del 22 giugno 2017
Non potendo, quindi, recarsi di persona, il Pontefice ha voluto «rendere tangibile la presenza e la vicinanza della Chiesa alla popolazione afflitta» attraverso l’iniziativa che si articola in tre aree...
«Il Papa per il Sud Sudan»: è il progetto che esprime la carità di Papa Francesco e la sua vicinanza alle popolazioni del paese africano. L’iniziativa si articola in tre aree: sanità, educazione e lavoro agricolo, per un totale di aiuti di poco inferiore al mezzo milione di dollari. Lo ha spiegato il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, durante la conferenza stampa per la presentazione del progetto. L’incontro si è svolto mercoledì mattina, 21 giugno, nella Sala stampa della Santa Sede, alla presenza di suor Laura Gemignani, dell’ospedale Nzara dove operano le missionarie comboniane, di Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis, e di suor Yudith Pereira-Rico, delle religiose di Gesù-Maria, direttore esecutivo associato di Solidarity with South Sudan.
Il cardinale ha sottolineato come la situazione del Sud Sudan sia disperata. Infatti, il conflitto in corso dal 2013 ha provocato una gravissima crisi umanitaria che vede più della metà della popolazione, circa 7,3 milioni di persone, soffrire quotidianamente la fame. Un’epidemia di colera sta mettendo a dura prova la gente: un milione e mezzo di abitanti è stato costretto a fuggire dai loro villaggi a causa della guerra. Senza considerare i massacri e le violenze sistematiche sui civili — in particolare su donne e bambini — perpetrati per motivi etnici.
«Papa Francesco — ha detto il porporato — è un pastore universale che supera i confini». Infatti, sente la necessità «impellente di sensibilizzare la comunità internazionale su questo dramma silenzioso, chiedendo maggiori e rinnovati sforzi per giungere a una soluzione pacifica del conflitto». Il Papa in più occasioni ha ribadito «il suo desiderio di recarsi di persona in Sud Sudan, nonostante questo scenario doloroso», per dare impulso, con la sua presenza, a «una chiave di volta nel processo di pace, e per dare voce al grido disperato di una Chiesa che vuole dire: “basta armi, basta stupri, basta morti!”». Il cardinale ha ricordato che il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Greg Burke, a fine maggio 2017, aveva informato che non essendoci le condizioni, la visita del Papa in Sud Sudan sarebbe stata rimandata. Non potendo, quindi, recarsi di persona, il Pontefice ha voluto «rendere tangibile la presenza e la vicinanza della Chiesa alla popolazione afflitta» attraverso l’iniziativa «Il Papa per il Sud Sudan».
Si tratta di un progetto, ha spiegato il cardinale, che va «ad affiancare, sostenere e incoraggiare l’opera delle diverse congregazioni religiose e degli organismi di aiuto internazionale» che sono presenti sul territori o e che si prodigano instancabilmente «a soccorrere la popolazione e a promuovere il processo di sviluppo e di pace». Tale iniziativa passa attraverso il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. Per quanto riguarda l’ambito della salute, gli aiuti verrano destinati alle suore missionarie comboniane che gestiscono in Sud Sudan due ospedali. Il primo è quello di Wau, nello stato del Western Bahr el Ghazal. È dal 2011 che è attivo e dispone di 105 posti letto divisi nei reparti di chirurgia, medicina, maternità, pediatria e isolamento. Sono presenti ambulatori per esami specialistici e radiografici. Ogni giorno vengono assistiti circa 300 pazienti con 40.000 ricoveri l’anno. Particolare attenzione è riservata alle partorienti e ai bambini. L’altro ospedale è quello di Nzara, situato nella diocesi di Tombora-Yambio. Conta 130 posti letto, di cui 68 del reparto pediatrico. L’ambulatorio assiste in media 90 pazienti al giorno. Una delle priorità accanto alla prevenzione e cura di malattie infettive — tubercolosi, lebbra e Aids — è l’assistenza ai minori di 5 anni.
Nell’ambito dell’educazione gli aiuti verranno destinati a Solidarity with South Soudan, che dal 2010 forma e aggiorna insegnanti della scuola primaria. Saranno attribuite 16 borse di studio a studenti che seguono il programma full-time di due anni per il conseguimento del diploma di insegnante per la scuola primaria che si svolge nel Solidarity teacher training center (Sttc) a Yambio.
Nel campo dell’agricoltura, gli aiuti verranno destinati all’acquisto di sementi e di attrezzi agricoli a favore di 2500 famiglie nelle diocesi di Yei, Tombura-Yambio e Torit. Il progetto è realizzato a livello diocesano dalle rispettive Caritas. I fondi stanziati, ha spiegato il cardinale, arrivano dalla carità del Papa, dalla Segreteria di Stato, dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e dai benefattori.
Osservatore Romano
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