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Chi altro dobbiamo aspettare? SERIE: D'amore si muore, di speranza si vive

Ogni persona ha bisogno di sicurezza, di non sentirsi continuamente aggredito o messo in discussione. Il bisogno di identità certa è anche alla base di tutte le tensioni con gli immigrati, con gli stranieri. Spesso prevale sull'accoglienza, sulla solidarietà, ci chiude a riccio sulle nostre posizioni credendo con questo di poter mantenere il nostro equilibrio. Rinasce il leghismo, che spesso deborda nella difesa ad ogni costo e contro ogni sentimento umano dei propri diritti che in genere sono solo privilegi.


Chi altro dobbiamo aspettare? SERIE: D'amore si muore, di speranza si vive

da L'autore

del 02 gennaio 2006

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Ogni persona ha bisogno di sicurezza, di non sentirsi continuamente aggredito o messo in discussione. Il bisogno di identità certa è anche alla base di tutte le tensioni con gli immigrati, con gli stranieri. Spesso prevale sull’accoglienza, sulla solidarietà, ci chiude a riccio sulle nostre posizioni credendo con questo di poter mantenere il nostro equilibrio. Rinasce il leghismo, che spesso deborda nella difesa ad ogni costo e contro ogni sentimento umano dei propri diritti che in genere sono solo privilegi.

La necessità di vivere nella sicurezza però non è in contrasto con la relazionalità, il far rispettare diritti e mettere in condizione di svolgere i doveri. Capitava la stessa cosa ai tempi di S. Agostino, tempi in cui c’erano nel mondo occidentale le invasioni dei barbari e la gente andava a seppellire tutti i suoi averi per difenderli dai ladri. Agostino diceva alla gente: i vostri tesori ve li consumerà la ruggine in questa maniera, giocate invece la carta della relazione con questi invasori e ne avremo una ricchezza di umanità, coglieremo le novità che Dio ci manda anche attraverso questi nuovi popoli.

Un attentato alla sicurezza del potere dei giudei e della classe dirigente era la figura austera di Giovanni che nel deserto si era fatto una innumerevole schiera di seguaci. Era un rivoluzionario di Dio, non metteva in pericolo la vita di nessuno, ma aveva un compito unico: preparare la gente ad accogliere una novità assoluta nella vita: il vangelo, la persona di Gesù. I giudei, che capiscono quanto sia palpabile nella gente il desiderio di un nuovo slancio nella vita religiosa, si preoccupano di tenere sotto controllo tutto e provocano Giovanni ad uscire allo scoperto. Che cosa è tutta questa messa in scena, con questa povera gente che ti sta seguendo? Chi credi di essere? Un profeta, per caso? Quello che tu dici è già tutto scritto nei testi sacri. Che bisogno c’è di mobilitare la gente in questa avventura spirituale che rischia di indebolire la religione del Tempio?

E Giovanni, alla grande si proietta nel futuro che tutti attendevano, in Gesù. E punta quel dito che molti artisti hanno ritratto nelle loro opere pittoriche e scultoree a Gesù dicendo: Ecco l’agnello di Dio. E’ una presentazione del Figlio di Dio, che noi facciamo tutti i giorni nella messa. Avere qualcuno che ti indica con la sua vita dove devi andare, che ti presenta quello che nella tua interiorità aspettavi da sempre è una gioia, è una speranza.

Ma questa speranza dove la trovo?

mons. Domenico Sigalini

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