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SFERRUZZANDO DAVANTI A DIO

Ricordo che una delle prime persone che venne a chiedermi consigli dopo che ero stato ordinato presbitero fu una vecchia signora che disse: 'Padre, ho pregato quasi incessantemente per quattordici anni, e non ho mai avvertito la presenza di Dio'.


SFERRUZZANDO DAVANTI A DIO

da L'autore

del 01 gennaio 2002

Ricordo che una delle prime persone che venne a chiedermi consigli dopo che ero stato ordinato presbitero fu una vecchia signora che disse: 'Padre, ho pregato quasi incessantemente per quattordici anni, e non ho mai avvertito la presenza di Dio'. Allora le dissi: 'Gli ha dato una chance di proferire anche solo una parola?'. 'Oh no' mi disse, 'ho parlato io per tutto il tempo, non è forse questa la preghiera?'. Le dissi: 'No, non penso che lo sia, e quel che le suggerisco è di mettere da parte quindici minuti ogni giorno, restando seduta a sferruzzare davanti al volto di Dio'.

E così fece. Con quale risultato? Presto venne da me e disse: 'E straordinario, quando prego Dio, in altre parole quando gli parlo, non sento nulla, ma quando mi siedo nella calma, faccia a faccia con lui, allora mi sento avvolta dalla sua presenza.

Non sarai mai in grado di pregare Dio realmente e con tutto il tuo cuore se non impari a tacere e a gioire a causa del miracolo della sua presenza, o se preferisci, del tuo stare faccia a faccia con lui anche se non lo vedi.

Se impari a far uso di una preghiera che hai scelto nei momenti in cui puoi dedicare tutta la tua attenzione alla presenza divina e offri a Dio questa preghiera, quello che accade poco alla volta è che la consapevolezza di Dio cresce in te a tal punto che sia che tu stia in mezzo alla gente, ascoltando e parlando, sia che te ne stia solo a lavorare, questa consapevolezza è così forte che anche se sei con delle persone riuscirai ancora a pregare.

Quando piove su di noi una grande gioia, un grande dolore o un grande dispiacere, non li dimentichiamo nel corso della giornata. Ascoltiamo la gente, svolgiamo la nostra attività lavorativa, leggiamo, facciamo quel che dobbiamo fare, e il dolore per quel che abbiamo perso, o la consapevolezza della nostra gioia, della notizia esilarante, rimane incessantemente con noi. Lo stesso dovrebbe accadere con il senso della presenza di Dio.

E se il senso della presenza di Dio è così chiaro, allora si può pregare mentre si è occupati in altre faccende. Si può pregare mentre si fa un lavoro fisico, ma anche quando si sta con la gente, in ascolto o anche impegnati in qualche forma di conversazione o di relazione. Non è comunque questa la prima cosa che ci succede, e dobbiamo educare noi stessi anzitutto ad acquisire un atteggiamento di attenzione adorante e un cuore contrito, in condizioni che permettono di sviluppare questi atteggiamenti, perché è facile distrarsi, scivolando nella preghiera dalla vigilanza al sogno.

Anthony Bloom

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