Alcune righe per raccontarvi quanto abbiamo vissuto le settimane scorse negli incontri delle Equipe di Pastorale Giovanile e dei Consigli delle CEP
Carissimi Confratelli,
alcune righe per raccontarvi quanto abbiamo vissuto le settimane scorse negli incontri delle Equipe di Pastorale Giovanile e dei Consigli delle CEP della nostra ispettoria, nella bella cornice delle case di Monteortone e Auronzo di Cadore.
Dal 13 al 15 ci siamo trovati con i docenti, formatori e salesiani che fanno parte delle Equipe di PG (80 persone circa) per ridirci insieme l’identità e la missione di questo gruppo all’interno della CEP. Un altro tema importante che abbiamo affrontato è stato il processo del PEPS locale. Infine grazie alla collaborazione con don Michal Vojtas salesiano docente dell’UPS abbiamo iniziato un percorso che ci porterà, durante l’anno, a scoprire ed approfondire alcune virtù comunitarie che ci aiutano a vivere in forma più partecipativa la nostra missione educativa.
Dal 15 al 16 abbiamo vissuto due giornate intense con i Consigli della CEP (120 persone circa). Grazie alla riflessione proposta dal nostro Ispettore don Igino ci siamo lasciati provocare sul nostro modo di vivere a lavorare insieme affinché cresca sempre di più la consapevolezza che la missione si porta avanti insieme salesiani e laici e che il Consiglio della CEP, insieme agli altri tavoli di animazione e governo è il cuore pulsante della CEP. Anche con questo gruppo abbiamo ascoltato don Vojtas ed iniziato un cammino di “allenamento” per acquisire uno stile sempre più condiviso nell’azione educativo-pastorale.
I due gruppi hanno vissuto un momento condiviso quando ci siamo recati in pellegrinaggio a Padova presso la Basilica di Sant’Antonio. I più “temerari” (30 persone) sono partite alle 5.30 da Monteortone per giungere alla meta di ritrovo dove sono arrivati i pellegrini più “basic”. È stato davvero un pellegrinaggio simbolico ma carico di intenzioni e preghiera per le nostre Scuole e CFP, per gli insegnanti e formatori ma soprattutto per affidare la vita di tanti ragazzi che ogni giorno incontriamo nelle nostre opere.
Dal 29 al 31 luglio ad Auronzo, per la prima volta, abbiamo incontrato i Consigli delle CEP dei nostri Oratori-Parrocchie e dell’Animazione del Territorio (70 persone circa), un appuntamento inedito mosso dal desiderio di mettere sempre più in comunione ed in rete le nostre case. Anche con loro abbiamo avviato il confronto sulle tematiche trattate a Monteortone perché cresca anche in questi settori la consapevolezza che la crescita e maturazione del carisma è affidato a tutti, che ciascun battezzato è missionario e che l’azione educativa si porta avanti solo nella forma comunitaria, conditio sine qua non perchè vi possa essere un’autentica espressione di chiesa.
Se dovessimo usare alcune immagini per descrivere quanto abbiamo vissuto in queste “Giornate di formazione Salesiani e Laici” credo che le più adatte siano quelle che rimandano ad un cantiere in opera: una squadra composta da diverse figure lavorative (architetti, ingegneri, operati, tecnici...), degli attrezzi e del materiale da utilizzare.
In principio c’è un sogno, un progetto da realizzare, un principio che è anche il “fine” che smuove tutto: prendersi cura della vita dei ragazzi; fare in modo che le nostre Case e le proposte che facciamo siano palestre che abilitano ad uno stile di vita pienamente umano; creare le condizioni e convertire alcuni stili affinché la squadra dei “costruttori”, illuminata dalla forza del Vangelo, cresca sempre più nella missione condivisa.
Il nostro è un cantiere sempre aperto, perché l’educazione è sempre “in opera”. Il cammino allora riprenderà e sarà accompagnato dagli incontri e dal percorso dell’anno prossimo, così come proseguirà localmente il processo di ri-significazione delle pratiche educative e la scrittura comunitaria del PEPS locale.
Siamo riconoscenti al Signore perché ci sono tanti docenti, formatori, educatori, tanti laici appassionati, desiderosi di spendersi con entusiasmo e competenza, così come ci sono tanti confratelli dediti e generosi che fino alla fine donano forze, intelligenza e cura per i giovani che sono loro affidati.
A tutti i laici e salesiani che in questi giorni hanno partecipato agli incontri e si sono messi in gioco per cercare insieme una strada da percorrere per rendere vivo don Bosco ai nostri giovani, il grazie più sincero e l’augurio che la passione per Dio e per i giovani abiti sempre il cuore di tutti noi.
don Massimo Zagato
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