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Apertura del bicentenario della nascita di d. Bosco in Triveneto

Sabato 6 settembre è stato un giorno di Festa per l'Ispettoria, grazie all'apertura ufficiale dell'anno bicentenario della nascita di don Bosco e alla Professione Perpetua di cinque giovani salesiani.


Apertura del bicentenario della nascita di d. Bosco in Triveneto

 

Sabato 6 settembre è stato un giorno di Festa per l’Ispettoria Salesiana San Marco (Italia Nord Est), grazie alla combinazione di due eventi molto importanti organizzati a Castello di Godego (TV): l’apertura ufficiale dell’anno bicentenario della nascita di don Bosco e la Professione Perpetua di cinque giovani salesiani, che hanno deciso di consacrare la propria vita nel carisma del Santo piemontese.

 

Il programma, molto fitto, è iniziato all’Istituto Salesiano E. Sardagna con l’apertura dell’anno bicentenario, il quale vedrà il suo culmine nel 2015 con l’arrivo di Papa Francesco nei luoghi di don Bosco in Piemonte. Un primo momento è stato dedicato al ricordo della presenza dei Salesiani sul territorio, con gli interventi introduttivi da parte dell’Ispettore don Roberto Dal Molin, dell’Ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice suor Marisa Chinellato, del coordinatore dei Salesiani Cooperatori Alessandro Cristofoli e del Presidente della Federazione Ispettoriale Ex Allievi Paolo Libralon.

A seguire don Stefano Martoglio (Consigliere Regionale per l’area Mediterranea, comprendente le Ispettorie di Italia, Medio Oriente e penisola iberica) ha parlato alle 800 persone presenti della pedagogia e della spiritualità di don Bosco in relazione ai festeggiamenti per il bicentenario della sua nascita. Don Martoglio ha articolato il suo pensiero su quattro punti fondamentali, corrispondenti ad altrettanti atteggiamenti dello spirito da tenere di fronte a quest’anno giubilare. A partire dalla «contemplazione dell’azione di Dio» è opportuno ricordarsi che «il dono del Carisma salesiano è il dono alla Chiesa, tramite don Bosco, di cui tutti partecipiamo». In quest’ottica il Bicentenario diventa un’occasione per «rivitalizzare la nostra vita cristiana, salesiana, evangelizzatrice ed educativa», e un momento in cui rinnovare il proprio impegno a «imitare colui che, da queste colline, arrivò fino alla periferia di Valdocco, e anche alla periferia rurale di Mornese, per ampliare con sé e con altre persone quel desiderio di ricerca del bene dei giovani e perché ognuno di quei ragazzi e ragazze potesse essere felice ora e per l’Eternità».

L’ultimo dei vari interventi in scaletta, intervallati dalla visione di alcuni video riguardanti le attività ispettoriali di Pastorale Giovanile, è stato quello di Emanuele Giuseppe Zof, giovane salesiano che di lì a pochi minuti avrebbe compiuto la Professione Perpetua. Emanuele ha raccontato in modo semplice e coinvolgente la propria esperienza di vita in mezzo ai giovani dei vari oratori nei quali ha prestato servizio, dimostrando come ancora oggi è possibile applicare il messaggio di don Bosco all’interno delle nostre realtà, cercando il dialogo e il contatto proprio con i ragazzi emarginati e problematici.

I festeggiamenti sono poi continuati all’interno della Chiesa Parrocchiale di Castello di Godego, con la Professione Perpetua di cinque salesiani: oltre a Emanuele Giuseppe Zof hanno rinnovato la propria promessa Paolo Giovanni Biscotti, Andrea Giuseppe Gazzo, Andrea Domenico Lovisone e Fabio Michele Maistro. La celebrazione, presieduta da don Martoglio, è stata molto partecipata (oltre 2.000 i presenti) e carica di emozione per l’importante passo che questi giovani hanno compiuto all’interno della Famiglia salesiana: sicuramente il modo migliore per completare una giornata di gioia e per cominciare al meglio quest’anno pastorale molto intenso e carico di significati.

 

 

Stefano Piovesan

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