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Lettera ad un prof.

...ti sembra giusto che io debba rinunciare al mio futuro per 300 euro? Grazie.


Lettera ad un prof.


Poco prima che iniziasse il nuovo anno scolastico, ricevo tramite un’amica che legge le pagine di “Diario di Prof” un messaggio privato su un social, scritto da una bambina di 10 anni di sua conoscenza, in procinto di iniziare la prima media: «Ciao Marco, mi chiamo X. In realtà provo vergogna nello scrivere: devo frequentare la prima media, io voglio studiare, ma nessuna aiuta me e mio papà a comprare i libri che mi serviranno per farlo; abbiamo chiesto aiuto, fatto vari tentativi, però abbiamo ricevuto solo consigli, mai un aiuto concreto. Io vivo sola con lui che al momento è in cerca di lavoro e non sappiamo dove prendere questi soldi per acquistare i libri.

Ti sembra giusto che io debba rinunciare al mio futuro per 300 euro? Grazie». Già a luglio altre situazioni simili mi erano giunte, sostenute e risolte grazie al sostegno generoso di gruppi di volontariato, di colleghi docenti, di rappresentanti di case editrici, di associazioni di genitori, ma chissà quante altre problematiche simili esistono. Un papà in difficoltà mi ha detto: «Se non porto mia figlia a scuola per un mese, mi ritrovo con le forze dell’ordine a casa, ma perché nessuno mi viene a cercare per aiutarmi a farle frequentare la scuola dignitosamente?».
C’è una possibilità per i libri come il comodato d’uso, però non basta per ogni richiesta e tutto avviene a lezioni già cominciate, senza contare che le spese scolastiche sono anche altre. Insomma, chi ci deve pensare seriamente se non lo Stato e la politica? Sulla scuola e quindi sull’educazione-istruzione bisognerebbe investire con equilibrio le riserve aure di uno Stato!

Una proposta folle? Forse, ma sempre meno di tutti i proclami politici e sindacali sul tema che propongono per lo più briciole; forse, ma sempre meno di trovare istituti cadenti, una costante dispersione scolastica, un orientamento fondato a mo’ di fiera-mercato, studenti diversamente abili senza il sostegno adeguato, un tempo scolastico e post scolastico stimolante e formativo, un accesso reale ai libri per chi è in difficoltà economiche, la possibilità e la libertà per le famiglie di usufruire davvero delle scuole paritarie con fondi statali. Certo, c’è pure la questione degli stipendi dei docenti e della valorizzazione del loro lavoro prezioso per tutti, dalle mani dei quali passa per diversi gradi ogni cittadino del presente e del futuro, lo stesso che per migliorare il Paese attraverso la persona che sarà e la professione che farà, dovrà per forza incrociare la scuola.


Autore: Marco Pappalardo
 

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