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Omelia: I domenica di Quaresima

Un piccolo segreto: comincia subito, non aspettare, altrimenti i giorni fuggono veloci e tu arrivi a Pasqua con le mani vuote! Anche quest'anno ci viene rivolto l'invito di Gesù: “Convertiti e credi al Vangelo”. È il tema di ogni quaresima, questo tempo di grazia che la Chiesa ci propone di vivere nell'attesa gioiosa della Pasqua del Signore...


Omelia: I domenica di Quaresima

 

  “Non di solo pane vive l’uomo…”

Letture:

Deuteronomio 26, 4-10 Romani 10, 8-13 Luca 4, 1-13

          Ancora una volta, ricevendo sulla fronte l’austero segno delle ceneri, ci viene rivolto l’invito di Gesù: “Convertiti e credi al Vangelo”. È il tema di ogni quaresima, questo tempo di grazia che la Chiesa ci propone di vivere nell’attesa gioiosa della Pasqua del Signore, centro della nostra fede e della nostra speranza.

Tre sono i pilastri per vivere bene questo tempo di conversione (Cfr Matteo 6, 1-6; 16-18)

 

La preghiera  Il digiuno, la penitenza (uno stile sobrio di vita) La carità

          Il Vangelo di questa prima domenica di quaresima mi sembra riprenda queste tre indicazioni sotto forma di tentazioni: leggi il testo di Luca all’inizio del capitolo 4.

Da sottolineare

o        la docilità di Gesù allo Spirito, ripetuto per ben due volte nel primo versetto: “... Gesù, pieno di Spirito Santo.... fu condotto dallo Spirito Santo nel deserto”.

o        Il deserto come luogo dalla doppia valenza: luogo propizio per il dialogo con Dio, ma altresì luogo della prova, della tentazione

o        Il numero “40 giorni” sottolinea una lunga durata ed evoca il tempo trascorso da Mosè sul monte Sinai e il cammino del profeta Elia verso il monte Horeb, come pure il soggiorno di Israele nel deserto.

o        Gesù supera le tentazioni affidandosi alla Parola di Dio, non piegata a suo vantaggio (come vorrebbe Satana), ma colta nella sua capacità di manifestare senso per la sua vita.

Vediamo le tentazioni da vicino

          1. Trasformare le pietre in pane: “...Se sei Figlio di Dio...”  Al termine del Vangelo, a Gesù sulla croce diranno:”Se sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!”  Un Dio che affascina e attrae per i suoi segni miracolosi, eclatanti, da ‘incanto’; un Dio che risolve i problemi dell’uomo (quello della fame, in questo caso) con un colpo di bacchetta magica. All’uomo “ingolfato” nel terreno, preso da mille preoccupazioni materiali, Gesù dice: “Alza gli occhi, leva lo sguardo perché non si vive di solo pane! La felicità non è legata all’avere.” Gesù si abbandona alla provvidenza, ma ancora di più al progetto di Dio riguardante la sua missione, scartando risolutamente una concezione messianica orientata al proprio tornaconto personale.

          2. Solo Dio merita adorazione: Satana vuole essere adorato, cioè riconosciuto come dio, disposto a dare in cambio tutti i regni della terra! La pretesa di Satana è blasfema dal momento che solo Dio è ‘il Signore dei signori’   Penso ai tanti idoli che circolano nel mondo e passano attraverso le mode, i costumi, i mezzi di comunicazione sociale; idoli cui ci prostriamo in adorazione, sacrificando energie, tempo, vita... Penso al denaro, al successo, al piacere, al potere, alla bellezza, ... Sono da respingere nella misura in cui ci dicono: “Mi adori e mi servi!”  Uno solo è invece Dio e Lui solo bisogna adorare e servire (ce lo ricorda l’inizio dei comandamenti: “Non avrai altro Dio al di fuori di me!”)

          3. Io confido pienamente nel Signore: l’ultima tentazione è ambientata in Gerusalemme, nel tempio, che è la casa di Dio. A Gesù viene chiesto di gettarsi nel vuoto dal punto più alto del tempio, a precipizio sulla valle del Cedron, confidando nella protezione di Dio. Tale prodigio avrebbe dimostrato i suoi straordinari poteri, accreditandolo presso i seguaci. Gesù respinge la suggestione diabolica affermando che il Signore non tollera che l’uomo lo metta alla prova, sia che provochi la sua pazienza sia che approfitti della sua bontà. Appunto perché confida pienamente nel Padre, Gesù rifiuta di metterlo alla prova. Egli ha scelto la via della fiduciosa obbedienza.

Possiamo tentare di armonizzare il messaggio delle tre tentazioni con i tre pilastri della quaresima:

          La preghiera ci aiuta ad alzare lo sguardo, a non guardare la vita in un orizzonte solo terreno. “Non di solo pane vive l’uomo, ma anche di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. La preghiera-Parola di Dio ci danno uno sguardo nuovo, più profondo sulle cose, sulla vita, sul nostro lavoro, sugli altri... aprono il nostro cuore ad un respiro che ha il sapore di dio, dell’Eterno

          La sobrietà, il digiuno ci aiuta a smascherare gli idoli che incontriamo nella nostra quotidianità, a controllarne la potenza e il fascino, a non lasciarci sedurre da queste ‘sirene’ che ci vogliono portare in rovina. Pensa a come vivi il lavoro, lo studio, l’affettività, il tuo rapporto con il denaro... il cibo… il divertimento,… la moda (vestiti, telefonini, …).

           La carità ci aiuta a incontrare Dio e a confidare pienamente in Lui: “Solo chi ama conosce Dio!”  Se viviamo la legge della carità, della misericordia, del perdono... diventiamo veri figli del Padre che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti! Quando abbiamo fatto esperienza delle delicatezze e delle tenerezze di Dio, non c’è più bisogno di parlare di confidenza, di fiducia!

PROPOSITO:

Regalati un tempo abbondante per inquadrare questo periodo e mettere a fuoco quello che pensi il Signore ti chieda. Probabilmente si tratterà di uno dei tre pilastri della Quaresima:

Più generosità nella preghiera e nella meditazione della sua Parola Rinunciare a qualcosa di voluttuario (fumo, dolci, TV, Internet, pensieri vani o dannosi….) e devolvere il corrispettivo in carità Aiutare qualche persona in necessità  …………………………………………………………………………..

Due piccoli stralci dalle Lettere di S. Francesco di Sales, che possono servire

          “Tenetevi ben stretta a Gesù Cristo, alla Madonna e al vostro buon Angelo, in tutte le vostre occupazioni, affinché la loro molteplicità non vi turbi e le loro difficoltà non vi agitino. Compitele una dopo l’altra quanto meglio vi sarà possibile e impiegate il vostro spirito con diligenza, ma anche con calma e soavità” (L 712, 85). 

 

          “Bisogna cercare di essere fedeli nelle piccole occasioni, per meritare la grazia della fedeltà nelle grandi. Vivete in una grande pace e rasserenate il vostro cuore con la soavità dell’amore celeste senza il quale i nostri cuori sono privi di vita e la nostra vita è priva di felicità. Non abbandonatevi assolutamente alla tristezza, nemica della devozione. Perché mai si dovrebbe rattristare una giovane, serva di Colui che sarà per sempre la nostra gioia? Solo il peccato deve dispiacerci e addolorarci; e in fondo allo stesso dolore per il peccato, vi dev’essere la gioia e la santa consolazione” (L 1778, 457).

 

 

Don Gianni

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