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Omelia: "Effatà! Apriti!"

Siamo all'inizio di un nuovo anno di lavoro, di impegno, di crescita, di vita... ed è una grazia meravigliosa l'invito di Gesù. Qual è la finestra che il Signore vuole spalancare quest'anno, perché entri la luce, la gioia con maggior abbondanza nel tuo cuore? Pensaci...


Omelia: "Effatà! Apriti!"

Letture: 

Isaia 35, 4-7 Giacomo 2, 1-5 Marco 7, 31-37

Che bello al mattino poter aprire le finestre per fare entrare la luce del sole, l’aria fresca: è una botta di vita e di gioia che aiuta a superare l’allergia alla levata!

La Parola di Dio di questa domenica ci invita proprio ad aprire porte, finestre, … a spalancare il cuore alla luce e alla vita di Dio.

Preparati con un attimo di preghiera a questa “buona notizia!”

Vieni Spirito Santo e manda un raggio della tua luce a illuminare la mia vita!

Oggi Gesù vuole pronunciare il suo “Apriti” su di te. 

1. Dio viene a salvarci: ormai sei in grado di cogliere il legame che molto spesso intercorre tra la prima lettura e il Vangelo. Questa domenica il legame è chiaro e forte!

Il profeta Isaia incoraggia il popolo annunciando la venuta del Signore, del loro Dio. Questa visita di salvezza è accompagnata da segni meravigliosi, tutti inneggianti alla vita: ci troviamo di fronte ad una pagina di vera poesia. Il muto riprende a parlare, i ciechi riacquistano la vista, i sordi odono, gli zoppi camminano… Anche la natura partecipa a questa esplosione di vita: le paludi diventano sorgenti di acqua fresca, il deserto si ammanta di erba come una vasta distesa di verde….

È importante questa pagina perché la ritroviamo spesso nell’Antico Testamento a indicare quel miracolo più grande e più profondo che è il rinnovamento del cuore, cui punta la venuta del Signore; e la ritroviamo anche nel Nuovo Testamento, riferita a Gesù. È Lui che con i suoi miracoli rende vera la promessa antica; la sua venuta è accompagnata da questi segni di vita meravigliosi, che stupivano le persone di allora e che continuano a stupire noi oggi, soprattutto quando questa vita ritrovata tocca il cuore, cambia in profondità, donando forza e speranza.

Il miracolo raccontato nel Vangelo odierno abbraccia entrambe le dimensioni: il corpo e lo spirito, il cuore. Si tratta di un sordomuto che Gesù guarisce.

2. Apriti a te stesso/a: questo significa aprirsi alla verità di quello che sei, guardandoti dentro in profondità esporre il tuo cuore alla Sua luce per riconoscere i tanti doni di Dio e ringraziare (prova a scrivere almeno 20 motivi di ringraziamento: se ne scrivi di meno, la luce non ha ancora illuminato del tutto i tuoi occhi) le sacche di povertà che possono emergere e invocare aiuto (quanti poveri che gridano aiuto incontriamo nel Vangelo e Gesù non è sordo!)  A differenza degli uomini, che spesso chiudono gli orecchi al grido del povero che implora aiuto e li tendono non appena odono elogi e complimenti, il Signore è attento solo alle preghiere, al pianto, ai lamenti del suo popolo. “Se egli grida a me, io lo ascolto perché sono pietoso”. 

la tua debolezza e il tuo peccato per chiedere perdono.

scoprire Dio presente nella tua vita; Lui ti è vicino, ti vede, ti consegna un progetto da realizzare come segno di grande stima e fiducia e a ogni passo ti ripete, soprattutto quando sei giù di corda, : “Coraggio!”  (1° lettura)

3. Spalanca le porte a Cristo! Non avere paura! : ricordi quante volte Papa Giovanni Paolo II ha ripetuto ai giovani e meno giovani queste parole?  È il significato del gesto che Gesù compie nei confronti del sordomuto.

Ti invito a leggere i 7 versetti del vangelo per conto tuo. Probabilmente ti sorprenderanno alcuni dettagli inconsueti: Gesù non cura il malato con la parola, ma lo conduce in un luogo appartato, lontano dalla folla gli mette le dita nelle orecchie gli tocca la lingua con la saliva alza gli occhi al cielo pronuncia una parola strana impone al malato-guarito il silenzio!

Gesù si adegua alla mentalità della gente del suo tempo, compie i gesti usuali dei guaritori, ma conferisce a questi gesti un significato nuovo. Il luogo in cui è ambientato il miracolo è una terra pagana e anche questa collocazione geografica ha un indubbio significato teologico. Il malato è un sordo che parla a fatica, che si esprime in modo incomprensibile. Il termine con cui Marco definisce l’infermità si trova in tutta la Bibbia solo due volte: qui e nella prima lettura di Isaia: evidente quindi l’intenzione di presentare Gesù come colui che adempie la profezia di Isaia!

Per te concretamente spalancare le porte a Cristo significa: curare il tempo della preghiera, che non deve mai mancare nella tua giornata amare la Parola di Dio e farla diventare la “compagna” del tuo cammino spirituale vivere l’Eucaristia e il sacramento della Penitenza aprire le tue orecchie a quello che Lui vuole da te sciogliere la tua lingua nel lodarlo e testimoniarlo anche con le parole (quanta paura e timore c’è in giro nel parlare di Gesù, della Chiesa, della fede…)

Siamo all’inizio di un nuovo anno di lavoro, di impegno, di crescita, di vita… ed è una grazia meravigliosa l’invito di Gesù. Qual è la finestra che il Signore vuole spalancare quest’anno, perché entri la luce, la gioia con maggior abbondanza nel tuo cuore?  Pensaci… 

4. Aprirsi al servizio generoso: concretamente significa fare bene il tuo dovere di lavoro o di studio, senza troppe fughe o scuse imparare ad ascoltare chi ti parla e viene in contatto con te: quanti bisogni e richieste “criptate” la gente ci invia e noi non ci accorgiamo e passiamo oltre diffondere il bene pregare per le persone cui vuoi bene (e anche le altre!) saper perdonare e dimenticare i torti ricevuti. Dio i nostri peccati li scrive sulla sabbia e le nostre opere buone le scolpisce sulla roccia! diffondere ottimismo e serenità

Oltre ad aprire qualche porta o finestra, forse bisogna anche chiudere la porta al male e per questo c’è la confessione. Iniziando il nuovo anno pensa ad un momento di riconciliazione: è importante partire con il piede giusto, cioè con la sua amicizia nel cuore!

Don Gianni

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