Lavoro e Cittadinanza

Gli alberelli dei detenuti di Treviso

Trecento alberelli create in compensato e realizzate all'interno della casa circondariale saranno dislocati nelle piazze della città per "costringere le persone a comprendere e a non abbracciare per comodità opinioni e luoghi comuni".


del 18 dicembre 2012

          Trecento creazioni in compensato realizzate all’interno della casa circondariale saranno dislocati nelle piazze della città per "costringere le persone a comprendere e a non abbracciare per comodità opinioni e luoghi comuni".

 

            Il centro storico si fa bello grazie alle creazioni dei detenuti. Da oggi fino al 6 gennaio le principali piazze saranno addobbati da 300 alberelli natalizi in compensato realizzati all’interno della casa circondariale. Gli abeti stilizzati, alti circa 70 cmentimetri, colorati di bianco e di azzurro, rientrano nel progetto “Start Up” promosso dalle cooperative Alternativa di Treviso e Punto Zero di Udine, con il sostegno della Caritas Tarvisina e il patrocinio del Comune.

            “Con il lavoro i detenuti non ripagano il danno causato alla società, ma dimostrano di avere la volontà di ritrovare un posto in essa, con dignità” commenta Mauro Michielon, assessore comunale alla famiglia. “Vogliamo che le persone inciampino sugli alberelli dei detenuti - spiega Antonio Zamberlan, presidente della cooperativa sociale “Alternativa onlus” - il nostro obiettivo è ‘costringerle’ a guardare dentro per comprendere e a non abbracciare per comodità opinioni e luoghi comuni”.             Il carcere cittadino oggi ospita 272 reclusi: quasi il 30 per cento ha meno di 30 anni e due su tre sono stranieri. I reati più frequenti sono lo spaccio di sostanze e furti e rapine (entrambi al 40 per cento). Nell’istituto sono attivi sei laboratori occupazionali (falegnameria, riparazione hardware, assemblaggio motori per le automazioni, allestimento dei cassonetti della raccolta differenziata, incisione artistica su vetro, digitalizzazione), che riescono a coinvolgere circa il 10% dei detenuti. “Trecento alberi che occupano una piazza intera corrispondono ad altrettanti detenuti che vivono in un ambiente pensato per la metà – spiega Don Davide Schiavon, direttore della Caritas Tarvisina -: come Caritas vogliamo favorire l’avvicinamento tra la realtà ‘di dentro’ e quella ‘fuori’, affinché quest’ultima abbia coscienza dell’esistenza e delle condizioni dell’altra”. Un’altra occasione per avvicinare la città al carcere è in programma per domenica: alle 16 il Basilico Tredici di piazza San Vito ospiterà “Spirito libero”, iniziativa per presentare i bicchieri ottenuti da bottiglie di vetro incisi all'interno del carcere.

 


tratto da: http://www.redattoresociale.it

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