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Santa Teresa d'Avila: nunc coepi, ora comincio!

Nunc coepi, ora comincio! Questa frase mi risuonava nella mente mentre pregavo di fronte alla bellissima statua di S. Teresa che fronteggia il monastero de la Encarnaciòn ad Avila, che la ritrae mentre lascia il monastero per iniziare la sua Grande Riforma...


Santa Teresa d'Avila: nunc coepi, ora comincio!

Nunc coepi, ora comincio!

Questa frase mi risuonava nella mente mentre pregavo di fronte alla bellissima statua di S. Teresa che fronteggia il monastero de la Encarnaciòn ad Avila, che la ritrae mentre lascia il monastero per iniziare la sua Grande Riforma (uno di quegli eventi che in una ipotetica storia spirituale del mondo contano assai più di battaglie e accordi commerciali).

In quel giorno, per la prima volta, ho notato la coincidenza di date che conoscevo, ma su cui non avevo mai riflettuto: Teresa è nata nel 1515, questo significa che quando ha fondato il suo primo monastero, quello di S. Josè, insieme a un manipolo di meravigliose “pazze di Dio”, aveva suppergiù la mia età.

Questo pensiero semplice ha nutrito la mia anima per giorni. Lasciando il Villaggio Olimpico, a dispetto di quello che dicevo, mi son trovato spesso a pensare che ormai sto imboccando la parte discendente nella parabola della vita. Confesso che mi son sentito più volte stanco e, diciamolo francamente, invecchiato. Ed invece no! La storia di Teresa sta lì a dimostrare che anche a cinquant’anni si è nel fiore della giovinezza e dell’energia. Se lei ha fatto una delle più grandi opere della storia della Chiesa tra i cinquanta e gli ottanta allora anche io posso dire: “il meglio deve ancora venire!”

Del resto la Bibbia è piena di immagini simili, a partire da Mosé ed Abramo, entrambi chiamati a ottant’anni. In fondo vecchio è colui che non si sa più stupire, giovane chi invece ha sempre il coraggio di guardare senza paura al Dio che fa nuova ogni cosa. Giovane è chi, come Mosè, di fronte al Dio che si manfesta nella vita ha il coraggio di dire: “Voglio avvicinarmi ad osservare” (Es. 3,3) solo costui avrà la gioia di sentire il suo nome pronunciato dalle Labbra Amate.

Nunc coepi! — adesso comincio!: è il grido dell’anima innamorata che, in ogni momento, tanto se è stata fedele quanto se le è mancata generosità, rinnova il suo desiderio di servire — di amare! — con tutta lealtà il nostro Dio.

Don Fabio Bartoli

http://lafontanadelvillaggio2.wordpress.com

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