Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo

In mezzo all'oscurità e la perversione, si scorgono gesti di vita nuova e di umanità, promotrice di speranza che ci spingono a guardare nella giusta prospettiva è che certamente non viene data da semplici criteri umani...

Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo

del 08 giugno 2017

In mezzo all'oscurità e la perversione, si scorgono gesti di vita nuova e di umanità, promotrice di speranza che ci spingono a guardare nella giusta prospettiva è che certamente non viene data da semplici criteri umani...

 

22 maggio 2017: sono le ore 22.35 ora locale. Il concerto della pop star americana Ariana Grande all'Arena di Manchester City si trasforma in una notte di orrore, un attacco terroristico dove trovano la morte una trentina di vittime per lo più giovani e ragazze; di lì a qualche giorno ripetuti attacchi in Egitto, Afghanistan e Londra, fa salire il bilancio delle vittime tragicamente. 

Eventi che lasciano tutti immersi in un profondo dolore e sconforto, una sensazione di impotenza ci pervade; siamo testimoni silenziosi, dove i canali mediatici ci riportano la cronaca violenta delle numerose vittime, la sofferenza dei feriti e il dolore di parenti e amici, un copione già scritto che si ripete e mette in luce un modus operandi dei terroristi ormai conosciuto.

Eventi che ci lasciano una sensazione di scoraggiamento e fatica, che ci portano a percepire la realtà sempre più oscura e sfocata, un sentimento di tristezza che nella maggior parte dei così non ci lascia mettere in luce altri aspetti collaterali.

Proprio la strage di Manchester può essere un esempio tangibile; dove il dolore e lo shock delle centinaia di persone mobilitate durante l'attacco si è trasformato in una catena di solidarietà che ha permesso i primi soccorsi e l'aiuto ai tanti feriti. I tassisti che attraversando la zona colpita, hanno dato soccorso con i loro taxi, i paramedici che fuori servizio appresa la notizia si sono mobilitati per recarsi negli ospedali, le tante persone che hanno ospitato nelle proprie case i tanti feriti che cercavano conforto e aiuto, insomma tutti gesti umanitari che dicono un'altra storia, una storia di profonda solidarietà.

Certo, nelle nostre mani abbiamo il potere di causare dolore e morti innocenti in nome delle nostre ideologie ma è anche vero 'il potere di soccorrere e lenire la sofferenza altrui, farsi carico dell'angoscia e del dolore di chi ci chiede un aiuto. É incoraggiante allora vedere come in questi momenti di disperazione, il comportamento umano mostra reazioni positive, paradossali.

È importate allora saper vedere le varie sfaccettature di un accaduto.

È vero che nei solchi di orrore e dolore delle vittime del terrorismo quella notte a Manchester non potrà mai essere cancellata, ma è altrettanto veri sono stati gli innumerevoli gesti di solidarietà e vicinanza della comunità mussulmana presente nell'immediata vicinanza.

Poca rilevanza viene data all'opinione dei mussulmani su questi attacchi. Una testimonianza che il giorno dopo trovo nel blog di un medico siriano Ali Mesnawi: " Viviamo (noi mussulmani) queste tragiche notizie con una doppia angoscia, quella di assistere ad un atto di violenza crudele e ingiustificata ma anche quella della paura che tale atto è opera di un mussulmano. Perché in questo caso, l'individuo viene eretto automaticamente come rappresentante di tutta la comunità mussulmana, ovunque si trovi, ritenendo che questo atto trovi il consenso e il sostegno di tutta la comunità.

Ogni qual volta un fatto di questo tipo scuote la coscienza della nostra società, lascia intravedere il livello di barbarie e odio presenti nel mondo e che difficilmente possiamo immaginare.

Dove la "realtà supera la finzione" si può sostenere che non ci sono più parole consolanti o frasi fatte, perché gli eventi superano anche loro.

Ma anche in mezzo all'oscurità e la perversione, si scorgono gesti di vita nuova e di umanità, promotrice di speranza che ci spingono a guardare nella giusta prospettiva è che certamente non viene data da semplici criteri umani, bensì dalla fiducia nell'uomo ed in Dio

 

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