformando le grotte in celle e cappelle, venne distrutto durante l’invasione persiana nel 614.

Nel Medioevo migliaia di monaci ed eremiti andarono a vivere nel deserto della Giudea come aveva fatto Gesù.

Il Monastero della Tentazione di Gesù è stato ricostruito nel XIX secolo dal Patriarcato greco-ortodosso. All’interno del monastero c’è una scala che porta alla roccia che secondo la tradizione segna il punto in cui Gesù era seduto quando venne tentato dal diavolo. La roccia fa parte dell’abside della cappella della Tentazione.

Il Monte della Tentazione, che sovrasta la valle del Giordano, offrendo una splendida vista del Mar Morto e delle montagne di Moab e Gilead, si trova a circa 5 chilometri da Gerico.

​​Le tentazioni fatte dal diavolo mirano a mettere in secondo piano il primato di Dio per sostituirlo con:

  • i piaceri carnali dell'uomo (prima tentazione, vinta con la virtù della castità),
  • il successo e il potere mondani (seconda tentazione, vinta con la virtù della povertà),
  • l'autonomia dal volere divino (terza tentazione, vinta con la virtù dell'obbedienza).

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