Cammini MGS

Siamo amici

Con gli amici si mangia assieme, si sta assieme, ma soprattutto si apre il cuore a loro. Questo ho capito al weekend MGS biennio del 3-4 dicembre.


Nella mia vita ci sono quattro tipologie di amici: quelli di infanzia, che conosco da quando eravamo all’asilo; quelli di scuola, con cui passo la maggior parte del tempo; quelli di sport, con cui condivido la mia passione; e quelli dell’oratorio, con cui mi diverto un sacco. 

Lo scorso weekend, con i miei amici di oratorio ho vissuto un incontro di due giorni a Mestre davvero intenso di attività e relazioni. Due giorni organizzati dal Movimento Giovanile Salesiano per i ragazzi del biennio superiori. Se non ci sei venuto, la prossima volta ti consiglio di venire perché sono incontri davvero molto belli. Incontri un sacco i persone con cui poter fare amicizia e condividere cose importanti.

Sai cosa si fa? 

Praticamente, prima di tutto c’è il viaggio (dall’oratorio di provenienza fino a Mestre) dove ci si diverte un sacco, tra canzoni ascoltate insieme e video divertenti guardati su tik-tok. Pensavo che all’arrivo non mi sarei divertito molto, perché pioveva, e io non vedevo l’ora di giocare a calcio nei campetti che ci sono là. Ma ho dovuto ricredermi. Quando siamo arrivati, siamo stati accolti in palestra dove si giocava sia a calcio, che a pallavolo, che a basket…e in più c’era la musica e la merenda (panettone e the per tutti, buonissimo). Ecco, l’arrivo è sempre un momento in cui mi accendo. E poi ho rivisto vari amici che avevo conosciuto la volta scorsa che ero venuto. Sembra impossibile, eppure in questi incontri si può fare amicizia nel giro di poco tempo.

Dopo questa accoglienza abbiamo vissuto il tempo divisi per dimensioni di servizio. In pratica, puoi scegliere tra diversi stand quello in cui ti piace di più, per imparare a fare bene l’animatore. Sport, educazione, gioco, assistenza, teatro, missione, letteratura… puoi scegliere tra tutte queste possibilità. Io mi sono lanciato nella dimensione del gioco, come organizzare e spiegare un gioco. É stato un laboratorio molto utile e concreto, perché ci hanno fatto preparare il gioco della sera per gli oltre 120 ragazzi che eravamo presenti. Abbiamo organizzato 4 diversi giochi per 8 squadre. Durante la cena siamo passati a segnare ogni ragazzo con il numero di squadra (questa attività mi ha permesso di conoscere un sacco di persone nuove) e poi dopo cena abbiamo dato il via a questo momento in cui c’è stata molta competitività. Quando si gioca, si vuole sempre dare il meglio di sé e vincere. Io però ho fatto l’arbitro. Non ho giocato, ma mi è piaciuto molto vedere che grazie a me gli altri si sono divertiti molto. Vedevo che ci stavano, ridevano, scherzavano, ma al tempo stesso ci tenevano a vincere.

A questi incontri non ci sono solo momenti di divertimento, ma anche di serietà e preghiera. Apprezzo molto anche questi momenti, perché sono gli unici in cui posso vivere questa dimensione della preghiera. Abbiamo infatti cantato e ascoltato la storia di un ragazzo che si chiamava Andrea Mandelli, un ragazzo incredibile, di quelli che vivono in pienezza ogni cosa, di quelli che ti “sfidano” con il loro modo di fare. Ecco, una frase che ho letto della sua vita diceva così: “se non gusti l’istante
perdi il significato e tutta la vita vale quell’istante”. Mi ha colpito molto e ho cercato di viverla già in serata. Infatti ho approfittato per fare una bella confessione: mi sono sentito proprio bene, felice di aver “svuotato il sacco” e di essermi “riempito della Grazia” come mi ha detto il confessore. Davanti a Gesù, poi, attraverso l’immagine della camera di Van Gogh, che ci hanno fatto vedere, ho cercato di capire come è la “camera della mia vita”, in cosa devo essere più ordinato. E ho capito che, in alcune relazioni, non sono proprio il massimo. Soprattutto con alcuni amici ci sono delle cose da sistemare, perché non siamo capaci di dirci le cose schiettamente. E ci stiamo allontanando un pochino tra noi…
Comunque, finito quel momento di preghiera siamo poi andati a dormire. A questi incontri non si dorme in un letto comodo e soffice, come quello di casa, ma su materassini dentro delle aule di scuola. Al di là della scomodità, però, è divertente dormire assieme agli amici, ci si diverte tantissimo. 

Dopo esserci svegliati al mattino della domenica, aver fatto colazione (mi sono mangiato due belle fette di pane alla nutella!) e la preghiera di inizio giornata, abbiamo vissuto un’altro momento di formazione. Il tema era quello dell’amicizia. Mi ha colpito molto l’attività che ci hanno proposto. Ci hanno fatto mettere in cerchio e ci hanno fatto delle domande, in base alla risposta che davano si faceva un passo avanti o indietro. É stato un momento in cui ho visto che molti altri ragazzi sperimentano le cose che vivo anche io. Ma soprattutto poi abbiamo fatto un brainstorming e anche lì si è visto come quasi la totalità di noi pensa che l’amicizia sia basata sulla fiducia e sulla fedeltà. Hanno proiettato il wordcloud in cui si vedevano tutte le parole che ciascuno di noi aveva scritto. Come la volta scorsa, poi, abbiamo visto come abbiano vissuto l’amicizia due “giganti” della fede: Abramo e don Bosco. Di Abramo mi ha colpito che anche lui ha dedicato del tempo per stare insieme con degli “sconosciuti” chiedendo loro di rinfrancare il cuore. Con gli amici si mangia assieme, si sta assieme, ma soprattutto si apre il cuore a loro. Di don Bosco invece mi ha colpito che gli amici vanno scelti bene. Anche lui li aveva divisi in tre categorie: buoni, indifferenti, cattivi. Io non me la sento di dividerli così, ma per ambito, come ho fatto sopra. Riconosco però che ci sono amici che mi aiutano a crescere e altri che invece mi fanno perdere un po’… A conclusione di questo momento formativo ci hanno chiesto di rappresentare attraverso un simbolo, cos’è l’amicizia. Mi ha colpito molto quello che una del mio gruppo ha fatto. Lei ha disegnato una freccia che va formare il simbolo dell’infinito, poi un cuore, poi dei ghirigori puntando verso l’alto. Diceva che l’amicizia è quando puoi parlare e raccontare di tutto (all’infinito) con gli altri e sai che puoi contare su di loro perché al centro c’è l’amore che sostiene (cuore) e anche se ci sono delle avversità (ghirigori) possono essere affrontati assieme puntando sempre in alto. Mi sembra un bel modo per dire cos’è l’amicizia. Io invece ho semplicemente disegnato una casa, perché quando sono con gli amici mi sento come a casa.

Scusami se scrivo tanto, ma tutte queste cose mi piace condividerle con te, anche se non ti conosco. Questo perché ritengo importante non perdere nulla di quanto abbiamo fatto. Concludo dicendoti che abbiamo finito l’incontro con la Messa in cui don Luca ci ha dato due compiti: stare nel silenzio e gustare ogni istante della nostra vita (Come diceva Andrea). Abbiamo poi concluso tutto con il pranzo. Anche lì è un momento bello per stare insieme con gli altri e fare nuove amicizie. Ora, il prossimo incontro sarà al meeting giovani mgs a fine febbraio, poi ad inizio aprile l’ultimo incontro del biennio… tu ci sarai? 

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