Oggi, 2017, altri uomini decidono la morte del più debole, del malato. Altri decidono che quella è una vita non degna di essere vissuta...
del 28 giugno 2017
Oggi, 2017, altri uomini decidono la morte del più debole, del malato. Altri decidono che quella è una vita non degna di essere vissuta...
La vita di Charlie Gard è diventata questione di tutti, e non solo dei cittadini d’Oltremanica, perché le polemiche che ruotano sulla perniciosa distinzione tra alimentazione e cure specifiche (non si tratta in questo caso di “accanimento terapeutico”, definizione che va trattata con le pinze) riguarda anche noi, anche l’Italia, che disegno di legge dopo l’altro sta abbozzando una legislazione mirata al trattamento di questi argomenti. È questione della vita di tutti, dei nostri figli, dei nostri nipoti. Charlie è malato, la sua è una malattia genetica grave (deperimento mitocondriale), che porta all’indebolimento dei muscoli, e alla morte. Ma il punto è un altro, qualcuno ha deciso che questo piccolo malato di soli 8 mesi, già di per sé sfortunato, deve essere irrimediabilmente lasciato da solo, lasciato morire. L’hanno deciso i suoi medici, contro il volere dei genitori che amorevolmente lo coccolano e addolorati lo consolano, vivono 24 ore su 24 con quel dolce essere che lotta per sopravvivere; gli stessi medici che fin ora lo stanno curando e mantenendo in vita lo vogliono far morire. Alla faccia del giuramento di Ippocrate! Alla faccia del divieto contenuto ancora oggi nel giuramento dei medici “di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona”. Sembra un mondo rovesciato al contrario, perché se il medico che dovrebbe tenere alla tua vita ti abbandona verso la morte c’è qualcosa che non va.
Questa tristissima vicenda ricorda tanto da vicino un’operazione di eutanasia che aveva la finta maschera di operare per il bene scientifico e del progresso ma di fatto operava una selezione genetica a favore di una popolazione più “sana” e “perfetta”e che produsse la morte di 200.000 innocenti in pochi anni. AktionT4 è la strage del regime nazista meno conosciuta, operata mediante l’attuazione di un “piano di accompagnamento ad una buona morte” di malati, infermi mentali, affetti da disturbi psichici, e bambini “difettosi” ( ricordiamo tra questi il cugino di Joseph Ratzinger). Starete inorridendo al paragone, ma non è poi così lontana la vicenda del Piccolo Charlie Gard da quanto detto: infatti anche qui, oggi, 2017, altri uomini decidono la morte del più debole, del malato. Altri decidono che quella è una vita non degna di essere vissuta. Si chiama eugenetica, e ne è pieno di esempi ormai tutto il nostro amatissimo sistema di welfare occidentale, che sta letteralmente passando il limite, e che promette una super tutela sanitaria, a discapito anche del sacrificio di vite umane, perché malate, perché il loro dolore e la loro sofferenza non è più contenibile (anche economicamente ma soprattutto psicologicamente) dall’intera società.
Il nodo centrale della questione è che nessun uomo può elevarsi a giudice della vita e della morte di un’altra persona. Chi decide se quella vita non è abbastanza degna da essere vissuta? E quali sono i parametri? Quali definizioni mediche? Quali diagnosi? Chi decide che non esiste speranza alcuna per una cura nuova, per una improvvisa guarigione? Chi decide se uccidere la Speranza di due genitori? Un Giudice inglese? Una Corte Europea dei Diritti dell’Uomo può forse farlo? Se così fosse ormai abbiamo legalizzato per bene il piano nazista della selezione della specie, tanto ormai è già possibile fare una selezione degli embrioni (che sono anche loro persone, ricordiamolo) come per esempio nelle fecondazioni eterologhe e nell’impietosa pratica dell’utero in affitto. E tutta l’Europa si adegua come un gregge a questa deriva eugenetica.
A rigore di questo mostruoso ed “evoluto” pensiero di una società che ha dimenticato che il dolore e la sofferenza sono propri dell’esistenza umana, e che la morte ebbene sì, quando arriva acchiappa tutti, e dico tutti, forse non avremmo avuto geni come Leopardi. Addio Zibaldone, Infinito, Operette morali, la Ginestra, a Silvia e il Passero solitario. Giacomo era affetto fin dalla nascita da una tubercolosi ossea o spondilite tubercolare, e comunque la sua vita non è stata di certo facile, anzi dolorosa, in una parola (ma comunque meravigliosa). Oggi forse gli avrebbero risparmiato tanta sofferenza, questi medici e giudici sapientoni. Ricordiamoci invece che Gesù si prende cura primariamente dei malati i casi disperati, i sofferenti: li cura, li accoglie, li risorge come Lazzaro. Ma soprattutto comunica loro che esiste una guarigione totale da ogni male che passa da Lui stesso, e risana ogni nostra ferita. La speranza con Gesù è sempre in atto, perché Egli stesso è la Porta della Vita.
Chiara Ianniccari
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