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Pellicole, leoni e lanterne da Giovani per i Giovani

Pellicole, leoni e lanterne. Certo una strana commistione ma non senza una trama. A voi il posto in prima fila per comprendere cosa unisca i tre elementi...


Pellicole, leoni e lanterne da Giovani per i Giovani

da GxG Magazine

del 22 ottobre 2005

Una settimana da dedicare al pi√π prestigioso labirinto di fotogrammi internazionale?

Questa è la proposta che il CGS (Cinecircoli Giovanili Socioculturali) ha proposto a Venezia nell’ambito della 62esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. L’obiettivo: “Formazione ed informazione nello specifico cinematografico, nell’ambito di un’esperienza di vita comunitaria ed associativa”.

Cinquanta i giovani partecipanti a questa edizione che, avendo “digerito” i film in programma e – potendo – tutti quelli opzionali nelle varie sezioni della Mostra, hanno discusso e valutato le pellicole viste per poter assegnare il Premio Lanterna Magica, un riconoscimento che ormai da sette anni viene dato “al film che ha saputo meglio accendere la fantasia di un pubblico giovane”. La premiazione è uno dei momenti più importanti della presenza CGS alla Mostra, dato che ha l’obiettivo di segnalare, appoggiare e promuovere la circuitazione di un film meritevole, anche sotto il profilo di un’attenzione specifica all’educativo.

Quest’anno i ragazzi hanno scelto di premiare “Ogni cosa è illuminata”, di Liev Schreiber, con la seguente motivazione: 'Per la efficace ed emozionante descrizione di un percorso di ricerca giovanile, illuminato dal passato e dai valori della tradizione'.

 Il film racconta di un giovane ragazzo americano (interpretato da Elijah Wood, il Frodo de Il signore degli anelli) che un giorno decide di andare alla ricerca della donna che salvò suo nonno, in una cittadina dell’Ucraina cancellata dalle carte geografiche, in seguito all’invasione nazista. Un piccolo film – si dirà – ma capace di incidere e di colpire come è successo ai ragazzi del CGS, per il suo modo particolare e originale di raccontare il ricordo della guerra, mescolando sapientemente momenti drammatici e toccanti a sequenze indimenticabili e divertenti, leggere.

 

E il resto della Mostra?

Montati i metal detector e spente le luci sulle passerelle, cosa rimane di questa 62esima sedizione? Premi e… sorprese.

Prima di tutto i premi. In fin dei conti un festival deve aiutare un certo cinema ad essere visto, e in questo caso l’aver premiato con il Leone d’argento la regia di Philippe Garrel per il suo “Les Amats réguliers”, e l’aver messo nelle mani di Abel Ferrara un Gran Premio speciale della giuria per il suo “Mary”, è sicuramente un aiuto alla visibilità di queste opere. (Il film di Garrel è stato comprato dall’Istituto Luce proprio nei giorni della Mostra, se non fosse passato sugli schermi del Lido probabilmente non sarebbe mai arrivato in Italia).

Il riconoscimento maggiore è andato a “Brokeback mountain” di Ang Lee che, ci piaccia o no, potrà mettere il suo primo Leone d’oro a fianco dei quattro Oscar vinti con “La tigre e il dragone”, e vicino all’Orso d’oro -vinto a Berlino- con “Il banchetto di nozze”, pellicola che lo ha fatto conoscere a livello internazionale.

 

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Alberto Fassina

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