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Gli oratori, sorgente di futuro per l'Italia

Mettere in rete una risorsa preziosa per il futuro dell'intero Paese in un momento in cui all'educazione delle nuove generazioni è affidata una rinnovato ruolo chiave. È questo lo scopo del primo Happening nazionale degli oratori («H¬πO»), che si è aperto ieri...


Gli oratori, sorgente di futuro per l'Italia

Mettere in rete una risorsa preziosa per il futuro dell’intero Paese in un momento in cui all’educazione delle nuove generazioni è affidata una rinnovato ruolo chiave. È questo lo scopo del primo Happening nazionale degli oratori («H¹O»), che si è aperto ieri e che si terrà fino a domenica tra Bergamo e Brescia. Un evento voluto dal Forum degli oratori italiani (Foi), il cui presidente, don Marco Mori, questa mattina a Montichiari (Brescia) aprirà la giornata centrale.

Don Mori, dove nasce l’idea di far incontrare gli oratori italiani?

Nasce dalla consapevolezza che gli oratori rappresentano una ricchezza enorme, anche se alle volte manca la condivisione e quindi la circolazione di questa ricchezza. L’happening si propone come occasione privilegiata per rafforzare la rete tra queste realtà. Una rete che, per il suo patrimonio educativo, è insostituibile per l’intero Paese e che quindi siamo chiamati a custodire. Volutamente la sigla «H¹O» ricorda la formula dell’acqua, elemento naturale fondamentale per la vita così come l’esperienza educativa oratoriale è fondamentale per i ragazzi, la Chiesa, il Paese.

Quindi non si tratta solo di animare la pastorale dell’oratorio ma anche di offrire un servizio alla società civile?

Certo. Tant’è che in vista dell’incontro è arrivato un messaggio del presidente della Repubblica che ribadisce l’importanza degli oratori per l’Italia. Da sempre, d’altra parte, l’oratorio è una realtà che nasce dalla comunità cristiana ma non è solo per la comunità cristiana.

Una risorsa educativa animata dal Vangelo e al servizio di tutti, quindi. Ma quali sono i capisaldi di questo ambiente educativo?

Il tema delle sfide educative è il cuore anche dell’happening, una scelta che si pone in linea con le indicazioni dei vescovi italiani per questo decennio. E in questi due giorni metteremo in luce la specificità del metodo educativo degli oratori, costruiti attorno a «ingredienti» ben precisi: le radici affondate in una comunità concreta, i ragazzi al centro, la passione educativa che nasce dal Vangelo e dal suo stile. E poi diversi percorsi, perché in oratorio s’incrociano diversi cammini (la catechesi, il bar, la festa, le attività associative e molto altro): tutto ciò che entra nella vita dei ragazzi, insomma, entra nell’oratorio. Si tratta quindi di una realtà dalla lunga tradizione ma estremamente dinamica, aperta sinceramente – ma anche criticamente – a tutto ciò che contraddistingue il mondo dei ragazzi.

Anche l’happening a modo suo riprodurrà questa varietà?

Certamente: questi due giorni saranno costruiti attorno a numerosi elementi, come l’incontro, la festa, la preghiera, la riflessione. E per rendere più significativa l’esperienza abbiamo chiesto agli oratori di mandare gli animatori «di riferimento», quelli che sono portatori del patrimonio educativo delle realtà locali, perché l’happening vuole essere un momento serio di riflessione strutturata. Vi parteciperanno 1.200 animatori da circa 400 oratori.

I partecipanti saranno ospitati negli oratori e nelle famiglie: come vivono Brescia e Bergamo questo evento?

Come un piccolo servizio agli oratori di tutta Italia. Per il primo incontro abbiamo scelto proprio la Lombardia per valorizzare la fitta rete di oratori – e quindi di servizi e persone impegnate – che caratterizza la regione.

 

Matteo Liut

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