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Cristiani ad Erbil

Tornano lavoro e speranza: “Un giorno potremmo tornare ciascuno nuovamente nei nostri luoghi di nascita e continuare lì il nostro lavoro”...


Cristiani ad Erbil

del 15 maggio 2017

Tornano lavoro e speranza: “Un giorno potremmo tornare ciascuno nuovamente nei nostri luoghi di nascita e continuare lì il nostro lavoro”...

 

Nella sua nuova fabbrica, circondata da semi di sesamo, pistacchi e zucchero, Rabeea immerge la sua spatola in un grande vaso di sciroppo di miele. Sta controllando la sua consistenza per vedere se è pronta per il passo successivo nella produzione di dolci iracheni tradizionali, come sorjuq o halqoum.

“Consegniamo i nostri prodotti ai negozi in tutto il paese”, afferma. “Ma la maggior parte dei dolci va a Suleymaniyah, Zakho e Shaklawa [città dell’Iraq nordorientale]. Abbiamo anche richieste dall’estero, ma per ora, con la situazione attuale del nostro paese, è impossibile pensare alle esportazioni”.

Rabeea, 38 anni, ha aperto la fabbrica a marzo per vivere con la sua famiglie, che aveva cercato rifugio a Erbil nel mese di agosto 2014 quando lo Stato islamico costrinse molti cristiani a fuggire dalle loro città nelle pianure di Ninive.

Anche se la Chiesa di Erbil li ha accolti come ospiti, hanno voluto guadagnare il proprio reddito e essere meno dipendenti dagli aiuti forniti agli sfollati interni.

La Ngo’ cristiana Open Doors ha aiutato Rabeea a creare la sua attività, che ora è fiorente, con un piano di aggiungere alla forza lavoro attuale altri quattro cristiani sfollati.

La fabbrica si trova al primo piano di un edificio affittato sulla strada principale nel quartiere cristiano di Erbil, Ankawa.

“Produciamo tutti i tipi di dolci che sono comuni nel nostro paese, ma per ora abbiamo una varietà limitata perché non abbiamo le macchine. Potremmo fare di più, ma questo è un buon inizio “, dice Rabeea.

Tutti i lavoratori attualmente impiegati nella fabbrica, sono ora in grado di mantenere la propria famiglia ed iniziare a risparmiare denaro per ripristinare le proprie case danneggiate nei loro paesi natali.

“Un giorno potremmo tornare ciascuno nuovamente nei nostri luoghi di nascita e continuare lì il nostro lavoro”, si augura Rabeea. E forse da questa esperienza di comunità di lavoro nascerà tra qualche anno la più importante catena di dolci artigianali del medio oriente.

 

Redazione Matchman

http://www.matchman-news.com

 

 

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