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Don Filippo ci scrive... n. 58

La missione si sta riempiendo di nuovo di bambini, ragazzi e giovani, dopo le vacanze e le feste dell'inizio dell'anno...


Don Filippo ci scrive... n. 58

del 19 ottobre 2015

 

 

Carissimi amici, come state?

 

Spero bene, intanto vi mando i saluti da Pugnido, il bellissimo villaggio a 110 km a sud di Gambella, circa tre ore di jeep, vicino al confine con il sud Sudan, dove mi trovo.

E’ un pò di tempo che non mi faccio più sentire per svariate ragioni, soprattutto per la stanchezza, arrivi alla sera un pò cotto, soprattutto in questo periodo di inizio delle attività della parrocchia, quali asilo, hostello, lavoro nelle cappelle... e poi alle volte non c’è la linea del telefono o di internet, siamo in mezzo alla savana...

 

La missione si sta riempiendo di nuovo di bambini, ragazzi e giovani, dopo le vacanze e le feste dell’inizio dell’anno, qui il 12 settembre abbiamo festeggiato il nuovo anno, cioè il 2008.

Al centro di tutto c’è la Chiesa, rotonda, a forma delle loro capanne, che la domenica, ma anche ogni giorno verso sera si anima di ragazzi e giovani per la S. Messa,

poi c’è l’asilo, che accoglie ogni giorno circa 150 bambini, quest’anno abbiamo fatto due classi, mentre per i più piccolini diamo loro solo la colazione e poi li mandiamo a casa,

l’Hostel Program che ospita circa 60 studenti dai villaggi più lontani che vogliono finire le superiori qui a Pugnido, in questi giorni abbiamo fatto le interviste per chi vuole entrare, sono sempre di più le richieste dei posti disponibili, e lunedì prossimo inizieremo ufficialmente con l’accoglienza, un incontro, l’assegnazione delle stanze, il programma della libreria...

l’oratorio con i campi da gioco e un’ampia sala incontri, abbiamo già in mente per quest’anno di realizzare il pavimento in cemento per il campo da basket,

il pozzo per l’acqua per la gente, che abbiamo fatto nuovo proprio a fine luglio e funziona benissimo, in questo periodo che scarseggia l’acqua in città ci sono file di donne con le loro taniche per prendere l’acqua 

l’orto che quest’anno non ha avuto tanta fortuna duvuto alle scarse piogge che sono venute nella stagione “invernale” , stessa cosa anche per il granoturco che abbiamo seminato nel nostro terreno vicino alla chiesa, non è cresciuto ed è seccato.

 

E il week end cosa faccio? partenza all’alba per visitare le cappelle, cioè le piccole chiese che in diversi anni sono sorte, nei villaggi lontano da Pugnido, e sono ben 12: Ateti, Gog dipac, Janjor, Aukoy, Tata, Olau, Two, Shintoia, Burangel, Pocialla, Otiel e il campo profughi attaccato a Pugnido. Così a turno, ogni 15 giorni, passiamo in ciascuna cappella, visitando la comunità per la S. Messa, vedendo come sta la gente, incoraggiando i nuovi arrivi.

 

E la gente come sta? La gente povera qui vive in capanne di legno, fango e paglia, vicino o in mezzo alla foresta perché sono soprattutto cacciatori o pescatori, a Pugnido passa un importante fiume che poi arriva al Nilo, il Gilo. Coltivano granoturco, orzo e qualche ortaggio. Siamo attaccati ad un Campo Profughi, in questo mese è stato aperto anche un secondo Campo, in tutto ci sono già 50 mila rifugiati in questi due campi, in tutta la regione di Gambella dicono 250 mila dal Sud Sudan.

Stare nel campo profughi oppure abitare nel villaggio a Pugnido non passa molta differenza, anzi dicono che se sei nel campo sei più aiutato, almeno nell’avere del cibo.

La vita di questa gente sembra non cambiare mai, ma ci fa cambiare noi che siamo qui, per camminare insieme, per far maturare qualche cosa insieme, “certi che Qualcuno, Colui che tutti cerchiamo, ci camminerà accanto”.

 

Vorrei infine ringraziare di cuore tutte le persone che ho incontrato nel mese scorso passato in Italia, ringraziarle per l’amicizia che ci lega da poco o da tanto tempo e il sostegno che ho ricevuto, sempre molto generoso da parte di tutti. Vorrei potervi ringraziare facendovi arrivare il sorriso di questi bambini che ogni giorno ti accolgono pieni di vita, la speranza di un qualche futuro, negli studenti dell’Hostel di finire la scuola, magari trovare un lavoro, farsi una famiglia, il grazie negli occhi di tanti uomini e donne che vengono aiutati dalla missione in qualche modo.

 

Un saluto affettuoso, ricordando nella preghiera abba Giorgio, il salesiano che è qui con me che ora è in Italia per un periodo di riposo e il nostro Vescovo abba Angelo, anche lui in Italia per alcuni problemi di salute

 

A presto

Abba Filippo

 

 

Don Filippo Perin

 

 

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