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Poveri, giustizia, famiglia: le tre parole chiave di Francesco

In una società segnata dalle disuguaglianze sociali, il pontefice è tornato a parlare di poveri, giustizia e famiglia...


Poveri, giustizia, famiglia: le tre parole chiave di Francesco

 

Il messaggio saranno i poveri, aveva annunciato Francesco parlando in aereo con i giornalisti sui contenuti del viaggio nelle Filippine, il paese più cattolico dell'Asia (l'81% della popolazione) e dove il papa arriva seguendo le orme dei suoi predecessori Paolo VI (1970) e Giovanni Paolo II (1981 e 1995). In una società segnata dalle disuguaglianze sociali, con la diaspora di milioni di filippini che lavorano all'estero per mantenere le famiglie nelle quali, per questo motivo, molti giovani crescono con i nonni o gli zii, e dove la popolazione è afflitta dalle conseguenze devastanti di ricorrenti catastrofi naturali come il tifone Yolanda del 2013, il pontefice è tornato a parlare di poveri, giustizia e famiglia nella sua prima intensa giornata nella capitale filippina.

 

UNA SCANDALOSA DISUGUAGLIANZA

 

Di una "scandalosa disuguaglianza" che affligge la società Bergoglio ha parlato al palazzo presidenziale di Manila nell'incontro con le autorità, il corpo diplomatico e il presidente della Repubblica, Benigno Simeon "Noynoy" Cojuangco Aquino III, figlio dell'ex senatore Nonoy Aquino oppositore del dittatore Ferdinando Marcos e assassinato all'aeroporto della capitale al suo rientro dall'esilio e dell'11° presidente delle Filippine, la signora Corazon Aquino. "Oggi le Filippine – ha detto il pontefice – rivolto ai 350 partecipanti all'incontro - , insieme a molte altre nazioni dell’Asia, si trova davanti all’esigenza di costruire una società moderna fondata su solide basi – una società rispettosa degli autentici valori umani, che tuteli la nostra dignità e i diritti umani, fondati su Dio, e che sia pronta ad affrontare nuovi e complessi problemi etici e politici". Per questo è più che mai necessario che i dirigenti politici si distinguano "per onestà, integrità e responsabilità verso il bene comune". Indispensabile è "l’imperativo morale di assicurare la giustizia sociale e il rispetto della dignità umana". La grande tradizione biblica prescrive a tutti i popoli, ha proseguito Francesco "il dovere di ascoltare la voce dei poveri e di spezzare le catene dell’ingiustizia e dell’oppressione, che danno origine a palesi e scandalose disuguaglianze sociali". Ricordando come i vescovi delle Filippine abbiano voluto proclamare il 2015 "Anno dei poveri", Francesco ha chiesto alle autorità del Paese il rifiuto della corruzione e lo "sforzo concertato" per includere ogni uomo, donna e bambino nella vita della comunità, con una particolare attenzione ai giovani e alla famiglia.

 

CIRCOLI DI ONESTÀ, RETI DI SOLIDARIETÀ

 

La lotta alla disuguaglianza non è questione che riguardi solo le istituzioni, ma ogni membro della società e in particolare i cristiani perchè "il Vangelo – ha affermato Francesco nell'omelia della celebrazione eucaristica nella cattedrale di Manila con i vescovi, il clero e i religiosi e le religiose delle Filippine (sono oltre 9 mila i sacerdoti nel paese e oltre 12 mila le religiose) - è anche un appello alla conversione, ad un esame della nostra coscienza, come individui e come popolo". Come gli stessi vescovi del Paese hanno insegnato "la Chiesa nelle Filippine è chiamata a riconoscere e combattere le cause della disuguaglianza e dell’ingiustizia, profondamente radicate, che macchiano il volto della società filippina, in palese contrasto con l’insegnamento di Cristo". Il Vangelo, secondo Francesco, chiama ogni singolo cristiano a vivere "una vita onesta, integra e impegnata per il bene comune". A livello più ampio chiama le comunità cristiane a creare “circoli di onestà”, "reti di solidarietà" che, con "testimonianza profetica" possono estendersi nella società per trasformarla. Il papa ha esortato i religiosi a sfuggire alla tentazione del materialismo che può comprometterne la testimonianza e a rimanere saldi sulla "povertà di Cristo": "solo diventando noi stessi poveri, eliminando il nostro autocompiacimento – ha detto Francesco -, potremo identificarci con gli ultimi tra i nostri fratelli e sorelle. Vedremo le cose sotto una luce nuova e così potremo rispondere con onestà e integrità alla sfida di annunciare la radicalità del Vangelo in una società abituata all’esclusione, alla polarizzazione e alla scandalosa disuguaglianza".

 

IL DONO DELLA FAMIGLIA

 

Affollatissimo ed entusiasta l'incontro di papa Francesco con le famiglie nel palazzo dello sport "Mall of Asia Arena" di Manila dove si sono susseguite le testimonianze sulle difficoltà affrontate dai contesti familiari e si è pregato in tutte le lingue locali: tagalog, cebuano, ilokano, karampagan, hiligaynon e bikolano. Alle famiglie il pontefice ha raccomandato di trovare sempre il tempo di "riposare nella preghiera", come san Giuseppe, il custode della Sacra Famiglia, a cui il riposo ha "rivelato la volontà di Dio". "Amo molto san Giuseppe – ha confidato il pontefice intervenendo fuori dal testo ufficiale - perchè è un uomo forte e silenzioso e sulla mia scrivania ho un'immagine del santo mentre dorme. Mentre dorme si prende cura della Chiesa. Quando ho un problema scrivo un pezzetto di carta lo metto sotto l'immagine di san Giuseppe così che possa sognare  e pregare per quel problema". Nella famiglia, prima che altrove, si impara a pregare e a conoscere Dio e nella famiglia si impara "ad amare, a perdonare, ad essere generosi e aperti e non chiusi ed egoisti, ad andare al di là dei nostri bisogni, ad incontrare gli altri e a condividere la nostra vita con loro".

 

NO ALLE COLONIZZAZIONI IDEOLOGICHE 

 

"Custodite le vostre famiglie" ha chiesto Francesco ai fedeli filippini ricordando i pericoli che oggi la minacciano - "colonizzazioni ideologiche che vengono da fuori" - chiedendo a san Giuseppe:"quando dire sì e quando dire no". Sono molti i pesi che gravano sulla famiglia: le conseguenze dei disastri naturali, la frammentazione provocata dall'emigrazione e dalla ricerca di un impiego all'estero, le difficoltà economiche. Ma "mentre fin troppe persone vivono in estrema povertà – ha sottolineato il pontefice -,altri vengono catturati dal materialismo e da stili di vita che annullano la vita familiare e le più fondamentali esigenze della morale cristiana. La famiglia è anche minacciata dai crescenti tentativi da parte di alcuni per ridefinire la stessa istituzione del matrimonio mediante il relativismo, la cultura dell’effimero, una mancanza di apertura alla vita". "Il mondo ha bisogno di famiglie buone e forti per superare queste minacce! - ha detto Francesco che ha ricordato Paolo VI e il coraggio di difendere, attraverso l'enciclica Humanae vitae, l'apertura alla vita nella famigliainsieme alla misericordia chiesta ai confessori verso casi specifici -.Le Filippine hanno bisogno di famiglie sante e piene d’amore per custodire la bellezza e la verità della famiglia nel piano di Dio ed essere di sostegno e di esempio per le altre famiglie" perchè "ogni minaccia alla famiglia è una minaccia alla società". "Il futuro della società, come ha detto san Giovanni Paolo II - ha aggiunto Francesco interrotto più volte dagli applausi - è nella famiglia"

 

OLTRE I CONFINI DI CASA

 

Nell' Anno dei Poveri, il papa ha esortato le famiglie a farsi "discepoli missionari di Gesù" pronte ad andare "oltre i confini delle vostre case e prendervi cura dei fratelli e delle sorelle più bisognosi", in particolare "coloro che non hanno una famiglia propria, gli anziani e i bambini orfani. "Quanta gente lavora nella Chiesa perchè quelle case siano veramente una famiglia!" ha sottolineato il papa ricordando l'incontro in mattinata con dei bambini di strada. Ai religiosi durante la celebrazione eucaristica ha raccomandato di aiutare la società che è tentata "da modi confusi di vedere la sessualità, il matrimonio e la famiglia" tradendo i valori tipici della cultura filippina "plasmata dalla creatività della fede".Francesco ha sollecitato anche le istituzioni, nel corso dell'incontro al palazzo presidenziale, a salvaguardare la famiglia nell'ottica di difendere valori umani fondamentali, come il rispetto per "l’inviolabile dignità di ogni persona umana, il rispetto dei diritti di libertà di coscienza e di religione, il rispetto per l’inalienabile diritto alla vita, a partire da quella dei bimbi non ancora nati fino quella degli anziani e dei malati". Per questa ragione, famiglie e comunità locali devono, ha esortato in conclusione papa Francesco "essere incoraggiate e assistite nei loro sforzi di trasmettere ai nostri giovani i valori e la visione capaci di aiutare a promuovere una cultura di onestà – tale da onorare bontà, sincerità, fedeltà e solidarietà, come solide basi e collante morale che mantenga unita la società".

 

NON SMETTERE DI SOGNARE LA FAMIGLIA

 

A braccio, in spagnolo, papa Francesco, che ha chiesto aiuto per la traduzione in inglese, ha parlato della capacità di sognare in famiglia. "Ogni papà e mamma – ha detto chiedendo la risposta dell'assemblea – ha sognato il proprio figlio per nove mesi. Non è possibile una famiglia che non sogni". Senza la capacità di sognare, infatti, "la famiglia si debilita e si spegne". Nell'esame di coscienza serale, ha raccomandato Francesco, occorre chiedersi anche se nel corso della giornata si è sognato sul futuro dei figli, sull'amore del coniuge, sulla vita dei genitori e dei nonni. "Le difficoltà della vita matrimoniale – ha affermato il pontefice – possono essere risolte se ci ritagliamo uno spazio di sogno, fermandosi a pensare alle cose buone, alle qualità dello sposo o della sposa". "Non smettete di essere fidanzati ! – ha raccomandato il pontefice -. Non smettete di sognare!".

 

 

Chiara Santomiero

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