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Con i giovani, per i giovani: apertura del Bicentenario nel Triveneto

200 anni dalla nascita di un uomo capace di spendere tutte le proprie energie per dare forma al disegno di Dio: prendersi cura dei giovani, specialmente i più poveri.


Con i giovani, per i giovani: apertura del Bicentenario nel Triveneto

 

 

La festosa apertura del Bicentenario dalla nascita di San Giovanni Bosco ha avuto luogo sabato 6 settembre all’istituto di Castello di Godego. Un’occasione di ritrovo di tutte le componenti del carisma che riconoscono il loro riferimento nel santo educatore. Ex-allievi, Movimento Giovanile Salesiano, cooperatori, figlie di Maria Ausiliatrice, salesiani sono i rami più robusti di un grande albero che allarga la sua chioma ai 30 gruppi ufficialmente riconosciuti nella Famiglia Salesiana.

200 anni dalla nascita di un acrobata, contadino, sognatore, prete, scrittore; un uomo capace di spendere tutte le proprie energie per dare forma al disegno di Dio: prendersi cura dei giovani, specialmente i più poveri. Ho promesso a Dio che fin l’ultimo mio respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani diceva di sé don Bosco, consumato negli anni e nelle forze.

Il Rettor Maggiore, in occasione dell’inaugurazione lo scorso 16 agosto, ha voluto sottolineare come “volendo dare inizio al Bicentenario di questo storico evento, rendiamo grazie a Dio per il suo mirabile intervento nella Storia, e ancor più in concreto in questa storia, incominciata sulle colline dei Becchi”.

L’occasione del Bicentenario è un anno di gratitudine e grazia. Lo sottolinea anche la scelta di Papa Francesco di indire una straordinaria ostensione della Sindone dal 19 aprile al 24 giugno 2015.

 

Guardare al presente

 

Il carisma salesiano è un dono che Dio, attraverso don Bosco, ha fatto alla Chiesa e al mondo. Esso consiste in un ricco patrimonio di storia, pratiche ed opere che hanno avuto il volto e il nome dei tanti che si sono fatti “don Bosco” nel loro servizio ai giovani. Non ci si fermi però alla nostalgia del memoriale, il Bicentenario sarà un anno di grazia tanto più profonda quanto riusciremo a cogliere questa occasione per guardare al presente con speranza e sognare il futuro della missione salesiana con forza e novità evangelica, con coraggio e sguardo profetico.

“Con queste convinzioni, ci sentiamo più animati non solo ad ammirare don Bosco - ha sottolineato don Stefano Martoglio, consigliere per la regione mediterranea, durante il suo intervento a Castello di Godego – ma anche a sentire con grande forza l’irrinunciabile impegno a imitare colui che arrivò alla periferia di Valdocco e Mornese per ampliare quel desiderio di ricerca del bene dei giovani”.

 

Un’unica passione

 

Felici nel tempo e nell’eternità era uno dei motti di don Bosco, ideale che ha coinvolto e catturato per sempre anche cinque giovani dell’Ispettoria San Marco. Fabio, Andrea, Paolo, Emanuele ed Andrea hanno celebrato la loro professione perpetua proprio nel corso della giornata inaugurale. Giovani che hanno espresso il loro desiderio di condividere per sempre la stessa passione di don Bosco: da mihi animas.

Il Rettor Maggiore nella presentazione della Strenna 2015 chiama all’appello tutta la Famiglia Salesiana per un rinnovato slancio a favore dei giovani e chiede a ciascuno di vivere ed attuare il carisma: “Se arriviamo a sentire nelle nostre viscere, nel più profondo di ciascuno/a di noi, quel fuoco, quella passione educativa che portava Don Bosco a incontrarsi con ogni giovane a tu per tu, credendo in lui, credendo che in ciascuno vi è sempre un seme di bontà e del Regno, per aiutarli a dare il meglio di se stessi ed avvicinarli all’incontro col Signore Gesù, staremo certamente concretizzando nella nostra vita il meglio del carisma salesiano, secondo le nostre modalità e possibilità”.

Il Bicentenario è una opportunità e una sfida per vivere con passione educativa ed apostolica la presenza tra i giovani del mondo. Condividendo i loro sogni, aspettative, problemi, aiutandoli a sperimentare che siamo disponibili a stare al loro fianco nel cammino della vita perché, come don Bosco, anche noi vogliamo che siano felici ora e per l’eternità.

 

 

Chiara Bertato

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