Domenico Don Bosco lo incontrò il 2 ottobre 1854, nel cortiletto davanti alla sua casa dei Becchi. Ne rimase sbalordito: Conobbi in quel giovane un animo tutto secondo lo spirito del Signore, e rimasi non poco stupito considerando i lavori che la grazia di Dio aveva operato in così tenera età...
del 06 maggio 2013
Domenico Don Bosco lo incontrò il 2 ottobre 1854, nel cortiletto davanti alla sua casa dei Becchi. Ne rimase sbalordito: Conobbi in quel giovane un animo tutto secondo lo spirito del Signore, e rimasi non poco stupito considerando i lavori che la grazia di Dio aveva operato in così tenera età. Franco e deciso, Domenico gli disse: “Io sono la stoffa, lei ne sia il sarto… faccia un bell'abito per il Signore...”.Venti giorni dopo Domenico era all'Oratorio, e si mise a camminare veloce sulla strada che Don Bosco gli tracciò per farsi santo: allegria, impegno nella preghiera e nello studio, far del bene agli altri, devozione a Maria. L’8 dicembre di quel 1854, mentre il Papa definiva il dogma dell’Immacolata, Domenico si consacrò a lei leggendo alcune righe che aveva buttato giù su un foglietto: “Maria, vi dono il mio cuore. Fate che sia sempre vostro. Gesù e Maria, siate voi sempre gli amici miei, ma per pietà fatemi morire prima che mi accada la disgrazia di commettere un solo peccato”. Per quasi cent'anni, quelle parole sarebbero diventate la preghiera degli aspiranti salesiani. Il capolavoro lo compì l'8 giugno 1856 quando radunò Rua, Cagliero, Cerruti, Bongioanni e un’altra decina di splendidi giovani e fondò con loro la Compagnia dell'Immacolata. S’impegnarono a diventare apostoli tra i compagni, a star vicino a chi si sentiva solo, a diffondere gioia e serenità. Fino al 1967 la Compagnia sarebbe stata in ogni opera salesiana il gruppo dei giovani impegnati, cenacolo delle future vocazioni salesiane. Nove mesi dopo, mentre era in famiglia per rimettersi in salute, Domenico andò incontro a Dio. Era il 9 marzo 1857.
don Pascual Chávez Villanueva
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