Due Papi che volevano essere santi

Una Sala Stampa vaticana fitta di giornalisti quasi come ai tempi dell'ultimo Conclave ha ospitato ieri i postulatori delle cause dei due Pontefici che domenica prossima verranno solennemente canonizzati...

Due Papi che volevano essere santi

 

Una Sala Stampa vaticana fitta di giornalisti quasi come ai tempi dell’ultimo Conclave ha ospitato ieri i postulatori delle cause dei due Pontefici che domenica prossima verranno solennemente canonizzati da papa Francesco. Per il beato Giovanni XXIII era presente il padre Giovangiuseppe Califano, postulatore generale dei frati minori (che hanno storicamente seguito la causa di papa Roncalli che apparteneva al terz’ordine francescano). Per il beato Giovanni Paolo II il monsignore polacco Slawomir Oder, postulatore della sua causa e vicario giudiziale del tribunale ordinario presso il Vicariato di Roma. L’evento è stato il primo di una serie in preparazione delle cerimonia di domenica. E in questo contesto ieri sera, come anticipato in conferenza stampa da monsignor Walter Insero - «portavoce» del Vicariato -, padre Califano e monsignor Oder hanno partecipato ad un incontro di preghiera con i giovani della diocesi nella Cattedrale di San Giovanni in Laterano.

 

Califano ha ricordato che Roncalli già da giovane seminarista, a 15 anni, scriveva: «Io rinnovo il proponimento di volermi fare santo davvero, e lo farò attraverso quattro risoluzioni che propongo di praticare: spirito di unione con Gesù, raccoglimento nel suo cuore, recita del Rosario, essere sempre in tutte le mie azioni presente a me stesso». Il postulatore del beato Giovanni XXIII ha sottolineato come la figura del prossimo santo possa essere sintetizza attraverso due binomi. Il primo: "pastore e padre", di una paternità, ha spiegato, che commosse il mondo, fatta di letizia e cordialità, qualità che confluirono nella definizione di “Papa buono”. Il secondo binomio è “obbedienza e pace”, motto episcopale ma anche sintesi di vita e di servizio alla Chiesa di papa Roncalli.

 

Monsignor Oder ha tracciato la santità di Giovanni Paolo II ricordando le tre figure che hanno più segnato la sua formazione spirituale. Il padre che gli trasmise la fede semplice del popolo polacco. Il servo di Dio Jan Tyranowski che gli consigliò la lettura di San Giovanni della Croce da cui apprese quella profondità mistica che «lo spingeva a vivere il mistero di Dio in prima persona». Il cardinale di Cracovia Adam Stefan Sapieha che lo ordinò sacerdote e gli infuse il coraggio di affrontare le contrarietà della vita.

 

Rispondendo alle domande dei cronisti, i due postulatori si sono soffermati anche sui "difetti" che i due prossimi santi avevano e che si riconoscevano (papa Roncalli «con autoironia» ha commentato padre Califano, mentre papa Wojtyla - ha spiegato monsignor Oder - era perfettamente cosciente del proprio carattere emotivo, sanguigno e a volte reattivo).

 

Monsignor Oder ha anche specificato di aver letto «con dispiacere» sulla stampa «stralci della testimonianza del cardinale Carlo Maria Martini» sulla canonizzazione di Giovanni Paolo II, «interpretati in chiave di una sua opposizione alla santità». «Si tratta sicuramente di una chiave di lettura non giusta e non vera», ha commentato il postulatore. A questo proposito, padre Federico Lombardi, il portavoce vaticano che ha moderato l’incontro ha rimarcato che il cardinale «Martini non dice di essere contrario alla canonizzazione ma si riferiva a una discussione più ampia sull’opportunità di canonizzare i Papi». Monsignor Oder ha poi spiegato che sul fondatore dei Legionari di Cristo, Marcial Maciel, «c’è stata un’inchiesta specifica per fare massima chiarezza». E dai documenti «è emersa una risposta netta: non esiste alcun segno di coinvolgimento personale di Giovanni Paolo II in questa vicenda». 

 

 

Gianni Cardinale

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